Osnago: taglio del nastro per il cortile dei pazzi, opera dell’artista Bruno Freddi
C'erano le signore che in quel vecchio cortile hanno vissuto a lungo. Gli amici: pittori, musicisti, poeti, grafici, fotografi. Il sindaco e gli amministratori, vecchi e nuovi. Erano davvero molti gli ospiti che, domenica mattina, hanno voluto raggiungere la festa che Bruno Freddi aveva organizzato per inaugurare il murales a secco dipinto sull'ingresso di via Cavour 14, centro storico di Osnago. Cento metri quadri di affresco col quale l'artista ha voluto ripercorrere la ventennale storia vissuta ad Osnago, quando lasciata Milano, era stato accolto nel paese brianzolo. Per la residenza aveva scelto invece Montevecchia. Sulle pareti e sulla volta dell'ingresso decine di personaggi rappresentati con i costumi rinascimentali dipinti da Piero della Francesca nelle sue famosissime opere.
Mentre i giovani del coro "Unacantum" e la violoncellista Marcella Schiavelli proponevano il loro repertorio, nei tre piani dell'atelier centinaia di persone potevano vedere sculture, tele, gioielli e abiti, che l'artista ha già esposto in mezzo mondo. L'ora, mezzogiorno, era quella durante la quale in Brianza è di regola mettersi a tavola. L'artista non ha voluto essere da meno. Salumi, formaggi e vino locali erano stati preparati per accogliere gli ospiti con calore "Lo stesso calore che Osnago e la Brianza hanno sempre riservato a me" ha concluso Freddi mentre illustrava ai visitatori il significato dell'opera.
Sul murales ci sono Federico II da Montefeltro, la nobildonna Battista Sforza e i dignitari della "Flagellazione" ma con i volti di brianzoli noti, soprattutto ad Osnago. Un'opera con la quale l'artista ha voluto raccontare, attraverso i quadri più conosciuti di Piero della Francesca e le storie dei grandi miti, la sua vita artistica. Nonchè l'accoglienza e l'amicizia che, dopo il trasferimento da Milano, aveva trovato in Brianza.
Un'opera nata quasi per caso, che ha già fatto discutere, ma della quale i protagonisti dell'affresco, ovvero gli osnaghesi e i brianzoli ritratti, non sapevano nulla.
Raccontava domenica lo stesso Freddi: "Il mio studio è in un vecchio cortile di Osnago. Come altri edifici di questo genere, un po' di manutenzione sarebbe necessaria. Mi sono detto: perchè non cominciare da qui. Ho avvertito il proprietario, chiedendo ad un muratore di rifare l'intonaco dell'ingresso. Tre mesi fa ho cominciato ad affrescarlo. Ho pensato di dipingere gli amici. Era il mio modo per ringraziarli della loro ventennale amicizia. Quando mi chiedono se sono di Osnago, preferisco dire che sono ospite gradito, perchè l'affetto con il quale vengo accolto mi colpisce sempre. Il primo personaggio che ho voluto ritrarre è stato Giuseppe Brivio, infaticabile organizzatore di tutte le mostre, anche delle mie. Giuseppe ha un gran naso. Dipingerlo con gli abiti di Ferruccio II da Montefeltro, vissuto nel Quattrocento e con un gran naso, è stato quasi naturale. Accanto a lui c'è sempre Battista Sforza, nobildonna, grande somiglianza con Ester, un'altra delle persone di Osnago che si impegnano per diffondere l'arte. Adesso è in fianco a Brivio, sulla parete di destra. I dignitari della "Flagellazione", avevano invece qualche somiglianza con Paolo Strina, sindaco in carica, Marco Molgora, primo cittadino che l'ha preceduto, e Alessandro Pozzi, ricciolino, assessore alla cultura. Adesso sono riprodotti all'ingresso di via Cavour 14. Qualcuno tra i passanti si era accorto della somiglianza. C'è stato chi ha stigmatizzato i tre amministratori accusandoli "di essersi fatti fare il ritratto". Non è così. Ho deciso io, senza chiedere nulla, di ritrarli. Ho fatto la stessa cosa con amici artisti come Alberto Casiraghy (che quest'anno festeggerà il trentennale di fondazione della casa editrice "Pulcinoelefante"), suo fratello Marco, musicista, Marcella Schiavelli, violoncellista. Accanto a loro ho dipinto la musa della musica, nonchè la donna italiana (Silvia Bellano) e l'Italia che distribuisce la fortuna. L'ho dipinta col tricolore e i pappagallini che pescano i foglietti colorati, una scena che avevo visto a Roma negli anni sessanta".
