Merate: la città si ferma per premiare i suoi “benemeriti”

Con una cerimonia sobria e snella, durata poco più di un'ora, questo pomeriggio Merate ha reso onore ai suoi cittadini benemeriti, insigniti dell'ambrogino e dell'encomio per quanto svolto a favore della comunità.
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Il volontariato, la dedizione gratuita a una causa, la passione per gli altri e i loro bisogni sono stati i protagonisti indiscussi dell'evento che rappresenta il cuore di questi due giorni di festa in onore del patrono sant'Ambrogio.
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In auditorium si sono così radunati parenti, amici, “sostenitori” dei vari premiati che man mano hanno applaudito grati per il riconoscimento ma soprattutto per il servizio reso.

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Sul palco il sindaco Mattia Salvioni, con assessori e consiglieri che si sono alternati nelle presentazioni e anche una rappresentenza della scuola di musica san Francesco che ha proposto alcuni intermezzi.
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All'esterno centinaia le persone che hanno attraversato la fiera, ammirando anche l'illuminazione man mano che calava il buio. Attivissime sia la pista di ghiaccio che la cucina della banda, catalizzatrici del favore di grandi e piccini.

ECCO LE MOTIVAZIONI E I MOTTI DEI PREMIATI
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AUGUSTA MAPELLI VERGANI

Il conferimento della Benemerenza Civica della Città di Merate alla Sig.ra Augusta Mapelli Vergani non è solo un atto di riconoscimento per un lungo e instancabile servizio, ma l'omaggio a una figura che, con la sua azione discreta quanto incisiva, ha saputo incarnare nella quotidianità quei valori che tante volte sembrano astratti e lontani: solidarietà, cura, dignità, cittadinanza attiva. 
La storia di Augusta Vergani si intreccia profondamente con quella della Caritas cittadina: per anni ne è stata una presenza costante, affidabile, punto di riferimento naturale. La sua peculiarità distintiva è quella sua capacità di coniugare la discrezione con l'assiduità. Finché le è stato possibile, ha sempre visitato personalmente, a casa loro, le famiglie e le persone assistite dalla Caritas, creando un legame di conoscenza diretta e profonda, essenziale per un aiuto che fosse veramente mirato. La sua attenzione verso i più bisognosi non è mai stata una forma di assistenzialismo passivo, bensì uno sprone a uscire dalle situazioni di difficoltà, aiutando concretamente le persone a ritrovare la propria dignità e un futuro di autonomia, partendo dall’ascolto delle loro fatiche, delle loro speranze e anche dei loro silenzi. Tuttora, pur con le limitazioni del caso, cerca di essere presente ai colloqui di monitoraggio delle varie situazioni, portando la sua esperienza e il suo atteggiamento pragmatico e privo di giudizi. 
La sua sensibilità non si è fermata certo all'impegno nel volontariato istituzionale, ma è diventata stile di vita, scelta condivisa con l’intera famiglia, dimostrando come la vera accoglienza possa generare radici solide e positive. La sua casa sempre aperta è diventata rifugio e nido da cui spiccare il volo verso una vita nuovamente serena e autonoma.  
Proprio la capacità di leggere nell’oggi i segni promettenti di futuro, ha spinto Augusta a non accontentarsi di modalità operative consolidate, ma a spendersi attivamente perché la Caritas evolvesse nel tempo, garantendo servizi sempre più rispettosi della persona. Con convinzione ha sostenuto e promosso il passaggio dalla tradizionale distribuzione dei pacchi alimentari preconfezionati alla formula dell’“emporio”: un luogo di dignità e di responsabilità, dove l'utente non si limita a ricevere, ma sceglie in base alle proprie necessità, gusti e desideri. Un modello che invita tutti — assistiti e volontari — a mettersi in gioco in maniera più consapevole e responsabile. 
Chi la conosce sa che il tratto che più la caratterizza è una sobria eleganza, fatta di gentilezza, misura e sorriso. Augusta Vergani è una presenza che non occupa spazio, ma lo crea: lo apre, lo rende disponibile, lo fa diventare occasione di rinascita. Con lei, l’aiuto diventa ascolto e l’ascolto diventa possibilità. 
Per la dedizione instancabile, per il rispetto profondo verso ogni persona e per la visione lungimirante con cui ha contribuito a far crescere il volontariato cittadino, la Città di Merate è fiera e grata di conferire la Benemerenza Civica alla Sig.ra Augusta Vergani, perché il suo esempio continui a ispirare e a coinvolgere. 
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Motto: 

