CONDANNATE 2 DELLE 3 ASSASSINE DI SUOR LAURA AMBRA RITENUTA INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE



Suor Maria Laura Mainettti


Due delle tre ragazze responsabili dell’uccisione di suor Maria Laura Mainetti, 61 anni, assassinata il 6 giugno dello scorso anno all’interno del parco delle Marmitte Giganti, a Chiavenna, sono state condannate per omicidio questa sera dal giudice preliminare Anna Poli al termine di un’udienza durata l’intera giornata. Si tratta di Veronica e Milena che dovranno scontare 8 anni e mezzo di carcere (più altri 20 giorni per Milena che doveva rispondere anche di furto). Prosciolta invece Ambra: secondo il giudice è incapace di intendere e volere. La sentenza è destinata a far discutere. Il pubblico ministero Cristina Rota, al termine della sua requisitoria, aveva infatti sollecitato proprio per Ambra la condanna più severa a 15 anni e 4 mesi di carcere ritenendo di chiedere 11 anni e 4 mesi per Veronica e a 10 anni e 4 mesi per Milena. Tutte e tre le ragazze, secondo il magistrato, quella sera erano in grado di capire perfettamente quanto stavano facendo (contrariamente a quanto asserito ancora oggi dai difensori che hanno avuto, almeno in parte, partita vinta per la posizione più delicata). Una ricostruzione dei fatti e una richiesta di condanna che aveva trovato consenziente anche l’avvocato Michele Cervati, di Colico, rappresentante della famiglia Mainetti, originaria di Tartano, in Valtellina. “Sono richieste di pene – ha detto commentando le richieste del magistrato – proporzionate alla gravità del fatto”. Lo stesso Cervati, riflettendo sull’intera vicenda, in passato ha avuto modo di affermare: “Non è stato possibile avere conoscenza precisa di come sia stato commesso l’omicidio, fatto sta che si è cercato di capire se suor Laura fosse in ginocchio al momento dell’assassinio. La questione sarà oggetto di analisi da parte dell’autorità ecclesiastica anche alla luce della totale disponibilità della suora ad aiutare i bisognosi. Anche nella circostanza dell’omicidio era stata chiamata da una delle ragazze con la scusa di una richiesta d’aiuto. La famiglia ha chiesto a me di seguire l’iter processuale per una questione di fiducia. I famigliari non cercano né risarcimenti né vendetta, nel loro tremendo dolore riescono a mantenere una dignità unica e ammirevole”. Quest’omicidio “è un episodio che come cattolico praticante mi ha fatto nascere sentimenti particolarmente dolorosi. La speranza di tutti è che la figura di suor Laura venga elevata agli onori degli altari con una beatificazione che renderebbe giustizia a una donna eccezionale che si è sacrificata per aiutare gli altri”. Possibile che le tre ragazze oggi siano realmente pentite? “Mi auguro si pentano davvero. – ha sottolineato di recente don Ambrogio Balatti, ex direttore del Conservatorio di Como, l’uomo che secondo le confessioni delle tre ragazzine era uno dei primi loro obiettivi - Spero abbiano fiducia nel perdono che la suora ha dato loro mentre la stavano uccidendo: sarà questo che le aiuterà a redimersi e a ritrovare speranza nella vita e sarà questo il miracolo di suor Laura”. Sulla possibilità di giungere al perdono delle tre Michele Cervati ha le idee chiare: “Non confondiamo l’aspetto morale e quello giudiziario perché non è possibile pretendere che il perdono si ottenga subito. Ci sono piccoli segnali che lasciano intendere che forse è stata imboccata la strada giusta, ma solo il tempo potrà testimoniare la bontà delle scelte che sono state fatte”. Suor Laura, al secolo Teresina Mainetti, nacque nel 1939 a Tartano (Sondrio). Quella data ha sempre rappresentato per la sua famiglia una gioia e insieme un dolore assai profondi. La madre, infatti, nel darla alla luce morì per alcune complicazioni. Il vescovo di Como, Alessandro Maggiolini, nelle ore successive al fatto di sangue ebbe parole durissime: “Chiedo che il responsabile del delitto sia preso per poterlo guardare in faccia e, anche se a fatica, perdonare”. Oggi l’ultimo atto.
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