Sulla volta invece, Freddi ha dipinto il toro bianco col mito del "ratto d'Europa", un cammello che ricorda l'Oriente, un musulmano con la faretra, che raccoglie però solo pennelli, una donna nuda a cavallo, che vuole rappresentare l'Occidente.
Dice ancora Freddi: "Sulla parte di sinistra, accanto a me ci sono Andrea Cereda e Mauro Benatti, due amici artisti, nonchè Simona Bartolena, critico d'arte, e Claudio Ripamonti, appassionati di cultura, persone alle quali devo molto. Ci sono anche "Zizo" e "Cabo, proprietario del cortile".
L'affresco sulla volta si chiude con una fascia dove sono abbozzati gli attori di "Oloart", compagnia di teatro Butoh che Freddi ha fondato dieci anni fa. In ottobre sono stati accolti a Krosno, in Polonia, durante una grande manifestazione culturale dedicata a Tadeusz Kantor, il grande regista di teatro. Nel Palazzo della Regione polacca, Bruno Freddi ha esposto anche ben settanta opere, alcunu delle quali di tre metri per tre.
Nell'affresco sulla volta del vecchio cortile, anche un riferimento a Marcel Duchamp, al quale, come per Kantor, l'artista di Osnago si è spesso ispirato.
Settantaquattro anni, Freddi è in mostra anche a Bad Hoomburg, non lontano da Francoforte. In queste settimana sta esponendo a Torino, dove è stato chiamato, con altri artisti della Biennale di Venezia, per chiudere le manifestazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia. Nel 2012 sarà ancora in Polonia. Oltre a Krosno, anche a Cracowia e Varsavia.
Mentre i giovani del coro "Unacantum" e la violoncellista Marcella Schiavelli proponevano il loro repertorio, nei tre piani dell'atelier centinaia di persone potevano vedere sculture, tele, gioielli e abiti, che l'artista ha già esposto in mezzo mondo. L'ora, mezzogiorno, era quella durante la quale in Brianza è di regola mettersi a tavola. L'artista non ha voluto essere da meno. Salumi, formaggi e vino locali erano stati preparati per accogliere gli ospiti con calore "Lo stesso calore che Osnago e la Brianza hanno sempre riservato a me" ha concluso Freddi mentre illustrava ai visitatori il significato dell'opera.
Sul murales ci sono Federico II da Montefeltro, la nobildonna Battista Sforza e i dignitari della "Flagellazione" ma con i volti di brianzoli noti, soprattutto ad Osnago. Un'opera con la quale l'artista ha voluto raccontare, attraverso i quadri più conosciuti di Piero della Francesca e le storie dei grandi miti, la sua vita artistica. Nonchè l'accoglienza e l'amicizia che, dopo il trasferimento da Milano, aveva trovato in Brianza.
Un'opera nata quasi per caso, che ha già fatto discutere, ma della quale i protagonisti dell'affresco, ovvero gli osnaghesi e i brianzoli ritratti, non sapevano nulla.