ad Augusta Mapelli Vergani, per il suo servizio instancabile e spesso nascosto, che l’ha resa vero e proprio pilastro della Caritas cittadina. Esempio luminoso e sorridente di accoglienza e solidarietà, ha aperto la propria vita e la propria casa all'incontro con l’altro e con la fragilità per offrire spazi concreti di dignità e rinascita a chi ne aveva più bisogno.

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GIANNI GALBUSERA
Ci sono persone che, silenziosamente ma con una perseveranza incrollabile, trasformano la propria vita in un dono per gli altri. Tra queste figure, Gianni Galbusera occupa un posto speciale nella storia recente della città di Merate. Il suo impegno, costante e generoso, rappresenta un esempio raro di dedizione civile, altruismo e amore per la comunità. 
Fin dagli anni Novanta, Gianni sceglie di dedicarsi totalmente al volontariato, rendendo questo servizio il cuore pulsante della sua esistenza. Dal 1999, partecipa alle missioni umanitarie organizzate dall’associazione Amici di San Francesco d’Osnago, trascorrendo interi mesi ogni anno in Kenya e in Meru. Qui presta il suo sapere e la sua forza come falegname e volontario polivalente, contribuendo alla creazione e al miglioramento del villaggio San Francesco, che ancora oggi accoglie e sostiene centinaia di ragazzi orfani e di strada. Grazie anche al suo lavoro, più di 400 giovani hanno trovato un luogo sicuro, un futuro possibile, una nuova speranza. Dal 2022 collabora anche alla costruzione di un ospedale in Tanzania.
Quando non è impegnato nelle missioni africane, Gianni dedica il resto dell’anno alla comunità meratese. Dal 1998 è volontario attivo dell’associazione Amis di Pumpier de Meraa ODV, della quale ricopre attualmente il ruolo di Presidente. Nel corso degli anni ha partecipato con energia, idee e impegno anche economico personale alla realizzazione della nuova Caserma dei Vigili del Fuoco Volontari di Merate, inaugurata nel 2004, e successivamente all’ampliamento della struttura e alla costruzione della nuova palazzina destinata alla Protezione Civile. 
Con i volontari dei Vigili del Fuoco è stato impegnato nel portare soccorso alle popolazioni colpite dai terremoti: ad Assisi nel 1997, a San Giacomo (Mantova) nel 2015 oltre che in occasione del sisma di Amatrice.
Accanto ai progetti più grandi, Gianni è sempre stato una presenza quotidiana e affidabile nelle tante attività di collaborazione con enti, associazioni e scuole del territorio. L’Istituto Comprensivo di Merate lo ricorda come una risorsa preziosa, sempre pronto a intervenire con competenza e disponibilità. L’oratorio di San Giovanni Bosco conosce bene il suo volontariato instancabile, quell’aiuto concreto e discreto che sostiene senza chiedere nulla in cambio. 
La sua presenza è diventata un punto fermo anche per l’Amministrazione comunale, che da anni può contare sulla sua collaborazione attraverso l’associazione Amis di Pumpier. Ovunque servano mani esperte, sacrificio, senso civico o semplicemente buona volontà, Gianni c’è. C’è con umiltà, con determinazione e con quello spirito costruttivo che trasforma ogni difficoltà in un’opportunità per fare del bene. 
Per tutto questo, oggi la città di Merate riconosce in Gianni Galbusera non solo un volontario, ma un esempio luminoso di cittadinanza attiva, un uomo che ha fatto della fraternità e del servizio il centro della propria vita. La sua storia personale è intrecciata a quella della comunità: dove c'è stato bisogno, Gianni ha lasciato un segno. E questo segno continua a migliorare la vita di molti. 
Con profonda gratitudine e ammirazione, Merate gli conferisce la Benemerenza Civica – Ambrogino d’Oro, rendendo omaggio a un cittadino che, con il suo operato, ha reso più ricca, più unita e più umana l’intera città.
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Impegnato in Africa, per Gianni ha ritirato la moglie
Motto
A Gianni Galbusera, volontario del mondo, dagli Amis de Pumpier all’Africa: ha donato sé stesso con umiltà, costruendo speranza, comunità e futuro ovunque servisse. 

