RAPINE IN BANCA: A PROCESSO PER LE IRRUZIONI A SIRONE E OGGIONO
A giorni le richieste di rinvio a giudizio formulate dal pubblico ministero Luca Masini. Al momento fra le contestazioni non c’è la rapina da 600 milioni al Credito Bergamasco di Calolzio avvenuta in agosto
Terminata nei giorni scorsi la prima parte dell’inchiesta sui pendolari delle rapine smascherati a metà ottobre dai carabinieri di Merate e dalla mobile di Voghera, il sostituto procuratore Luca Masini pronto ad affrontare l’udienza preliminare a carico dei 4 malviventi che furono arrestati pochi minuti dopo l’assalto al Credito Valtellinese di Sirone. Le contestazioni che la procura di Lecco muove nei loro confronti si estendono anche alla rapina da 99 milioni messa a segno in settembre alla Comit di Oggiono dove una dozzina di persona fu rinchiusa in bagno da un commando di 6 malviventi che si trattennero all’interno della banca per quasi un’ora in attesa che si aprisse il caveau a tempo. Per quei due fatti gli inquirenti hanno raccolto prove “schiaccianti” per cui è possibile che le posizioni dei quattro inquisiti (e attualmente in carcere) possano essere definite già con patteggiamenti e riti abbreviati in occasione dell’ormai imminente udienza preliminare. Questa mattina in Procura alcuni dei legali che si apprestano a difendere i rapinatori hanno completato la presa visione degli incartamenti che compongono il fascicolo d’inchiesta che il magistrato si appresta ad inoltrare all’ufficio del giudice preliminare in vista dell’udienza per i rinvii giudizio, primo test della bontà del lavoro investigativo svolto nell’arco di un mese e mezzo tra la prima e la seconda rapina. Al momento ai quattro arrestati della prima ora (cui si sono aggiunti altri 5 personaggi qualche giorno dopo) non viene contestata la partecipazione al colpo da quasi 600 milioni avvenuto nell’agosto scorso al Credito Bergamasco di Calolzio anche se le riprese del circuito chiuso della banca avrebbero contribuito ad incastrare i due malviventi entrati materialmente in azione (due le persone rimaste ferite in quell’assalto) e il basista che dovrebbe essere lo stesso che ha preparato gli assalti a Oggiono e Sirone (quest’ultimo rinviato di qualche giorno rispetto alla data originaria per la morte di don Giuseppe Brambilla, parroco del piccolo centro brianzolo, le cui esequie avrebbero potuto creare problemi in occasione della fuga dopo l’assalto). Da valutare poi in un secondo tempo la posizione dei primi quattro arrestati per quel che concerne gli altri colpi, alcune decine, che vengono addossati all’organizzazione di siciliani.
Terminata nei giorni scorsi la prima parte dell’inchiesta sui pendolari delle rapine smascherati a metà ottobre dai carabinieri di Merate e dalla mobile di Voghera, il sostituto procuratore Luca Masini pronto ad affrontare l’udienza preliminare a carico dei 4 malviventi che furono arrestati pochi minuti dopo l’assalto al Credito Valtellinese di Sirone. Le contestazioni che la procura di Lecco muove nei loro confronti si estendono anche alla rapina da 99 milioni messa a segno in settembre alla Comit di Oggiono dove una dozzina di persona fu rinchiusa in bagno da un commando di 6 malviventi che si trattennero all’interno della banca per quasi un’ora in attesa che si aprisse il caveau a tempo. Per quei due fatti gli inquirenti hanno raccolto prove “schiaccianti” per cui è possibile che le posizioni dei quattro inquisiti (e attualmente in carcere) possano essere definite già con patteggiamenti e riti abbreviati in occasione dell’ormai imminente udienza preliminare. Questa mattina in Procura alcuni dei legali che si apprestano a difendere i rapinatori hanno completato la presa visione degli incartamenti che compongono il fascicolo d’inchiesta che il magistrato si appresta ad inoltrare all’ufficio del giudice preliminare in vista dell’udienza per i rinvii giudizio, primo test della bontà del lavoro investigativo svolto nell’arco di un mese e mezzo tra la prima e la seconda rapina. Al momento ai quattro arrestati della prima ora (cui si sono aggiunti altri 5 personaggi qualche giorno dopo) non viene contestata la partecipazione al colpo da quasi 600 milioni avvenuto nell’agosto scorso al Credito Bergamasco di Calolzio anche se le riprese del circuito chiuso della banca avrebbero contribuito ad incastrare i due malviventi entrati materialmente in azione (due le persone rimaste ferite in quell’assalto) e il basista che dovrebbe essere lo stesso che ha preparato gli assalti a Oggiono e Sirone (quest’ultimo rinviato di qualche giorno rispetto alla data originaria per la morte di don Giuseppe Brambilla, parroco del piccolo centro brianzolo, le cui esequie avrebbero potuto creare problemi in occasione della fuga dopo l’assalto). Da valutare poi in un secondo tempo la posizione dei primi quattro arrestati per quel che concerne gli altri colpi, alcune decine, che vengono addossati all’organizzazione di siciliani.
