Merate: Marinella Colombo, presenta il suo libro 'contro' l'ente che le ha sottratto i figli

Una vicenda che sembrerebbe avere del surreale quella presentata nella dalla dottoressa Marinella Colombo, madre di due figli che non vede da un anno e mezzo e autrice del libro "Non vi lascerò soli" che si prefigge lo scopo di non abbandonare altri genitori  che si trovino in circostanze come la sua.

Marinella Colombo

Il problema, secondo la donna, è infatti la disinformazione riguardo quelle che sono le conseguenze per chiunque abbia un coniuge tedesco o per chi porta il proprio figlio in Germania un periodo più lungo di sei mesi.
Nella nazione della Merkel, così come in Austria e nella Svizzera tedesca, sussiste lo Jugendamt (tradotto "amministrazione della gioventù"), agenzia statale completamente indipendente istituita da Hitler nel 1939, che si occupa (almeno attenendosi alla definizione) di tutela dei minori garantendo quello che dovrebbe essere il kindeswohl ("bene del bambino"). Lo Jugendamt è una vera e propria realtà che la costituzione prevede autonoma e con pieni poteri, che interviene in ogni caso in cui un minore sia a "rischio" di abbandonare la Germania.

Nel corso quindi di una separazione, tale ente entra in gioco, in qualità di vero e proprio terzo genitore, "imponendo la sua decisione alla coppia e ai giudici stessi, che si devono obbligatoriamente trovare in accordo con quanto stabilito dallo Jugendamt". I minori nati in Germania, o con un vissuto di sei mesi su suolo tedesco, non possono più abbandonarlo, intrappolati in quello che Marinella definisce ironicamente "il nuovo muro, non più a Berlino ma lungo i confini. Il coniuge straniero viene allontanato dai figli per mezzo di una decisione presa univocamente dai giudici tedeschi, con moventi molto vaghi e soprattutto non provati che possono spaziare dal maltrattamento al sequestro di minori, all'intenzione di rapimento, e perde concretamente ogni potere e ogni diritto su di essi, persino quello di visita". Il suo unico compito rimane quello di sostenerli economicamente a distanza, facendo confluire soldi nelle casse tedesche. "Neppure un genitore che perda il lavoro è tutelato: lo Jugendamt anticipa la somma, ma la esige negli anni a venire con interessi ben maggiori".

I documenti mostrati nel corso della serata

Oltretutto non è raro, come è successo in prima persona a Marinella, che il genitore venga perseguito penalmente con l'accusa (secondo l'articolo 235 del codice tedesco) di portare il bambino, o avere l'intenzione di portarlo, fuori dalla giurisdizione tedesca. La situazione appare chiaramente assurda e drammatica al contempo: bambini completamente sradicati dalla loro doppia nazionalità, allontanati da tutto ciò che possa costituire un contatto con il Paese, la cultura e la lingua del loro genitore non-tedesco e che quindi possa minare il loro essere esclusivamente germanici. Perché è questo che, secondo Marinella Colombo, la Germania vuole: "crescere il maggior numero possibili di futuri cittadini tedeschi, garantirsi un futuro con una grande forza lavoro e quindi un futuro da nazione egemone, come lo è al momento in Europa e come vuole rimanere.  Ogni anno in Germania i bambini nati sono un milione in meno rispetto al precedente, la demografia è nettamente in calo e,  per di più un quarto dei nati sono stranieri (la seconda comunità più presente dopo i turchi è quella italiana). Di qui a qualche decennio il Paese perderebbe dunque il predominio, superata dalla Francia, ma non si vuole che questo accada".

Quello a cui lo Jugendamt ricorre, ha spiegato la mamma-scrittrice, è "un vero e proprio tranello, uno stratagemma abilmente celato dietro documenti e parole troppo vaghi e soprattutto non chiaramente mostrati, in grado di insinuarsi profondamente nella vita di una famiglia e sconvolgerla per sempre".
Marinella, laureata e con una conoscenza di ben cinque lingue, non si lascia ingannare dalle parole, ma pone molta attenzione proprio su di esse, vero motore di quella che definisce una truffa, ed è fermamente convinta a non lasciar cadere la sua causa, affinchè prima o poi si ponga freno a questa scelleratezza. Ciò che maggiormente lascia perplessi è l'impossibilità di agire, di fronte a presunte leggi e decreti non chiaramente esposti ma per qualche motivo inviolabili. Le sentenze emesse hanno un'apparenza legale impeccabile, ma, aggiunge l'autrice, "peccato siano prive di fondamento". "Lo Jugendamt agisce silenziosamente e prestando molta attenzione a non lasciare trasparire troppo il suo operato, redige abitualmente fascicoli su ogni caso, senza la possibilità che questi fascicoli siano letti integralmente dalla controparte e quindi senza possibilità di modifica alcuna". Marinella si è battuta nonostante questo per avere copie dei dossier riguardanti il suo caso, ha interpellato il CEED (Conseil Européen des Enfants du Divorce, organizzazione europea che si occupa appunto di sottrazione di minori in caso di separazione) e molto faticosamente è riuscita a ottenerle. Risultato (testimoniato da fotografie mostrate durante la presentazione): i documenti che le sono pervenuti presentano gran parte delle righe cancellate, in modo che la lettura risulti impossibile.