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GABRIELLA CASATI
Si assegna a GABRIELLA CASATI la benemerenza 2025 per essere stata la prima donna architetto di Merate, un traguardo che rappresenta molto più di un semplice record anagrafico: è un simbolo di coraggio, caparbietà e visione, in un’epoca in cui il mondo dell’architettura era ancora largamente dominato da uomini e le opportunità per le donne erano estremamente limitate. La sua storia è un esempio di come, con passione, determinazione e una volontà incrollabile, si possano superare le barriere più dure, aprendo strade per le future generazioni di donne. 
Si è laureata nel 1968 al Politecnico di Milano, uno degli atenei più prestigiosi del paese, sotto la guida del professor Franco Albini, uno dei più importanti e rigorosi architetti italiani del XX secolo, esponente del razionalismo italiano. Questa formazione ha rappresentato una base solida e stimolante per la sua futura carriera. La sua scelta di studiare con uno dei maestri più rispettati e rigorosi del suo tempo dimostra fin da subito la sua determinazione e il suo desiderio di eccellere, di essere all’altezza delle sfide più impegnative. 
Iscritta all’albo dell’ordine degli architetti di Como dal 7 gennaio 1970 e successivamente all’albo di Lecco dal 1994, con il numero di matricola 20, GABRIELLA CASATI ha intrapreso la carriera di libera professionista che si è protratta per oltre trent’anni, dal 1970 al 2001. Inizialmente con uno studio associato e successivamente come titolare esclusivo. 
La sua attività professionale si è sviluppata in un contesto storico e sociale in cui gli architetti donna erano ancora poche e spesso incontravano pregiudizi e ostacoli di varia natura. Tuttavia, la sua caparbietà e la ferma convinzione delle proprie capacità le hanno permesso di affermarsi in un settore complesso, affrontando con successo le sfide di ogni progetto e di ogni cliente. 
Durante la sua carriera, GABRIELLA ha realizzato a Merate numerosi progetti di grande rilevanza, spaziando dall’edilizia industriale a quella commerciale e residenziale. La sua capacità di coniugare funzionalità ed estetica, di interpretare i bisogni della comunità e di proporre soluzioni innovative, le ha permesso di lasciare un segno tangibile nel paesaggio urbano locale. Ma ciò che la distingue ancora di più è la sua capacità di mantenere un equilibrio tra vita professionale e vita privata, senza rinunciare alla famiglia e ai figli. In un’epoca in cui molte donne si trovavano a dover scegliere tra carriera e famiglia. 
GABRIELLA CASATI è una grande appassionata di musica e di teatro, due passioni che accompagnano tuttora la sua vita. Per oltre vent'anni, ha organizzato la stagione teatrale promossa dalla Proloco di Merate, un evento atteso e apprezzato dalla comunità locale, portando ogni anno numerosi cittadini meratesi al Piccolo Teatro di Milano, uno dei più importanti e rinomati teatri italiani. 
GABRIELLA CASATI È stata una pioniera, una vera e propria fonte di ispirazione, stimolando le giovani donne a credere nelle proprie capacità e a non arrendersi di fronte alle difficoltà, dimostrando che il cambiamento è possibile e che il talento, unito a una forte volontà, può fare la differenza in ogni epoca.
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Motto

A Gabriella Casati, prima donna architetto di Merate. Con il suo talento, determinazione e uno sguardo innovativo, ha aperto nuove strade, ed è stata fonte di ispirazione per le donne delle nuove generazioni.

