Osnago: in consiglio rifiuti, tasse e bilancio. Scontro su IMU e servizi sociali
Una seduta fiume di quasi tre ore e mezza ha chiuso l’anno amministrativo del Consiglio comunale di Osnago, riunitosi lo scorso 16 dicembre per affrontare un ordine del giorno particolarmente articolato, composto da undici punti e destinato a segnare le linee di indirizzo per il triennio 2026-2028. La discussione, guidata dal sindaco Felice Rocca, ha messo in luce una frattura politica netta tra la maggioranza di Progetto Osnago e l’opposizione di Orgoglio Osnago, soprattutto sui temi della gestione dei servizi pubblici, della pressione fiscale e della sostenibilità del welfare locale.

Il primo nodo politico rilevante della serata ha riguardato l’affidamento in house del servizio di gestione integrata dei rifiuti a Silea Spa. In collegamento remoto sono intervenuti Eleonora Rota e Stefano Caldirola, che hanno illustrato le ragioni tecniche della proroga dell’affidamento fino al 31 dicembre 2033. La nuova scadenza, è stato spiegato, è necessaria per consentire l’ammortamento degli investimenti previsti dal nuovo appalto di raccolta. Per Osnago il pacchetto dei servizi resterà sostanzialmente invariato, con il potenziamento dello spazzamento manuale per quattro ore settimanali. Tra gli elementi qualificanti, la trasformazione di Silea in Società Benefit e il rafforzamento del controllo analogo attraverso un comitato ristretto.

La minoranza ha però espresso forti riserve. Vittorio Bonanomi ha contestato la durata dell’affidamento, ritenuta eccessiva perché vincola le future amministrazioni ben oltre l’orizzonte del mandato attuale. Marco Riva ha parlato apertamente di un sistema di fatto monopolistico, sostenendo che gli utili generati dalla società dovrebbero tradursi in una riduzione diretta della TARI e non essere redistribuiti ai Comuni per finanziare altri servizi. Fabio Nicoli ha insistito sulla necessità di utilizzare anche i ricavi derivanti dalla vendita di energia per alleggerire il costo della raccolta rifiuti a carico dei cittadini. Di segno opposto la posizione della maggioranza: Federico Dusi ha ribadito la piena fiducia in Silea, ricordando come Osnago benefici di tariffe tra le più basse del territorio e, secondo i dati citati in aula, anche a livello nazionale. Il punto è stato approvato con l’astensione dell’opposizione.

Il Consiglio è quindi passato a una serie di atti di natura tecnica. Tra questi, la correzione del Piano per il Diritto allo Studio, resa necessaria da un errore nel conteggio degli alunni comunicato dalla segreteria dell’istituto comprensivo. La rettifica ha riguardato il numero degli studenti residenti, base per il calcolo dello stanziamento pro capite di 70 euro destinato al sostegno delle attività scolastiche. Il punto è stato approvato all’unanimità.
Più acceso il confronto sulla revisione ordinaria delle partecipazioni societarie. Il Consiglio ha confermato le quote in Lario Reti Holding, Silea, Unica Servizi e la partecipazione simbolica in Banca Popolare Etica. Proprio quest’ultima è stata duramente criticata dalla minoranza, che l’ha definita una scelta di natura ideologica e non funzionale all’erogazione di servizi concreti. Il Sindaco ha replicato rivendicando con orgoglio l’adesione ai principi della finanza etica e sostenibile, condivisa con numerosi altri Comuni della provincia.

