Olgiate: cronaca semiseria, ma vera e sofferta di 45 minuti in fila alle Poste tra Pc impallati e raccomandate smarrite

Sulle Poste di Olgiate Molgora
messaggio: buongiorno, vorrei mettere in evidenza il grande problema che colpisce la posta di Olgiate Molgora. Ormai da settimane riscontro la poca competenza (nel senso descritto poco sotto) ed educazione di alcuni addetti delle poste del mio paese. Sono davvero indignata e vorrei che ci si decida a dare ai cittadini di questo paese, un servizio come si deve perchè non è possibile andare avanti cosi. i problemi che io stessa ho riscontrato sono i seguenti:
Non si riesce ad aprire un c/c corrente BANCO POSTA CLICK perchè si dichiarano "non competenti" per la modulistica e mi riferiscono che devo attivarmelo da sola!!!!!!!
Non si riesce a spedire un pacco celere, perchè hanno finito i moduli e fino a lunedi non è possibile darlo in consegna.
Vi chiedo quindi di aiutarci a mettere in evidenza questo terribile caso e di aiutarci a risolverlo, perchè è davvero impossibile continuare cosi, in quanto ci vediamo continuamente costretti ad andare in un'altra Posta più competente come quella di Calco dove gli addetti sono cordiali, competenti e ben organizzati.
Bisogna inoltre pensare alle pensione anziane che non si possono permettere di cambiare posta come noi giovani che abbiamo la disponibilità di spostarci.
è ora di dare un servizio migliore a noi cittadini di Olgiate!

Mara
Questa paginetta vuole essere una cronaca semi-seria di 45 minuti della nostra, si spera lunga, esistenza trascorsi all'interno dell'ufficio postale di Olgiate Molgora. Una sorta di "incursione" in stile "Striscia" armati però, non di telecamere o microfoni nascosti, ma semplicemente di tanta, santa pazienza. Quella pazienza necessaria per verificare personalmente alcune segnalazioni giunte in redazione, come quella della lettrice Mara pubblicata qui sopra. E proprio con la volontà di chiedere delucidazioni sulla modulistica necessaria per aprire un conto corrente Banco Posta Click ci mettiamo in coda. Davanti a noi sette persone di cui due già "servite" dagli operatori agli sportelli.
L'ufficio postale di Olgiate Molgora
L'ufficio postale appare già di per sé un po' freddino ma forse "minimale" è l'aggettivo che si presta meglio. Le tre sedie posizionate per rendere l'attesa più confortevole, all'interno dello stanzino angusto antistante il lungo bancone, al nostro ingresso (mannaggia che sfortuna!) sono già occupate ma "va beh - pensiamo - dinnanzi allo sportello "servizi banco posta", quello che fa al caso nostro, ci sono solo due persone, una decina di minuti e abbiamo fatto". Peccato però che la coppia, marito e moglie, già "ricevuta" dal "nostro" impiegato debba prelevare una tal cifra da un non meglio identificato conto ma... mancano i contanti. Serve dunque procedere, sempre da parte del "nostro" uomo seduto dietro al vetro, alla compilazione di un assegno e di tutte le scartoffie necessarie per autorizzare e dare traccia dell'operazione. E la cosa, a quanto pare, è piuttosto complicata. Le cose vanno per le lunghe, il marito brontola mentre la moglie inganna l'attesa chiacchierando con la cliente successiva. In teoria, ma solo in teoria, le operazioni di chi è in coda per i "servizi postali" dovrebbero procedere più velocemente. "Che fine ha fatto la mia raccomandata?" potrebbe essere il titolo del giallo con protagonista la prima utente pronta a una via Crucis per recuperare la propria missiva dispersa nel nulla. "Che (beep) mi hai fatto venire a fare?" , con tanto di citazione dell'organo sessuale maschile, invece l'interrogativo balzato nella mente del secondo ragazzotto in coda quando è stato il suo turno. Agitando infatti un tagliandino azzurro, lamentava dinnanzi all'operatore la mancata consegna di un qualcosa che, invece, a detta sua, lo stesso operatore, il giorno precedente gli aveva assicurato che avrebbe potuto trovare ma che, al momento, non c'era. "Puoi aspettare un attimo li" propone da dietro lo sportello l'impiegato, probabilmente imbarazzato. "Ho già aspettato 20 minuti, non ho altro tempo da perdere" ribatte l'utente prima di (scusate il gioco di parole) sbattere la porta uscendo a passo militare. Avanti il terzo...  "Mi sa che chel lè l'è nov" sentenzia la signora seduta su una delle seggiole, riferendosi all'impiegato che, effettivamente appare giovincello. Non per niente, in suo aiuto, per evadere la terza richiesta dal nostro arrivo nell'ufficio, interviene l'operatore dello sportello "Servizi banco posta" (davanti al quale, a momenti i coniugi, in attesa dell'assegno, piantano le radici). Terminato l'intervento di "pronto soccorso", è il "nostro" a chiedere il sostegno di una collega che, come una fata, compare all'improvviso da una delle stanzette posizionate dietro le pareti della zona del front office. La donna da le sue indicazioni: "evvai che ci diamo una mossa" pensiamo noi. Poveri ingenui! La cosa sembra invece essere proprio complicata. Ai "servizi postali" intanto avanza il quarto maratoneta: una signora che cordialmente porge all'impiegato una busta dicendo "questa è arrivata a me ma non è mia". Ma allora non è solo l'ufficio ad avere problemini... "Da quando è andato in pensione il postino siamo nella m... (altro beep!)" ci spiega, senza nemmeno averla interpellata, una delle presenti che sente proprio il bisogno di sfogarsi. Le riveliamo chi siamo e cosa stiamo facendo: "Di cose da scrivere ne avrai parecchie" dice lei, aprendo, come si usa dire, il proprio quaderno delle doglianze. Ma finalmente, dopo mezz'ora dal nostro arrivo, la coppia allo sportello "Servizi di banco posta" leva le tende: "una ola, per piacere" propone, mentalmente, il nostro "omino del cervello". Ma ci guardiamo intorno, ormai non è rimasto quasi più nessuno. Anche la signora che ci precedeva, ha lasciato la nostra coda per rivolgersi all'altro impiegato per portare a termine un'operazione che, se non ci fosse stato nessuno prima di lei, le avrebbe richiesto si e no 30 secondi... e invece li dentro ci ha speso almeno 30 minuti... Secondi, minuti: insomma, che differenza fa!
Stoicamente siamo arrivati in fondo: eccolo li, il "nostro" operatore ora è davvero "nostro". "Aspetti un attimo che finisco una cosa" ci dice. "Aspetti? Un attimo? Ma cribbio è mezz'ora che aspetto" vorremmo dire mandandolo, veloce veloce, a quel paese. E invece, con un certo sforzo, sorridiamo... "Che sarà mai un attimo dopo una mezz'ora d'attesa! Puff... Il disco orario, nel parcheggio vicino al comune vale 90 minuti, c'è ancora tempo!" ironizziamo mentalmente, sempre dialogando con l'amico omino del cervello. Da veri impiccioni leggiamo la scheda dei nostri predecessori lasciata li sul banco dall'impiegato (W la privacy!). Il computer si è impallato ancora. Il "nostro" uomo chiama di nuovo la fatina che arriva, armeggia ma nulla, l'operazione non riesce. Metti il codice, togli il codice, chiudi, apri...Se avessimo l'orologio potremmo dire "e intanto le lancette girano" ma ne siamo sprovvisti. I minuti per noi passano sul display del cellulare che proprio in quel momento si illumina. Una chiamata. E no, non possiamo rispondere. Cavolo, tocca a noi. "Mi dica" esordisce (per la seconda volta) il signore allo sportello. "Guardi, vorrei qualche informazione sul conto corrente Banco posta click". "Banco click?" - paura e panico sui suoi occhi - "Aspetti.... ("oddio no, ci risiamo", pensiamo noi) che la faccio parlare con la collega". E di nuovo compare la fatina, celestiale visione lì dentro che, con fare da mamma, con calma e semplicità ci spiega come funziona il tutto, consigliandoci di... lasciare perdere il conto "Click" dove tutto si dovrebbe svolgere online per concentrare invece le nostra scelta sul conto "Plus", più tradizionale e con tanto di possibilità di rivolgersi gratuitamente agli sportelli postali. Gratuitamente, si ma intanto "timbriamo" l'uscita da lì dentro 45 minuti dopo l'entrata. Gulp!
Alice Mandelli
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