Il caso Lega / Prefettura : una sporca “fazenda” di mezza estate




Giulio de Capitani Giorgio Siani Stefano Galli Ugo Parolo
Non si vende la pelle dell’orso prima ancora di averlo catturato. E una storia vecchia, non necessariamente dialettale, che induce alla prudenza. Applicato alla politica il detto, debitamente rivisitato, si potrebbe tradurre così : “ Aspetta e spera, la vendetta è meglio consumarla di sera”“. E preferibilmente in silenzio. La Lega Nord no. Il partito degli onesti, il partito dei puri ,il partito dei “ Mai con Berluscaz! “, ha scoperto la trasparenza. E preannuncia sfracelli perché, come dice il consigliere regionale Stefano Galli ( che Dio protegga il suo prossimo portaborse!)“ci penserà il nuovo Ministro degli Interni che sarà leghista dopo le politiche dell’anno prossimo “. Galli forse voleva dire “ Ministro delle Interiora “ più che degli Interni dal momento che se potesse strappare le budella al viceprefetto vicario di Lecco Antonio Pusateri lo farebbe senza pensarci un attimo. Oddio : il violento dovrebbe essere Giorgio Siani che è la vittima del detestato burocrate di Stato, ma il cipiglio giusto quello ce l ‘ha il Galli . E’ lui il Mel Gibson del Resegone. E’ lui “ el padrun del camp e della vigna “ .
Ma di cosa stiamo parlando ? Lo hanno raccontato in una conferenza stampa il 1 agosto i quattro cavalieri leghisti dell’apocalisse : il parlamentare italiano e sindaco di Colico Ugo Parolo, il segretario provinciale dei lumbard Giulio De Capitani, il consigliere leghista della regione lombardia, presidente lombardo della Lega e commissario lecchese Stefano Galli e, buon ultimo, il diretto interessato e presunta vittima del bieco figuro della prefettura, il sindaco di Mandello del Lario Giorgio Siani. Il quale avrebbe dovuto avvertire l’opportunità di non farsi vedere. Ci si astiene da certe presenze. Non ci ha fatto una bella figura. In fin dei conti i 4 mesi di reclusione, le 400 mila lire di multa e i 75 milioni da rimborsare alle casse comunali se li è trovati lui sul gobbo, mica il viceprefetto.
Allora : detto in quattro parole – perché dalla lettura di intere pagine di giornali non si riesce ad arrivare al dunque - i quattro ufficiali dell’esercito leghista accusano Antonio Pusateri di avere posto in essere una serie di atteggiamenti improntati a spudorato ostruzionismo avente il fine di non consentire la ricandidatura di Giorgio Siani alla carica di Sindaco di Mandello del Lario.
E perché il Pusateri avrebbe fatto ostruzionismo ? Perché, nominato commissario prefettizio dopo la caduta della Giunta Siani, aveva ritenuto di annullare la delibera con la quale la stessa Giunta aveva accettato la somma di 2.000.000 proposta da Siani a titolo di risarcimento e subito versata nelle casse del Comune.
Ma risarcimento di che ? Del fatto che il sindaco di Mandello sei anni prima, nel 1993, aveva dichiarato il falso al fine di percepire un’indennità di carica in misura doppia rispetto a quella spettante. Una truffa bella e buona perpetrata – certamente in buona fede - ai danni dei cittadini mandellesi. Denunciato, è assolto da Francesco Nese in Tribunale a Lecco, condannato a Milano in Corte d’Appello e, infine, condannato con verdetto definitivo dalla Corte di Cassazione.
La giunta leghista del paese rivierasco vuole chiudere il caso e, prima della pronuncia della Cassazione accetta la proposta d’indennizzo. Giusto che sia così. I leghisti “ credono nella giustizia, nell’affermazione della verità e nelle istituzioni quando queste sono al servizio dei cittadini “. Sono parole di Parolo ( scusate la cacofonia ) apparse a sua firma sul quotidiano La Provincia del 6 agosto 2.000.
E cosa fanno i leghisti nel marzo del 1999 in quel di Mandello del Lario? Accettano una miseria di indennizzo e riconfermano la loro fiducia a Giorgo Siani. Nulla è accaduto e poi solo chi cade può risorgere. Alla faccia delle Istituzioni al servizio dei cittadini!