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DOMENICO BASILE
"L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità", scriveva Simone Weil. 
L'attenzione è ciò che ti fa vivere con gli occhi aperti sul mondo, disponibile a farti interrogare da ciò che accade, dalle persone, dalle loro opinioni così come dai loro bisogni. In questo senso, l'attenzione è anche premessa indispensabile del prendersi cura, perché è innanzitutto rispetto, dell'altro ma anche di se stessi: capacità di fermarsi sulla soglia o invece di avvicinarsi e stringere una mano, disponibilità ad aprirsi al confronto, restando fedele alle proprie convinzioni più profonde. 
Chi ha avuto il privilegio di collaborare con Domenico Basile ai tanti e multiformi progetti per i quali si è speso, ha visto questa capacità di attenzione incarnarsi nel suo saper essere presente con assiduità ma nel pieno e assoluto rispetto dei ruoli, nell'entusiasmo di esplorare nuovi percorsi e nel rigore "ingegneristico" di chi sa che occorre dare solide basi ai sogni. 
La sua vita è stata un mosaico di interessi, tutti accomunati da una passione incrollabile per l'uomo e per la verità: 
È stato tra i fondatori dell’Associazione Culturale "La Semina", un faro per il dibattito e l'approfondimento nel nostro territorio. 
Ha militato con convinzione nell’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) della provincia di Lecco, mantenendo viva la memoria dei valori della Resistenza. 
Ha fatto parte del Comitato a difesa della Costituzione, ponendo la sua pacata determinazione a salvaguardia dei pilastri della nostra democrazia. 
È stato per ben 10 anni Presidente dell’Associazione Fabio Sassi, di cui ha rafforzato la struttura organizzativa e il legame con la rete dei servizi territoriali, dando un contributo fondamentale alla crescita dell’Hospice “Il Nespolo” di Airuno, che è senz’altro uno dei lasciti più significativi del suo impegno instancabile a favore della dignità delle persone più fragili, nell’ultimo tratto del loro cammino. 
Ha scritto libri, composto poesie, messo su carta con laica profondità le riflessioni di un uomo costantemente in ricerca, sempre disponibile a lasciarsi interrogare dalla realtà così come dalla dimensione più spirituale della vita. Con mente aperta e profondo rispetto, ha saputo affrontare i grandi interrogativi dell'esistenza, dimostrando che il pragmatismo dell'impegno civile può convivere con l'indagine sul senso più profondo della vita. 
Nel suo sguardo penetrante e intenso, vi era spazio anche per la luce sorniona dell'ironia, un tratto che alleggeriva e al tempo stesso rendeva unica e stimolante la relazione con lui. 
L'Ambrogino che Merate oggi conferisce alla sua memoria è il riconoscimento, grato e commosso, per un modello civico: quello di un uomo che ha saputo essere costruttore di relazioni, custode della memoria storica, difensore della Costituzione e, soprattutto, un esempio vivente di come la serietà di intenti e la profondità intellettuale possano fiorire nella più sincera umanità. 
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La vedova Basile ritira la targa alla memoria del marito
Motto
A Domenico Basile, modello di rigore etico e passione civile: ha saputo essere costruttore di relazioni, custode della memoria storica, difensore della Costituzione ed esempio di come la serietà di intenti e la profondità intellettuale possano fiorire nella più sincera umanità.