Il cuore politico della seduta è stato però rappresentato dalla manovra fiscale per il 2026. L’assessore al Bilancio Ernesto Sirtori ha illustrato la conferma dell’addizionale IRPEF articolata su tre scaglioni, con esenzione totale fino a 15 mila euro. Il gettito previsto, pari a circa 735 mila euro, risulta in aumento non per effetto di nuove aliquote, ma per lo spostamento di una parte dei contribuenti verso fasce di reddito più elevate. La minoranza ha contestato l’assenza di interventi di alleggerimento fiscale, ricordando gli incrementi già registrati negli anni precedenti. Il confronto si è fatto particolarmente aspro sull’IMU per gli immobili produttivi di categoria D, la cui aliquota è stata innalzata dallo 0,98 all’1,04 per cento. Sirtori ha motivato la scelta sottolineando che l’imposta è oggi totalmente deducibile per le imprese e che il maggior gettito è indispensabile per fronteggiare l’aumento dei costi sociali. Nicoli ha accusato la giunta di vanificare la volontà dello Stato di sostenere il tessuto produttivo, mentre Bonanomi ha parlato di una vera e propria rapacità fiscale ai danni di chi fa impresa. Il Sindaco ha replicato evocando il “grido di dolore” dei Comuni italiani: finché lo Stato non si farà carico in modo strutturale delle spese per i minori collocati in comunità e per gli anziani nelle RSA, le amministrazioni locali saranno costrette ad agire sulle poche leve fiscali rimaste per garantire i servizi essenziali.

La seduta proseguita con la discussione di temi legati a territorio e programmazione. Per i piani di edilizia economica e popolare è stato preso atto che nel 2026 il Comune non dispone di aree da cedere. Un passaggio che ha fornito a Bonanomi l’occasione per criticare una gestione del territorio ritenuta incapace, nel corso degli anni, di favorire concretamente l’edilizia convenzionata. Il Piano triennale delle opere pubbliche 2026-2028 individua come intervento principale il rifacimento del “ponte del Bestec”, per un importo di 150mila euro, in compartecipazione con il Comune di Montevecchia. La minoranza ha giudicato povera la programmazione, ritenendola distante dalle promesse elettorali. Ha inoltre suscitato un ampio dibattito il progetto del nuovo campo da calcio in sintetico, dal costo stimato di un milione di euro e potenzialmente finanziabile al 50% tramite bando. Nicoli ha suggerito un investimento più contenuto e la creazione di un fondo dedicato alle emergenze sociali, mentre Bonanomi ha messo in discussione l’utilità del sintetico anche sotto il profilo dei rischi di infortunio. Il Sindaco ha chiarito che l’inserimento definitivo dell’opera nel piano dipenderà dall’esito del bando.

Durante l’illustrazione del Documento unico di programmazione, l’assessore Sirtori ha rivendicato i risultati ottenuti sul fronte dell’efficientamento energetico di scuole, municipio e biblioteca, ringraziando gli uffici comunali, per il lavoro di quadratura dei conti. Un ringraziamento che ha acceso un duro botta e risposta con Bonanomi, il quale ha minimizzato l’elogio sostenendo che nel settore privato si affrontano complessità maggiori senza riconoscimenti pubblici, ricevendo la ferma difesa del Sindaco nei confronti della professionalità dei dipendenti comunali.
L’atto conclusivo è stato l’approvazione del bilancio di previsione 2026-2028, che pareggia su circa 5 milioni di euro. Il documento presenta una situazione di equilibrio fragile, soprattutto sul fronte del welfare. L’Amministrazione prevede una riduzione di 90 mila euro della spesa per i minori in comunità, puntando sull’affido familiare, pur riconoscendo l’incertezza di una scommessa che può essere vanificata da nuovi inserimenti disposti dal Tribunale dei Minori. Il consigliere di minoranza Riva ha riportato in aula il tema del debito storico della “Cassinetta”, che continua a gravare sul bilancio comunale con circa 70 mila euro annui di soli interessi passivi. Dalla maggioranza, Dusi ha invece difeso la solidità complessiva del bilancio, sottolineando l’importanza di garantire servizi e investimenti, compreso il ruolo dello sport come elemento di coesione sociale. Il bilancio e tutti i principali atti finanziari sono stati approvati con il voto contrario della minoranza.
La seduta si è chiusa circa a mezzanotte, lasciando l’immagine di un Consiglio attraversato da uno scontro politico frontale e destinato a proseguire anche nel 2026. Amministrare Osnago, è emerso con chiarezza, significa oggi tentare di incastrare un puzzle sempre più complesso: con entrate statali in progressiva contrazione e bisogni sociali in costante crescita, ogni scelta di bilancio diventa un esercizio di equilibrio sul filo della sostenibilità.