"I decreti e i principi su cui si basa lo Jungendamt e in base ai quali agisce, oltre a essere solo parzialmente noti, sono anche difficilmente interpretati negli altri stati e tradotti nelle altre lingue, con ulteriori rischi di malinterpretazione e conseguenti difficoltà da parte dei giuristi stranieri nel trattare i casi. Molti lemmi tedeschi impiegati non trovano una reale corrispondenza nei vocabolari delle altre lingue, comportando problemi giuridici non indifferenti. La giustizia straniera e in particolar modo quella italiana forse più di altre, ha molta poca dimestichezza a riguardo, il più delle volte non è a conoscenza del "problema Jugendamt"" e, Marinella stessa, testimonia di aver a lungo peregrinato alla porta di molti avvocati prima di trovarne qualcuno realmente disponibile a crederle, ad informarsi e ad occuparsi  del suo caso. "Gli avvocati tedeschi invece, ben consapevoli della realtà delle cose, non possono comunque in nessun modo intervenire nell'aiuto di un cittadino straniero, poiché il giuramento al quale si sono sottoposti all'inizio della loro carriera prevede il servizio della comunità tedesca". Tra il pubblico, erano presenti anche altri genitori come lei vittime di sottrazione dei minori, che hanno fornito la loro testimonianza al termine della presentazione di Marinella.
Non abbiamo statistiche ufficiali dei casi effettivi come quello della dottoressa Colombo, ma si contano annualmente 140.000 bambini a "rischio Jugendamt" e migliaia di petizioni contro tale ente giungono quotidianamente al parlamento europeo. Una soluzione al problema sembra apparentemente impossibile, ha infine dichiarato Marinella, sottolineando come sia deludente notare quanto la giustizia italiana così come quelle degli altri paesi europei e l'unione europea stessa siano in un certo senso piegate al volere tedesco. "E' evidente però che cercare di modificare alle radici lo statuto dello Jugendamt sia operazione ben lungi dall'essere attuabile, perlomeno in tempi brevi. L'unica arma di ribellione è la comunicazione, l'arma più preoccupante per lo Jugendamt". A Marinella era stato impedito da un giudice di comunicare. Ma, ben lontana dall'arrendersi e dall'assecondare le volontà di quest'organizzazione che ha già causato troppi danni irreparabili, quella che lei auspica è molto semplicemente una banale opera di informazione pubblica, affinchè qualsiasi cittadino, libero di fare le scelte che ritiene più opportune per la sua vita, sia consapevole dei problemi a cui potrebbe eventualmente andare incontro in determinate circostanze. Questo dunque lo scopo della serata e del discorso di Marinella: non mettere a tacere la questione, anzi pubblicizzarla ed esporla in modo chiaro, così da limitare i danni e le sofferenze di altri genitori come lei e in un futuro chissà, di poter porre fine a una simile ingiustizia.

Marinella Colombo è la mamma che dal 2008 si batte per i propri figli, contro lo Jugendamt tedesco. Nel 2006, quando si separa dal marito tedesco, Marinella ottiene l'affidamento dei figli. Da subito però lo Jugendamt, l'istituzione che in Germania interviene in ogni causa di separazione in cui sono coinvolti dei minori, si insinua nella sua vita. Nel 2008, per non perdere il proprio lavoro, Marinella è costretta a tornare in Italia. Pur essendoci un accordo tra lei e il marito, a sua insaputa una mattina Leonardo e Nicolò sono prelevati dalle forze dell'ordine a scuola, e riportati a Monaco di Baviera. Marinella scoprirà anche che sulla sua testa pende un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minori, emesso già mesi prima, mentre i bambini, però, erano in vacanza con il marito! Ma le irregolarità non si fermano qui: la sua drammatica vicenda porta alla luce le pratiche anomale e discriminanti dello Jugendamt nei confronti dei coniugi stranieri di coppie miste, testimoniate dalle decine e decine di cause pendenti presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Oggi i bambini sono in Germania, il giudice tedesco scrive che manca loro moltissimo la mamma, ma respinge ugualmente ogni richiesta avanzata da Marinella per non essere cancellata dalla vita dei suoi figli. Per oltre un anno Marinella è stata agli arresti domiciliari con l'accusa di sottrazione di minore. Ora che le è stata restituita la libertà (ma non i figli) prosegue la sua indomita lotta. Oggi Marinella vuole mettere la propria drammatica esperienza al servizio della conoscenza: - sia perché a livello giuridico nazionale ed europeo venga posto un freno all'ingiustizia sistematicamente perpetrata dallo Jugendamt ai danni dei genitori non tedeschi, come di regola accade, in nome de "Il mio diritto tedesco al di sopra di tutto" (Mein deutsches Recht über alles), - sia per favorire una ampia presa di coscienza da parte dei cittadini, uomini e donne, non tedeschi in merito ai "rischi" che corrono o potrebbero correre realizzando un progetto familiare con un partner tedesco. Un'informazione che, lungi dall'essere discriminante, aiuti viceversa a prevenire drammi e inaccettabili discriminazioni analoghi a quello di Marinella e di migliaia di altri casi. Questo è il suo primo libro.
MARINELLA COLOMBO Non vi lascerò soli In lotta con la giustizia che mi ha sottratto i figli Ed. Rizzoli



Francesca Brivio
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