Lecco: la storia di Giovanni Falcone diventa un fumetto realizzato da Giacomo Bendotti
La forza creativa del fumetto scelta come strumento per rappresentare un importante pezzo di storia del nostro Paese: e' questo il grande risultato raggiunto da Giacomo Bendotti, giovane fumettista romano classe 1984 che lo scorso anno ha coronato la sua aspirazione pubblicando presso la casa editrice Becco Giallo il fumetto sul Magistrato siciliano ucciso dalla mafia nel 1992 a Capaci. Presenti alla presentazione del lavoro presso il centro informagiovani anche l'assessore Michele Tavola e il fumettista lecchese Marco Menaballi. 'La domanda che mi vien posta più di frequente e': perché hai voluto creare un fumetto su Giovanni Falcone? la risposta più ovvia per me e': perché si può fare." Così ha esordito il giovane autore, diplomato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, nel presentare la genesi del fumetto.
Il fumetto di Bendotti e' strutturato in 3 capitoli: nel primo e' riassunta la storia del Maxiprocesso del 1986. Dall'incontro con Buscetta al cosiddetto metodo Falcone che ha rivoluzionato i processi contro la Mafia. Nel secondo si mostra un Falcone 'ingabbiato' nella vita protetta a cui i suoi meriti lo avevano condotto: seguito dalla scorta, obbligato a stare in casa, angosciato, dubbioso. Come ha spiegato l'autore 'Ho tentato di rappresentare Giovani Falcone come ogni essere umano, pensieroso e pieno di timori, sicuramente sofferente per quella situazione.' Non mancano in tutto il fumetto elementi inverosimili, immaginati da Bendotti: a scopo riassuntivo da una parte e dall'altra per quella prerogativa propria del fumetto, l'immaginazione. Indicativo in questo senso come si chiude il terzo e ultimo capitolo in cui si rievoca la strage di Capaci: non sono proposte immagini forti o violente, non il corpo di Falcone dopo l'esplosione in autostrada, che, a detta del fumettista, sarebbe stato 'indecoroso nei confronti del magistrato'. Accompagnano su carta gli ultimi minuti di vita del magistrato le immagini simboliche della mattanza di Favignana, spettacolo che Falcone andava a vedere ogni anno e che quel 23 maggio di 20 anni fa non riuscì a raggiungere. E' il disegno di un buco sulla strada con la macchina rovesciata a chiudere il fumetto. 'La cosa importante che vorrei sottolineare - ha concluso Giacomo - e' che questo fumetto può essere letto senza avere conoscenze pre acquisite su Falcone, anzi, spero che dopo la lettura nasca il desiderio di approfondire questo tema e il valore di quest'uomo.' In programma ora per la Becco Giallo il giovane fumettista sta pensando ad una storia con Borsellino protagonista, che prenderebbe il via dalla morte del magistrato Falcone. Anche se l'intento e' continuare a scrivere e disegnare fumetti spaziando nei vari generi.
Paolo Cereda (presidente di Lecco Libera), l'assessore Michele Tavola e il fumettista Giacomo Bendotti
L'idea di base e' che tramite il linguaggio fumettistico, semplice, accattivante, fantasioso, si possa raccontare qualsiasi storia. "Il fumetto e' uno strumento d'immaginazione potentissimo - ha detto Bendotti - io posso avere due o più immagini l'una di seguito all'altra e immaginare cosa le lega. Tutto questo avviene all'interno dello spazio bianco tra una vignetta e l'altra. E' il lettore ad interpretare quel che vede. Conoscevo già la Becco Giallo: questa casa editrice ha voluto dare un taglio preciso alle sue pubblicazioni, che si riassumono in fumetti di impegno civile. Avevo a casa numerosi libri su Giovanni Falcone, un uomo che mi ha sempre affascinato per il suo indiscutibile senso della stato, cosa che aveva anche Paolo Borsellino: questi magistrati anteponevano il bene dello Stato e la legge alla loro stessa persona e non si sono mai vantati della loro condizione e dei loro meriti. La lettura che mi ha ispirato l'idea del fumetto e' stata 'Storia di Giovanni Falcone' di Francesco La Licata: subito dopo ho scelto il soggetto e scritto una decina di pagine, mandandole all'editore che ha accolto la mia idea. 2 anni sono intercorsi tra questi fatti e la pubblicazione". Giovanni Falcone, il magistrato ucciso con la sua scorta
Il fumetto di Bendotti e' strutturato in 3 capitoli: nel primo e' riassunta la storia del Maxiprocesso del 1986. Dall'incontro con Buscetta al cosiddetto metodo Falcone che ha rivoluzionato i processi contro la Mafia. Nel secondo si mostra un Falcone 'ingabbiato' nella vita protetta a cui i suoi meriti lo avevano condotto: seguito dalla scorta, obbligato a stare in casa, angosciato, dubbioso. Come ha spiegato l'autore 'Ho tentato di rappresentare Giovani Falcone come ogni essere umano, pensieroso e pieno di timori, sicuramente sofferente per quella situazione.' Non mancano in tutto il fumetto elementi inverosimili, immaginati da Bendotti: a scopo riassuntivo da una parte e dall'altra per quella prerogativa propria del fumetto, l'immaginazione. Indicativo in questo senso come si chiude il terzo e ultimo capitolo in cui si rievoca la strage di Capaci: non sono proposte immagini forti o violente, non il corpo di Falcone dopo l'esplosione in autostrada, che, a detta del fumettista, sarebbe stato 'indecoroso nei confronti del magistrato'. Accompagnano su carta gli ultimi minuti di vita del magistrato le immagini simboliche della mattanza di Favignana, spettacolo che Falcone andava a vedere ogni anno e che quel 23 maggio di 20 anni fa non riuscì a raggiungere. E' il disegno di un buco sulla strada con la macchina rovesciata a chiudere il fumetto. 'La cosa importante che vorrei sottolineare - ha concluso Giacomo - e' che questo fumetto può essere letto senza avere conoscenze pre acquisite su Falcone, anzi, spero che dopo la lettura nasca il desiderio di approfondire questo tema e il valore di quest'uomo.' In programma ora per la Becco Giallo il giovane fumettista sta pensando ad una storia con Borsellino protagonista, che prenderebbe il via dalla morte del magistrato Falcone. Anche se l'intento e' continuare a scrivere e disegnare fumetti spaziando nei vari generi.
C.F.