Il primo nodo politico rilevante della serata ha riguardato l’affidamento in house del servizio di gestione integrata dei rifiuti a Silea Spa. In collegamento remoto sono intervenuti Eleonora Rota e Stefano Caldirola, che hanno illustrato le ragioni tecniche della proroga dell’affidamento fino al 31 dicembre 2033. La nuova scadenza, è stato spiegato, è necessaria per consentire l’ammortamento degli investimenti previsti dal nuovo appalto di raccolta. Per Osnago il pacchetto dei servizi resterà sostanzialmente invariato, con il potenziamento dello spazzamento manuale per quattro ore settimanali. Tra gli elementi qualificanti, la trasformazione di Silea in Società Benefit e il rafforzamento del controllo analogo attraverso un comitato ristretto.

La minoranza ha però espresso forti riserve. Vittorio Bonanomi ha contestato la durata dell’affidamento, ritenuta eccessiva perché vincola le future amministrazioni ben oltre l’orizzonte del mandato attuale. Marco Riva ha parlato apertamente di un sistema di fatto monopolistico, sostenendo che gli utili generati dalla società dovrebbero tradursi in una riduzione diretta della TARI e non essere redistribuiti ai Comuni per finanziare altri servizi. Fabio Nicoli ha insistito sulla necessità di utilizzare anche i ricavi derivanti dalla vendita di energia per alleggerire il costo della raccolta rifiuti a carico dei cittadini. Di segno opposto la posizione della maggioranza: Federico Dusi ha ribadito la piena fiducia in Silea, ricordando come Osnago benefici di tariffe tra le più basse del territorio e, secondo i dati citati in aula, anche a livello nazionale. Il punto è stato approvato con l’astensione dell’opposizione.

Il Consiglio è quindi passato a una serie di atti di natura tecnica. Tra questi, la correzione del Piano per il Diritto allo Studio, resa necessaria da un errore nel conteggio degli alunni comunicato dalla segreteria dell’istituto comprensivo. La rettifica ha riguardato il numero degli studenti residenti, base per il calcolo dello stanziamento pro capite di 70 euro destinato al sostegno delle attività scolastiche. Il punto è stato approvato all’unanimità.
Più acceso il confronto sulla revisione ordinaria delle partecipazioni societarie. Il Consiglio ha confermato le quote in Lario Reti Holding, Silea, Unica Servizi e la partecipazione simbolica in Banca Popolare Etica. Proprio quest’ultima è stata duramente criticata dalla minoranza, che l’ha definita una scelta di natura ideologica e non funzionale all’erogazione di servizi concreti. Il Sindaco ha replicato rivendicando con orgoglio l’adesione ai principi della finanza etica e sostenibile, condivisa con numerosi altri Comuni della provincia.

Il cuore politico della seduta è stato però rappresentato dalla manovra fiscale per il 2026. L’assessore al Bilancio Ernesto Sirtori ha illustrato la conferma dell’addizionale IRPEF articolata su tre scaglioni, con esenzione totale fino a 15 mila euro. Il gettito previsto, pari a circa 735 mila euro, risulta in aumento non per effetto di nuove aliquote, ma per lo spostamento di una parte dei contribuenti verso fasce di reddito più elevate. La minoranza ha contestato l’assenza di interventi di alleggerimento fiscale, ricordando gli incrementi già registrati negli anni precedenti. Il confronto si è fatto particolarmente aspro sull’IMU per gli immobili produttivi di categoria D, la cui aliquota è stata innalzata dallo 0,98 all’1,04 per cento. Sirtori ha motivato la scelta sottolineando che l’imposta è oggi totalmente deducibile per le imprese e che il maggior gettito è indispensabile per fronteggiare l’aumento dei costi sociali. Nicoli ha accusato la giunta di vanificare la volontà dello Stato di sostenere il tessuto produttivo, mentre Bonanomi ha parlato di una vera e propria rapacità fiscale ai danni di chi fa impresa. Il Sindaco ha replicato evocando il “grido di dolore” dei Comuni italiani: finché lo Stato non si farà carico in modo strutturale delle spese per i minori collocati in comunità e per gli anziani nelle RSA, le amministrazioni locali saranno costrette ad agire sulle poche leve fiscali rimaste per garantire i servizi essenziali.

