Montevecchia: Successo per l’incontro sulla preistoria al Parco
Hanno imparato che la carta geologica del Parco del Curone è composta da rocce antiche di substrato e da sedimenti più recenti e che questi strati, se ordinati, raccontano la storia del territorio montevecchino proprio come fossero le pagine di un libro.
immaginazione, abitava un tempo, milioni e milioni di anni fa, il territorio del “colle”, una zona in cui secoli or sono terminavano i ghiacciai delle “epiche” glaciazioni. Hanno immaginato tanti uomini e donne, più o meno come le loro mamme e papà, che durante quel periodo chiamato Paleolitico lavoravano la selce per fabbricarsi gli strumenti e sopravvivevano cacciando e raccogliendo i doni commestibili della natura.
E per far sì che questo primo approccio alla preistoria fosse ancora più accattivante, dopo la conferenza, i bambini sono stati protagonisti di un pomeriggio all’insegna dell’educazione ambientale, proposto dai volontari. Si sono impegnati, infatti, tramite l’uso dei pigmenti del burro, del lardo, delle argille e della carbonella, a realizzare dei veri e propri graffiti rupestri, adoperando dei colori il più possibile simili a quelli impiegati dagli uomini primitivi. Dopo una passeggiata nel Parco, i bimbi hanno quindi fatto merenda in compagnia, con cibi che hanno rievocato il più possibile i pranzi e le cene dei nostri antenati: miele, nocciole, latte e tante altre sfiziosità naturali.



immaginazione, abitava un tempo, milioni e milioni di anni fa, il territorio del “colle”, una zona in cui secoli or sono terminavano i ghiacciai delle “epiche” glaciazioni. Hanno immaginato tanti uomini e donne, più o meno come le loro mamme e papà, che durante quel periodo chiamato Paleolitico lavoravano la selce per fabbricarsi gli strumenti e sopravvivevano cacciando e raccogliendo i doni commestibili della natura.





E per far sì che questo primo approccio alla preistoria fosse ancora più accattivante, dopo la conferenza, i bambini sono stati protagonisti di un pomeriggio all’insegna dell’educazione ambientale, proposto dai volontari. Si sono impegnati, infatti, tramite l’uso dei pigmenti del burro, del lardo, delle argille e della carbonella, a realizzare dei veri e propri graffiti rupestri, adoperando dei colori il più possibile simili a quelli impiegati dagli uomini primitivi. Dopo una passeggiata nel Parco, i bimbi hanno quindi fatto merenda in compagnia, con cibi che hanno rievocato il più possibile i pranzi e le cene dei nostri antenati: miele, nocciole, latte e tante altre sfiziosità naturali.

L'archeologo Gabriele Martino e Franz Livio

Selena Tagliabue