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MARIO GALLINA
La città di Merate rende omaggio alla memoria di Mario Gallina, una figura che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento saldo e autorevole nella vita politica e civile del nostro territorio. Uomo di profonda competenza, carattere equilibrato e senso del dovere, ha dedicato gran parte della sua vita al servizio pubblico, interpretando l’impegno istituzionale come una responsabilità verso ogni cittadino. 
La sua carriera politica iniziò negli anni Settanta, quando entrò per la prima volta nel Consiglio comunale. Fu l’inizio di un percorso lungo e appassionato, che lo avrebbe portato ad assumere diversi ruoli amministrativi fino alla carica di Sindaco di Merate. Nel suo mandato seppe unire moderazione e determinazione, guidando la città con uno stile sobrio e concreto, sempre orientato alla costruzione di una comunità più coesa, attenta ai bisogni delle persone e proiettata verso il futuro. 
Accanto all’impegno politico, Mario Gallina ha continuato a esercitare la sua professione medica con rigore e umanità, incarnando un’idea di servizio che non si esauriva nei confini della vita amministrativa. La sua doppia vocazione – la cura delle persone e la cura della comunità – ha lasciato un’impronta profonda nel tessuto sociale cittadino. 
Anche dopo aver concluso il suo mandato da sindaco, Gallina è rimasto una presenza vigile e appassionata nella vita pubblica: una voce competente, capace di analisi lucide e sempre orientata al bene comune. Molti lo ricordano come una guida discreta ma costante, un uomo che non ha mai smesso di interessarsi alla crescita della sua città e al dialogo tra le istituzioni e i cittadini. 
La sua recente scomparsa ha lasciato un vuoto che si avverte non solo nelle istituzioni, ma nel cuore della comunità meratese. Tuttavia, l’eredità che ci consegna – fatta di responsabilità, misura, visione e dedizione – resta viva e rappresenta un patrimonio prezioso per le generazioni presenti e future. 
Con la Benemerenza Civica – Ambrogino d’Oro alla memoria, Merate desidera riconoscere pubblicamente il valore di un uomo che ha servito con dignità e passione, contribuendo in modo determinante alla crescita civile della città. Il nome di Mario Gallina entra così nella memoria collettiva come esempio di impegno autentico e di amore per la propria comunità.
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Ritirano la vedova e la figlia del dottor Mario Gallina
Motto
A Mario Gallina, punto di riferimento della vita politica e civile del nostro territorio, ha dedicato gran parte della sua vita al servizio pubblico, spendendosi per la cura delle persone e della comunità e lasciando un’eredità di responsabilità e dialogo. 

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MATTEO ALBANI
La città di Merate conferisce l’Encomio civico a Matteo Albani, Vigile del Fuoco volontario del Distaccamento di Merate, per il gesto straordinario compiuto il 24 gennaio 2025, quando, mentre si trovava al lavoro a Vimercate, è intervenuto tempestivamente per salvare la vita di una bambina di due anni in arresto respiratorio. 
In un contesto di confusione, tra le voci del mercato e le grida disperate della nonna, Matteo ha riconosciuto l’emergenza e ha agito con assoluta lucidità, applicando con precisione le manovre di disostruzione pediatrica e permettendo, in pochi istanti, il ritorno del respiro e del battito regolare della piccola. 
Il suo intervento non è stato solo un gesto di prontezza, ma la manifestazione concreta della volontà di essere al servizio degli altri. Vigile del Fuoco volontario dal 2008, figlio di una tradizione familiare che considera l’aiuto al prossimo una responsabilità civica, Matteo ha sempre interpretato il proprio ruolo come impegno verso la collettività. Le sue numerose specializzazioni e la formazione continua testimoniano un percorso costante volto a mettere le proprie competenze al servizio dell’intera comunità. 
Nelle numerose dichiarazioni rilasciate alla stampa dopo l’accaduto, Matteo ha scelto di non porre l’attenzione su di sé, ma sull’importanza della formazione e della preparazione nelle tecniche di primo soccorso, ricordando come la conoscenza condivisa possa fare la differenza nelle situazioni critiche e contribuire a costruire una comunità più consapevole, attenta e solidale. 
Il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecco ha voluto elogiare formalmente l'intervento, riconoscendo in Matteo un esempio delle qualità professionali e umane che danno forza al Corpo nazionale: competenza, spirito di servizio, responsabilità e dedizione. 
Per la prontezza, il coraggio e l’elevato senso civico dimostrati; per aver trasformato una competenza individuale in un dono per l’intera collettività; e per essere testimonianza viva dei valori su cui si fonda la nostra comunità, la città di Merate esprime a Matteo Albani la più profonda gratitudine e gli conferisce il presente Encomio civico. 
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Motto

A Matteo Albani per la prontezza, il coraggio e l’elevato senso civico dimostrati, trasformando una competenza individuale in un dono per l’intera collettività. 