La seduta proseguita con la discussione di temi legati a territorio e programmazione. Per i piani di edilizia economica e popolare è stato preso atto che nel 2026 il Comune non dispone di aree da cedere. Un passaggio che ha fornito a Bonanomi l’occasione per criticare una gestione del territorio ritenuta incapace, nel corso degli anni, di favorire concretamente l’edilizia convenzionata. Il Piano triennale delle opere pubbliche 2026-2028 individua come intervento principale il rifacimento del “ponte del Bestec”, per un importo di 150mila euro, in compartecipazione con il Comune di Montevecchia. La minoranza ha giudicato povera la programmazione, ritenendola distante dalle promesse elettorali. Ha inoltre suscitato un ampio dibattito il progetto del nuovo campo da calcio in sintetico, dal costo stimato di un milione di euro e potenzialmente finanziabile al 50% tramite bando. Nicoli ha suggerito un investimento più contenuto e la creazione di un fondo dedicato alle emergenze sociali, mentre Bonanomi ha messo in discussione l’utilità del sintetico anche sotto il profilo dei rischi di infortunio. Il Sindaco ha chiarito che l’inserimento definitivo dell’opera nel piano dipenderà dall’esito del bando.

Durante l’illustrazione del Documento unico di programmazione, l’assessore Sirtori ha rivendicato i risultati ottenuti sul fronte dell’efficientamento energetico di scuole, municipio e biblioteca, ringraziando gli uffici comunali, per il lavoro di quadratura dei conti. Un ringraziamento che ha acceso un duro botta e risposta con Bonanomi, il quale ha minimizzato l’elogio sostenendo che nel settore privato si affrontano complessità maggiori senza riconoscimenti pubblici, ricevendo la ferma difesa del Sindaco nei confronti della professionalità dei dipendenti comunali.
L’atto conclusivo è stato l’approvazione del bilancio di previsione 2026-2028, che pareggia su circa 5 milioni di euro. Il documento presenta una situazione di equilibrio fragile, soprattutto sul fronte del welfare. L’Amministrazione prevede una riduzione di 90 mila euro della spesa per i minori in comunità, puntando sull’affido familiare, pur riconoscendo l’incertezza di una scommessa che può essere vanificata da nuovi inserimenti disposti dal Tribunale dei Minori. Il consigliere di minoranza Riva ha riportato in aula il tema del debito storico della “Cassinetta”, che continua a gravare sul bilancio comunale con circa 70 mila euro annui di soli interessi passivi. Dalla maggioranza, Dusi ha invece difeso la solidità complessiva del bilancio, sottolineando l’importanza di garantire servizi e investimenti, compreso il ruolo dello sport come elemento di coesione sociale. Il bilancio e tutti i principali atti finanziari sono stati approvati con il voto contrario della minoranza.
La seduta si è chiusa circa a mezzanotte, lasciando l’immagine di un Consiglio attraversato da uno scontro politico frontale e destinato a proseguire anche nel 2026. Amministrare Osnago, è emerso con chiarezza, significa oggi tentare di incastrare un puzzle sempre più complesso: con entrate statali in progressiva contrazione e bisogni sociali in costante crescita, ogni scelta di bilancio diventa un esercizio di equilibrio sul filo della sostenibilità.
M.Pen.