Raccontava domenica lo stesso Freddi: "Il mio studio è in un vecchio cortile di Osnago. Come altri edifici di questo genere, un po' di manutenzione sarebbe necessaria. Mi sono detto: perchè non cominciare da qui. Ho avvertito il proprietario, chiedendo ad un muratore di rifare l'intonaco dell'ingresso. Tre mesi fa ho cominciato ad affrescarlo. Ho pensato di dipingere gli amici. Era il mio modo per ringraziarli della loro ventennale amicizia. Quando mi chiedono se sono di Osnago, preferisco dire che sono ospite gradito, perchè l'affetto con il quale vengo accolto mi colpisce sempre. Il primo personaggio che ho voluto ritrarre è stato Giuseppe Brivio, infaticabile organizzatore di tutte le mostre, anche delle mie. Giuseppe ha un gran naso. Dipingerlo con gli abiti di Ferruccio II da Montefeltro, vissuto nel Quattrocento e con un gran naso, è stato quasi naturale. Accanto a lui c'è sempre Battista Sforza, nobildonna, grande somiglianza con Ester, un'altra delle persone di Osnago che si impegnano per diffondere l'arte. Adesso è in fianco a Brivio, sulla parete di destra. I dignitari della "Flagellazione", avevano invece qualche somiglianza con Paolo Strina, sindaco in carica, Marco Molgora, primo cittadino che l'ha preceduto, e Alessandro Pozzi, ricciolino, assessore alla cultura. Adesso sono riprodotti all'ingresso di via Cavour 14. Qualcuno tra i passanti si era accorto della somiglianza. C'è stato chi ha stigmatizzato i tre amministratori accusandoli "di essersi fatti fare il ritratto". Non è così. Ho deciso io, senza chiedere nulla, di ritrarli. Ho fatto la stessa cosa con amici artisti come Alberto Casiraghy (che quest'anno festeggerà il trentennale di fondazione della casa editrice "Pulcinoelefante"), suo fratello Marco, musicista, Marcella Schiavelli, violoncellista. Accanto a loro ho dipinto la musa della musica, nonchè la donna italiana (Silvia Bellano) e l'Italia che distribuisce la fortuna. L'ho dipinta col tricolore e i pappagallini che pescano i foglietti colorati, una scena che avevo visto a Roma negli anni sessanta".
Sulla volta invece, Freddi ha dipinto il toro bianco col mito del "ratto d'Europa", un cammello che ricorda l'Oriente, un musulmano con la faretra, che raccoglie però solo pennelli, una donna nuda a cavallo, che vuole rappresentare l'Occidente.
Dice ancora Freddi: "Sulla parte di sinistra, accanto a me ci sono Andrea Cereda e Mauro Benatti, due amici artisti, nonchè Simona Bartolena, critico d'arte, e Claudio Ripamonti, appassionati di cultura, persone alle quali devo molto. Ci sono anche "Zizo" e "Cabo, proprietario del cortile".
A sinistra l'artista Bruno Freddi
L'affresco sulla volta si chiude con una fascia dove sono abbozzati gli attori di "Oloart", compagnia di teatro Butoh che Freddi ha fondato dieci anni fa. In ottobre sono stati accolti a Krosno, in Polonia, durante una grande manifestazione culturale dedicata a Tadeusz Kantor, il grande regista di teatro. Nel Palazzo della Regione polacca, Bruno Freddi ha esposto anche ben settanta opere, alcunu delle quali di tre metri per tre.
Nell'affresco sulla volta del vecchio cortile, anche un riferimento a Marcel Duchamp, al quale, come per Kantor, l'artista di Osnago si è spesso ispirato.
Settantaquattro anni, Freddi è in mostra anche a Bad Hoomburg, non lontano da Francoforte. In queste settimana sta esponendo a Torino, dove è stato chiamato, con altri artisti della Biennale di Venezia, per chiudere le manifestazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia. Nel 2012 sarà ancora in Polonia. Oltre a Krosno, anche a Cracowia e Varsavia.
Sergio Perego