OSPEDALI E CRITICHE: A BELLANO OGGI SI VUOLE CIO’ CHE SI RESPINGEVA TRE ANNI FA

L’azienda ospedaliera di Lecco è alla ricerca di soldi, si vocifera sia addirittura in vendita ai privati un piano dell’ospedale Alessandro Manzoni, nel frattempo i giochi, da Merate, si spostano su Bellano il cui futuro è sempre più incerto. Ironia della sorte quello che gli amministratori locali vogliono oggi (vale a dire mantenere all’Umberto I ciò che oggi esiste e aggiungere almeno un pronto soccorso) è esattamente ciò che avversavano alcuni anni fa quando il presidio sul Lario fu di fatto chiuso e smantellato. La prova sta in un ricorso ancora oggi pendente al Consiglio di Stato a firma del dottor Enrico Enicanti e steso dagli avvocati Ambrogio Denti e Giovanni Brambilla. Quel ricorso sollevò le critiche di sindaci e amministratori, ma, ed è tutta qui l’ironia dei tempi che cambiano, oggi ciò che chiede farebbe felici gli stessi sindaci e amministratori. Il documento ricorda infatti “le gravissime lesioni” arrecate ai cittadini di Bellano che si sono visti sottrarre il presidio ospedaliero. E va anche oltre ricordando i disagi che i cittadini devono patire obbligati a portarsi presso l’ospedale di Lecco con maggiori e notevoli sacrifici economici nonché notevoli dispendi di tempo per ottenere una prestazione medico sanitaria dovuta per Legge. “Infatti – sostenevano nel ’98 i ricorrenti – presso l’ospedale di Vellano gravitava e gravita un’utenza di circa 30mila cittadini. Non si può sottacere, anzi va sottolineata la particolare situazione geografica dei luoghi, la maggior parte montana, con un bacino d’utenza di circa venti comuni”. Cosa sosteneva pertanto Enicanti? “Che il cittadino bellanese è stato penalizzato e depauperato nei suoi diritti alla salute. In quanto non solo si è provveduto a chiudere un ospedale di Circolo con reparti più svariati, ma i cittadini di Bellano e della Valli si sono visti togliere anche una struttura essenziale come il pronto soccorso. Struttura non solo indispensabile e necessaria per i primi e tempestivi interventi, ma che non può essere assolutamente assente nel territorio. Qualora infatti si dovessero verificare situazioni urgenti di intervento si rischia di non poter portare a compimento gli stessi interventi yrgenti con la relativa possibilità del verificarsi di situazioni a dir poco incresciose. Da ciò ne deriva una semplice richiesta che a Bellano non solo ci debba essere un efficiente Pronto Soccorso, ma che tornino due specialità quali quelle della chirurgia generale e dell’ortopedia”. Allora furono solo critiche, oggi c’è chi spera che quella richiesta subissate da polemiche si avverino. Storie di ordinaria sanità lombarda.
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