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ROBERTO PASSONI
Roberto Passoni, conosciuto da tutti come ‘Tino’, è un esempio straordinario di dedizione, generosità e amore per la comunità. A 90 anni, dopo oltre sessant’anni di servizio gratuito alla parrocchia di Santo Stefano e Madonna della Pace di Novate Brianza, rappresenta una figura insostituibile e un punto di riferimento per intere generazioni. La sua storia è fatta di impegno costante, sacrificio personale e una passione autentica che ha lasciato un segno indelebile nella vita parrocchiale e sociale del paese. 
Fin da giovane, Tino ha iniziato a collaborare con la parrocchia, assumendo il ruolo di sacrestano con una dedizione che non ha mai conosciuto interruzioni. Per decenni, prima di recarsi al lavoro, caricava manualmente l’orologio della chiesa e suonava le campane a mano, scandendo i ritmi della vita comunitaria, fino a quando non sono state elettrificate. Questo gesto quotidiano, apparentemente semplice, racconta la profondità del suo senso di responsabilità e la volontà di mantenere viva la tradizione, anche a costo di sacrificare tempo prezioso della propria vita familiare. 
Il suo servizio non si è limitato alle funzioni religiose: Tino è stato manutentore, custode dell’oratorio e della scuola materna, autista e accompagnatore dei ragazzi nelle attività parrocchiali. Ha chiuso e chiude tutt’ora cancelli, ha riparato strutture, affrontato ogni necessità con prontezza e spirito di servizio, senza mai chiedere nulla in cambio. La sua disponibilità è stata totale, giorno dopo giorno, anno dopo anno, in un impegno che ha attraversato più di sei decenni e diverse generazioni di sacerdoti, dai tempi di don Luigi Paganoni fino agli attuali parroci. 
Appassionato di montagna, Tino ha condiviso con don Angelo Cazzaniga numerose escursioni e imprese, portando il suo entusiasmo e la sua forza anche fuori dalle mura della chiesa. Non meno importante è stato il suo contributo materiale alla costruzione della chiesa della Madonna della Pace: Tino ha partecipato personalmente ai lavori, mettendo a disposizione tempo, energie e competenze per dare forma a un luogo che oggi è cuore pulsante della comunità. 
Il valore del suo operato non si misura solo nelle azioni concrete, ma anche nella memoria storica che custodisce. Tino è testimone di fatti, eventi e trasformazioni che hanno segnato la vita della parrocchia e del paese. La sua conoscenza delle strutture, delle persone e delle tradizioni è una risorsa preziosa, che ha permesso di tramandare storie e mantenere viva l’identità comunitaria. 
Oltre alla sua instancabile operosità, ciò che colpisce profondamente è la sua umiltà e la sua fede incrollabile. Tino ha sempre vissuto il servizio come una missione, mai come un motivo di vanto, affrontando ogni compito con discrezione e spirito cristiano. La sua vita è testimonianza di valori autentici: preghiera, solidarietà e amore per il prossimo. 
Oggi, a novant’anni, Tino continua ad essere un esempio. La sua figura incarna i valori più autentici del volontariato: gratuità, perseveranza, amore per il prossimo. Conferirgli un encomio é un segno di gratitudine collettiva verso chi ha dedicato la propria vita al bene comune, senza clamore, ma con una costanza che merita di essere celebrata e ricordata.
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Motto
A Tino Passoni, per aver donato con umiltà e instancabile dedizione oltre sessant’anni di servizio gratuito, costruendo con il suo impegno la storia e il cuore della comunità novatese. 

