IN CARCERE IL FIGLIO DEL BOSS DE STEFANO, SOCIO DI FRANCO COCO

Per quasi un'ora, all'alba di oggi, ha tentato di resistere. Poi, come si addice a un vero boss, prima che i vigili del fuoco sfondassero la parete dietro la quale si nascondeva, Carmine De Stefano, latitante, 33 anni, ha aperto la porta ed ha mostrato i polsi per farsi ammanettare da Enzo Labate, funzionario della squadra catturandi della questura. Il latitante si nascondeva in una casa popolare del quartiere di Arghillà, nella periferia nord di Reggio Calabria.
Carmine è il figlio del defunto boss della 'ndragheta Paolo De Stefano, la cui famiglia è da sempre legata ai traffici di droga e armi gestiti nel lecchese e nel comasco dal boss Franco Coco. A quanto pare, per scoprire il rifugio del latitante sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco per abbattere alcune pareti. L' attività di ricerca e di individuazione di Carmine De Stefano è stata coordinata dalla procura distrettuale antimafia.
Il giovane era stato condannato a pesanti pene detentive per associazione di stampo mafioso ed era attivamente ricercato. Prima di lasciare il suo rifugio, il boss ha avuto il tempo di salutare la fidanzata, Elena, trentenne, finita in carcere per favoreggiamento. Primogenito del boss dei boss Paolo, assassinato nel suo regno in piena guerra di 'ndrangheta, Carmine De Stefano era inseguito da due provvedimenti restrittivi: il primo del gip di Milano, emesso nel 1994 per associazione mafiosa, traffico di droga e omicidio. Il secondo spiccato nel contesto dell'operazione Olimpia, del luglio del 1995, che ha spiazzato le più potenti famiglie della 'ndrangheta reggina, il cui relativo processo si e' concluso con pesantissime condanne. 
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