Il diavolo però crea le pentole, ma non i coperchi. La giunta cade per un inciucino di bassa lega. Quattro padani se ne fanno e la postazione del carroccio si sgretola. E voilà, tel li che appare il Pusateri nominato commissario prefettizio per la gestione del periodo preelettoriale. Bel cognome padano pensano gli incazzatissimi sianisti. E ne hanno ben donde perché il bell’Antonio annulla la delibera del risarcimento e in luogo dei 2 milioncini restituiti ne chiede addirittura 130!
La decisione di Pusateri rende di fatto Siani ineleggibile. La Lega non ci sta. Corre ai ripari, chiede ed ottiene dal Ministero dell’Interno e dall’ Anci parere a favore del diritto di Siani a candidarsi. IL sindaco uscente, sfiduciato e condannato corre alle amministrative dell’aprile 2000 e vince. I mandellesi gli riconfermano la fiducia con il 45,1 % dei voti. Come è strana la gente. Evidentemente un truffatore leghista è “ più bbuono “ di uno diessino. A questo punto Siani deve però immediatamente risarcire il Comune pena la sua ineleggibilità. E la neo giunta accetta l’offerta di 75 milioni ( 73 in più dei 2 milioni originari ) che Siani aveva già offerto a Pusateri prima della tornata elettorale al fine di ripulirsi la fedina elettorale, ma che il vice prefetto aveva respinto, preferendo rimettere la decisione al Tribunale Civile.
E che fanno allora tre personaggi come Parolo, Galli e De Capitani che con i mandellesi ( tanto per rispettare il concetto di autonomia locale ) c’entrano come il cavolo a merenda.? Anziché censurare il proprio esponente che la giustizia in cui dichiarano di credere ha condannato e chiedergli come mai fosse transitato con tanta leggerezza da un salassino di 2 milioni a un salasso di 75 milioni – la quale cosa la dice lunga sull’elasticità della morale in politica a Mandello come a Ceppaloni - mettono alla gogna l’ex commissario prefettizio che ha avuto l’ardire di tutelare gli interessi delle casse del municipio pretendendo da parte del colpevole la restituzione in tesoreria di un maltolto sostanziale e non solo di facciata.
E come lo puniscono ? Con un premio, ovvero la promessa di un bel trasferimento.
E adesso vi diciamo qual’ è il “ reato politico “ commesso da Antonio Pusateri secondo la Lega Nord. L’uomo della Prefettura non ha dato ascolto a due pareri ( ripeto: a due pareri, non a due ordini ) che gli suggerivano di accettare l’offerta dei 75 milioni fatta a Siani prima delle elezioni. Il rifiuto del commissario sarebbe all’origine di una durissima campagna elettorale condotta all’arma bianca dai gruppi politici avversari. Mutuando termini giudiziari correnti, Pusateri si sarebbe macchiato del torto ( non possiamo definirlo reato) di “ associazione esterna “ . Pusateri desiderava ardentemente che Siani venisse sconfitto. Pusateri è antileghista ed ha utilizzato il suo ruolo istituzionale per fare politica contro la Lega.
Vado a pescare ancora nella dichiarazione di Ugo Parolo alla Provincia : “ Ci anima soprattutto il dovere verso i cittadini di attuare tutte le procedure che la legge ci consente per impedire che certe situazioni abbiano a ripetersi “ . Occhio che Parolo sta parlando di Pusateri non di Siani.
Mettiamola così. Può essere che Antonio Pusateri abbia gestito il suo periodo di commissariamento all’insegna di un eccessivo attivismo. Puo’ essere che abbia preso troppo alla lettera il mandato sconfinando talvolta nella gestione dell’ordinario anziché limitarsi a reggere il timone e indicare la rotta elettorale. Violazione domiciliare quindi, oltre che ideologica. Pusateri è il diavolo e Siani l’acqua santa. I mandellesi ? Se ne infischiano, hanno altre cose cui pensare, magari s’imbestialiscono se il ticket per il parking aumenta di cento lire, ma i soldi del Comune non sono più nella loro disponibilità, quindi i politici ne facciano pure quello che vogliono. Capito perché poi Angelo Panebianco sulla prima pagina del Corriere ci definisce pre-europei ?
Ora la parola passa al ministro degli interni Bianco cui i quattro hanno chiesto l’adozione di un esemplare provvedimento disciplinare. Alle prese con gli scafisti, Bianco potrà distrarsi un attimo con gli scafati. I quali puntano al governo del paese avendo nelle proprie fila personaggi di spessore quali l’onorevole Cesare Rizzi, deputato erbese del Carroccio che quando parla al suo corpo elettorale mira in basso, verso la cintola, più che in alto in direzione della testa. Questione di feeling.
Alberico Fumagalli