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AUGUSTO COGLIATI
Augusto Cogliati si distingue come figura di riferimento e esempio di impegno civico. La sua azione, iniziata fin dagli anni ’70, si è tradotta in una serie di iniziative e responsabilità che hanno lasciato un’impronta significativa sul tessuto sociale e culturale di Merate. La sua passione per lo sport, la cultura e il volontariato sono stati i pilastri su cui ha costruito un percorso di impegno civico. 
Fin dal suo mandato come Consigliere Comunale con delega allo Sport (1970-1975), Cogliati ha dimostrato una visione innovativa e una forte volontà di promuovere la pratica sportiva. La sua intuizione di creare il Premio Sportivo dell’Anno, ancora oggi attivo, ha contribuito a incentivare e riconoscere il valore degli atleti meratesi, valorizzando il merito e la passione che muovono lo sport locale. Tra le sue prime iniziative figurano anche l’organizzazione dei Giochi della Gioventù e delle fasi comunali e provinciali di gare ciclistiche, che hanno coinvolto centinaia di giovani e appassionati. 
Nel 1971, forte della sua passione, ha fondato e coordinato il Gruppo Sportivo Ciclistico Amatoriale G.S. ARCO, sponsorizzandolo per circa trentacinque anni. Questa associazione ha rappresentato un punto di riferimento per gli amatori del ciclismo a Merate e dintorni, contribuendo a diffondere la cultura della pratica della bicicletta. 
Augusto Cogliati è stato anche un grande sportivo in prima persona: ha praticato l’arrampicata, lo sci e il nuoto, la sua vera passione è il ciclismo. Questa passione lo ha portato a viaggiare in lungo e in largo, percorrendo itinerari spettacolari e sfidando sé stesso. Nel 1998 è stato il primo meratese a raggiugere Capo Nord in solitaria, percorrendo 4.280 km in 26 giorni, con una media di 165 km al giorno, un’impresa che gli ha valso il Premio Sportivo dell’anno del Comune di Merate. Ha realizzato un filmato con oltre 400 diapositive che testimonia questa avventura epica. 
Non solo Capo Nord: nel corso degli anni ha affrontato numerosi altri viaggi, tra cui Merate-Siracusa, l’intera catena delle Alpi italiane, svizzere e austriache, i Pirenei fino a Biarritz, la pista ciclabile lungo il Danubio fino a Vienna e, nel 2002, Merate-Catania per partecipare all’adunata degli Alpini. 
Il suo impegno civico si è esteso anche nel campo delle associazioni culturali e sociali. Dal 1977 al 1980 ha ricoperto la carica di Presidente della Pro Loco, promuovendo eventi, manifestazioni e iniziative volte a valorizzare il patrimonio storico e culturale di Merate. 
Successivamente, dal 1980 al 1983, ha diretto la Banda Sociale Meratese, contribuendo a mantenere vivo il patrimonio musicale e tradizionale della nostra comunità attraverso concerti e manifestazioni pubbliche. 
Il suo senso di internazionalità si è manifestato nel 1998, quando ha promosso il gemellaggio tra Merate e la cittadina francese di Buzancais, un gesto che ha rafforzato i legami di amicizia e collaborazione tra le due comunità, favorendo scambi culturali e attività di reciproco arricchimento. 
Cogliati ha dedicato tempo e passione anche alla sezione degli Alpini di Merate e alla sezione di Lecco, dove, dal 2006 al 2009, ha ricoperto la carica di Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Alpini, contribuendo alla promozione dei valori di solidarietà, amicizia e servizio alla comunità. La sua attività si è estesa anche all’assistenza presso la RSA Villa dei Cedri di Merate, dove, dal 2000 ad oggi, si impegna con costanza e umanità, portando conforto e allegria agli anziani e ai degenti. 
Nel 2020 ha pubblicato un libro che raccoglie le sue esperienze di viaggio in bicicletta, con particolare attenzione all’impresa di Capo Nord, arricchendo il racconto con illustrazioni e una dettagliata rassegna stampa. Questo volume rappresenta non solo un’opera di narrazione, ma anche un tributo alla passione, alla tenacia e allo spirito di avventura che lo hanno sempre accompagnato. 
Il suo motto, “quello che fai nel tempo di lavoro determina quello che hai, quello che fai nel tempo libero determina quello che sei”, racchiude la sua filosofia di vita. Una filosofia che esprime l’importanza di impegnarsi con dedizione e responsabilità in ogni ambito della vita, dall’attività professionale al volontariato, dalla cultura allo sport. Questa convinzione riflette il senso di responsabilità e passione che ha dimostrato nel dedicarsi alle attività di volontariato col desiderio di contribuire al benessere e alla crescita della sua città.
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Motto
Ad Augusto Cogliati, fondatore e promotore di sodalizi culturali e sportivi, che ha ricoperto cariche direttive anche in ambiti amministrativi, riconoscendone il suo straordinario contributo alla crescita e alla vitalità della nostra città. 

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Il presidente Marcello Ripamonti

ASSOCIAZIONE VOLONTARIAMENTE
La rete dell’associazionismo meratese rappresenta uno dei valori più autentici e preziosi della nostra comunità: una trama viva di impegno, solidarietà e responsabilità che ogni giorno garantisce aiuto, sostegno e benessere, soprattutto alle persone più fragili. In questo quadro, l’Associazione Volontaria-Mente ODV è da oltre vent’anni una presenza generosa e insostituibile in un ambito delicato e complesso come quello della salute mentale. 
L’azione dell’Associazione si inserisce in un contesto sociale e sanitario sempre più gravoso. Come ha recentemente ricordato il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, dott. Ottaviano Martinelli, l’offerta sanitaria per il malato mentale si esaurisce spesso in pochi incontri nel corso dell’anno: tutto il resto si gioca nel “mondo fuori”, dove la persona deve trovare accoglienza, equilibrio, ruolo, impegno e, soprattutto, l’opportunità di superare lo stigma sociale che ancora accompagna la malattia mentale. 
Le strutture territoriali sono oggi sottoposte a una pressione crescente, a cui si aggiunge la sofferenza silenziosa delle famiglie, spesso isolate e bisognose di sostegno. In tale contesto, Volontaria-Mente ha saputo farsi carico non solo delle persone fragili, ma anche delle loro famiglie, diventando nel tempo un punto di riferimento imprescindibile per l’intero territorio. 
La cifra distintiva dell’Associazione è la centralità della persona: gli ospiti non vengono considerati “malati”, ma membri attivi di un gruppo esperienziale che cresce insieme, affiancato da educatori e volontari. Ne nasce un clima positivo, fondato sul senso di appartenenza, sulla partecipazione e su legami affettivi autentici che restituiscono fiducia, dignità e motivazione. 
Come dichiarato nel loro stesso statuto, l’obiettivo fondamentale di Volontaria-Mente è favorire il reinserimento sociale delle persone colpite da disagio mentale. Per questo l’Associazione promuove iniziative aperte alla cittadinanza, volte a diffondere una cultura dell’inclusione e a dimostrare che la salute mentale non è un tabù, ma un tema che riguarda tutti. 
Nel corso degli anni sono nati numerosi laboratori e percorsi educativi, dal disegno artistico alla danza-teatro, dall’orticoltura alla mindfulness, fino alla pet therapy, tutti orientati a rafforzare le autonomie personali, le competenze relazionali e il benessere emotivo. 
Non da ultimo fa piacere ricordare il libro di Marcello Ripamonti “La società che cura” di recente pubblicazione che, ripercorrendo le tappe emozionali del percorso da volontario a presidente dell’Associazione, offre una testimonianza di quanto l’impegno nel volontariato sia una opportunità di crescita e arricchimento morale e culturale personale, uno stimolo importante valido per tutto il mondo associazionistico e di sprone esperienziale anche per i nostri giovani. 
Con il conferimento dell’encomio, la Città di Merate intende esprimere un ringraziamento pubblico a Volontaria-Mente ODV, per la sua opera tenace, discreta e quotidiana a favore delle persone più fragili. 
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Motto

A Volontariamente ODV, da oltre vent’anni presidio di umanità e inclusione nell’ambito della salute mentale, per l’impegno costante nel restituire dignità, relazioni e speranza alle persone e alle loro famiglie.

Se qualcuno desiderasse ricevere le fotografie della cerimonia in formato originale scriva a redazione@mrateonline.it
S.V.
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