Santa Maria: un'agave di trent'anni cresce nel giardino di una abitazione, raggiunge gli 8 metri di 'fusto', fiorisce e poi muore


L'agave dei signori Colombo e la figlia
Salvare una pianta da un giardino pronta per la discarica, piantarla nel proprio e dopo vent’anni vederla fiorire per la prima volta e morire in pochi giorni. E' l'esperienza vissuta dai coniugi Severino e Mimma Colombo di Santa Maria che hanno salvato, curato, visto crescere e poi morire una splendida pianta di agave. Una meraviglia della Natura che è riuscita a commuoverli. L’agave è infatti una pianta tropicale, molto diffusa in Messico, India, Sud America e fascia mediterranea che difficilmente riesce a sopravvivere per un lungo periodo qui in Brianza. La pianta dei signori Colombo, non solo è sopravvissuta per quasi tre decenni ma è anche riuscita a produrre un fiore alto la bellezza di otto metri, praticamente il massimo delle sue capacità. La fioritura ha segnato però le sorti dell’arbusto: per natura, infatti, l’agave fiorisce una volta sola nella sua “vita” in quanto il fiore prosciuga le radici e le foglie decretando così la morte della pianta stessa.
“Qualche giorno fa ci siamo accorti l’agave si stava seccando” ha raccontato la signora Mimma “Poi abbiamo notato il fiore. In un mese, praticamente a vista d'occhio, ha raggiunto gli otto metri di altezza. Una cosa impressionante! E impressionante è stato anche vedere come la linfa della pianta venisse completamente assorbita dal fiore”. Soddisfazione dunque per aver visto la propria agave arrivare al culmine della sua bellezza ma anche quel pizzico di tristezza nel vederla perire, complici anche le piogge delle ultime settimane. “Quella pianta aveva circa trent’anni” ha ricordato la signora Colombo “A casa nostra era arrivata nei primi anni novanta. L’abbiamo presa da un giardino da cui doveva essere estirpata. Per portarcela a casa è stato necessario prendere una draga e il lavoro di quattro uomini”. Le cure prestate dai coniugi e la posizione favorevole in cui è stata collocata l’hanno dunque salvata. Ma per dare continuità dai germogli basali della pianta madre sono stati infatti prelevati un gran numero di nuove piantine che la signora Mimma ha sparso nel proprio giardino. “Amo il mare e vendendole mi piacerebbe che a mio marito venisse voglia di portarmici” ha ammesso simpaticamente. Ora non resta altro che aspettare che una delle piante “figlie” fiorisca. L’attesa è lunga. Ci vorranno almeno un’altra ventina di anni. “Ma io ci sarò” assicura sorridendo Mimma.



La pianta nella sua interezza e, a destra, il fiore


Alice Mandelli
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