
Eliseo Penati
Giovedì sera, presso la Sala Civica di Viale Sommi Picenardi a Olgiate Molgora, si è svolta un'interessante serata dedicata al misterioso mondo dei funghi. All'apputamento sono intervenute una quarantina di persone, tra curiosi, veri
fungiatt o semplici appassionati. L'incontro rientra nel ciclo di conferenze organizzato dal Comitato Parco Locale del Monte Brianza - e patrocinato dal locale assessorato all'Ambiente - intitolato 'Primavera nel Parco', pensato allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sulla realtà territoriale nelle sue varie declinazioni floro-faunistiche e culturali. Relatore della serata è stato Eliseo Penati, dell'Associazione Micologica Bresadola, gruppo di Missaglia, vera e propria istituzione a livello regionale per ciò che riguarda la micologia.
"Siamo nati nel 1981 e attualmente abbiamo 200 soci - ha spiegato Penati -
provenienti principalmente dalle province di Como, Bergamo e Milano. Il nostro obiettivo è lo studio dei funghi, in particolar modo di quelli locali. La nostra realtà territoriale ci offre due flore ben distinte: quella delle colline appenniniche e quella delle colline alpine, verso la Valtellina. Qui in brianza la fanno da padrone il castagno e la quercia, con la relativa realtà micologica." Penati ha quindi spiegato che i funghi appartengono a un regno a parte, a metà tra quello animale e quello vegetale:
"Come le piante sono statici, ma non hanno la fotosintesi clorofilliana e non possono quindi essere considerati vegetali. Ricordiamoci sempre che il fungo che vediamo spuntare dal terreno è in realtà il frutto di una pianta sotterranea che è il miceto. Condividono con il regno animale la possibilità di essere saprofiti, quando si nutrono di qualcosa di morto; parassiti, quando si nutrono di qualcosa di vivo; e simbiotici, che si combinano con un'altra specie. Si riproducono sessualmente lasciando cadere nell'ambiente le spore, da cui nascono i miceli primari. I funghi svolgono un ruolo importante, quello di spazzini biologici, perchè si nutrono indifferentemente di sostanze animali e vegetali, e restituiscono all'ambiente i principi elementari per la nascita di nuova vita."
Penati ha invitato tutti i neofiti della raccolta - i veri
fungiatt lo sanno da sempre - a utilizzare cestini di vimini e mai sacchetti di plastica in modo che le spore possano diffondersi anche quando il fungo è stato raccolto.
Durante la serata Eliseo Penati ha illustrato con passione e competenza le caratteristiche di alcune specie di funghi presenti sul nostro territorio, precisando che quando si parla di commestibilità del fungo va sempre inteso commestibilità 'da cotto':

Agaricus campestris, conosciuto anche come prataiolo.
"Attenzione - ha spiegato Penati -
se allo strofinìo diventa giallo è tossico, e ha odore di inchiostro di china."Lepiota cristata, semplicemente mortale.
"Ha un odore pungente. La specie conosciuta come 'Bruna Incarnata' contiente lo stesso principio attivo dell'ammanita falloide. Attenzione ai bambini, che spesso vengono attratti dal suo colore."
Paxillus involutus, anch'esso mortale.
Collybia fusipes, dal gambo appuntito e radicante.
"C'è chi lo considera commestibile e chi no. In ogni caso non mangiare mai il gambo."

Fistulina hepatica, conosciuto col nome popolare di 'lingua di bue'.
"E' commestibilissimo. Al taglio sembra carne fresca."
Chlorosplenuim aeruginascens, specie dalla splendida colorazione verderame. "
Lo si può vedere da aprile a novembre. Cresce su legno marcescente di latifoglia, dove il micelio colora il legno di verde-azzurro."Ganodema lucidum, dal cappello brillante.
"La cuticola appare brillante, come laccata, perchè contiene chitina, la stessa sostanza che forma l'esoscheletro degli insetti. Non è commestibile. Nelle nostre case è spesso utilizzato come soprammobile."

Amanita caesarea, ricercatissima e rara.
"Per la sua bontà veniva donata ai cesari. Oggi in Lombardia ne è vietata la raccolta 'in uovo', ovvero quando il fungo non ha ancora completato il suo sviluppo. E' il fungo più pregiato dopo il tartufo. Pretende boschi puliti, senza rovi che inacidiscono il terreno. Dalle nostre parti lo si chiama cocch. Attenzione a non confondere la cesarea con la falloide o con l'aureola, entrambe velenose." 
Amanita phalloides, presente nel Parco del Curone. Mortale.
"La maggior parte delle intossicazioni sono attribuibili a questo fungo. La sindrome è a lunga incubazione, e si manifesta a una distanza di 10-12 ore dall'ingestione. 20 gr di questo fungo mandano al creatore un uomo di 70 kg. E anche chi sopravvive spesso deve sottoporsi a trapianto di fegato. La si può riconoscere per la cuticola secca, sericea, con striature longitudinali più scure. E' policromatico. Lo si può trovare col cappello del classico colore verdastro, ma anche giallastro, bruno-nocciola o bianco, nella pericolosa varietà alba. Gli animali selvatici la mangiano, ma hanno un altro metabolismo. Purtroppo il sapore della carne di questo fungo è buono, sa di nocciola. Non ha odore se non quando diventa vecchio, allora puzza in maniera nauseabonda." Amanita muscaria,
alba e panterina, così chiamata per la sua proprietà insetticida.
"Velenoso, ma meno della falloide. Ha un'azione psicotropa e allucinatoria e una gastrolesiva. Quasi assente nel Parco del Curone. Abbondante in Valsassina."
Armillaria Mella,
"Per lungo tempo è stato considerato commestibile, perchè la sua azione di distruzione delle cellule epatiche si innesca dopo che lo si è mangiato più volte. La prima volta non fa niente, e nemmeno la seconda. Poi ci si alza da tavola con un senso di pesantezza e si da la colpa al vino, invece è l'armillaria che ci sta distruggendo il fegato. Pericoloso."

Boleto, commestibile nelle quattro qualità:
edulis (conosciuto popolarmente come
magnan),
aereus (migliore in assoluto per consistenza e profumo),
aestivalis e
pinophilus. "Il boleto è il fungo più ricercato dai fungiatt nostrani per la sua carne bianca, immutabile al taglio, soda, per il suo ottimo sapore e profumo."

Boletus satanas, velenoso, pecora nera della famiglia dei boleti.
"Il satanas provoca vomito istantaneo, quindi è difficile che crei danni gravi. Il gambo si tinge di azzurro al tocco. L'odore della sua carne è debole, il sapore dolciastro." 
Il ciclo di incontri organizzati dal Comitato Parco Locale del Monte Brianza si concluderà giovedì 29 marzo con una conferenza dal seguente titolo: Consonno: una storia emblematica, a cura di Giovanni Zardoni. L'appuntamento è sempre alle 21:00 presso la Sala Civica di Viale Sommi Picenardi a Olgiate Molgora: