Ponte/4: "Noi Merate", più a sud tutti i mezzi pesanti
Gentile Consigliere
come noto uno dei temi centrali del territorio è il nuovo ponte sull’Adda. Tre i progetti presentati da RFI di cui Regione Lombardia ha selezionato il primo che, in sintesi mira a realizzare il manufatto a una trentina di metri a sud dell’attuale, con doppia corsia e doppio binario. I sindaci dell’area hanno espresso forti perplessità sia dal punto di vista paesaggistico sia, soprattutto, dal punto di vista viabilistico a causa del previsto eccezionale flusso di traffico leggero, pesante e ferroviario. Qual è la sua posizione rispetto a questo progetto, sostenuto in prima persona dall’assessora alle infrastrutture di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi?

Egregio Direttore,
averci sottoposto il quesito relativo al nuovo ponte che dovrà sostituire il Ponte San Michele di Paderno D’Adda ci dà l’opportunità di esprimere la nostra opinione in proposito.
Il punto fermo dal quale non si può prescindere è che nel 2030 l’attuale ponte che consente di attraversare l’Adda tra Paderno D’Adda e Calusco d’Adda verrà dismesso e non sarà più utilizzabile.
Ciò obbliga ad individuare a brevissimo una soluzione condivisa per non rischiare di ripetere ciò che è già accaduto qualche anno fa quando RFI decise di chiudere il ponte. E’ ovvio che non possiamo più permettere di trovarci nuovamente in una situazione del genere con due territori così laboriosi di fatto divisi.
Le persone si muovono per motivi di lavoro, per motivi di studio – basti pensare a quanti studenti del nostro territorio frequentano l’Università degli Studi di Bergamo, per motivi di salute (il Mandic ha sempre rappresentato un’opportunità per gli abitanti dell’Isola bergamasca) o anche per raggiungere l’aeroporto internazionale “Caravaggio” di Orio al Serio.
L’area meratese si presenta molto edificata e con un pesante traffico locale lungo tutte le direttrici sia nord-sud che est-ovest.
Ciò premesso riteniamo fondamentale che venga progettato e costruito, a breve, un nuovo ponte di collegamento tra le due province e le due sponde dell’Adda che tenga conto dei molti fattori già emersi anche nel corso del dibattito pubblico e sollevati in particolare dai comuni prospicienti o viciniori all’area interessata.
La proposta di costruire il nuovo ponte poco distante dal San Michele al fine di mantenere l’attuale collegamento ferroviario non ci trova favorevoli, atteso che in questo caso verrebbe sacrificata la bellezza del ponte attuale – che auspichiamo possa diventare Patrimonio dell’UNESCO – ma altresì provocherebbe un notevole aumento del traffico veicolare che impatterebbe negativamente sul territorio dell’area meratese che già da troppo tempo è orfano di attenzione da parte degli Enti Superiori e presenta strade già congestionate e non adatte a sopportare un incremento del traffico pesante.
A nostro parere si dovrebbe invece dirottare il cosiddetto traffico pesante (ovvero camion, tir, pullman ecc.) e il traffico ferroviario più a sud ripensando al cosiddetto progetto della gronda nord-est in modo che
ci si allontani dal San Michele e soprattutto si dirotti il traffico pesante lontano dai centri abitati dell’area meratese.
Si potrebbe altresì consentire, chiaramente a seguito delle necessarie opere di messa in sicurezza, la possibilità di utilizzo dell’attuale ponte al traffico veicolare più leggero, come avviene anche attualmente,
mantenendo così un collegamento veloce e non così impattante tra le due sponde e permettendo ai cittadini dell’una e dell’altra di accedere ed usufruire dei servizi allocati nelle stesse e che sono stati sopra
menzionati.
Questa soluzione, seppur diversa dalle tre ipotesi attualmente al vaglio della Regione, ci sembra possa venir incontro alle esigenze del nostro territorio che, come amministratori, vogliamo tutelare sia per l’aspetto naturalistico (di tutela del paesaggio e delle abitazioni) sia soprattutto per evitare che l’incremento del traffico e ovviamente dell’inquinamento atmosferico, possano influire negativamente in una zona – ribadiamo – già pesantemente congestionata.
E’ necessario, a nostro parere, uno sforzo congiunto da parte di tutti gli attori in causa per trovare una soluzione che consenta la realizzazione dell’importante opera ma che nello stesso tempo riesca a contemperare i diversi interessi dei territori.
Cordialmente
come noto uno dei temi centrali del territorio è il nuovo ponte sull’Adda. Tre i progetti presentati da RFI di cui Regione Lombardia ha selezionato il primo che, in sintesi mira a realizzare il manufatto a una trentina di metri a sud dell’attuale, con doppia corsia e doppio binario. I sindaci dell’area hanno espresso forti perplessità sia dal punto di vista paesaggistico sia, soprattutto, dal punto di vista viabilistico a causa del previsto eccezionale flusso di traffico leggero, pesante e ferroviario. Qual è la sua posizione rispetto a questo progetto, sostenuto in prima persona dall’assessora alle infrastrutture di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi?

Egregio Direttore,
averci sottoposto il quesito relativo al nuovo ponte che dovrà sostituire il Ponte San Michele di Paderno D’Adda ci dà l’opportunità di esprimere la nostra opinione in proposito.
Il punto fermo dal quale non si può prescindere è che nel 2030 l’attuale ponte che consente di attraversare l’Adda tra Paderno D’Adda e Calusco d’Adda verrà dismesso e non sarà più utilizzabile.
Ciò obbliga ad individuare a brevissimo una soluzione condivisa per non rischiare di ripetere ciò che è già accaduto qualche anno fa quando RFI decise di chiudere il ponte. E’ ovvio che non possiamo più permettere di trovarci nuovamente in una situazione del genere con due territori così laboriosi di fatto divisi.
Le persone si muovono per motivi di lavoro, per motivi di studio – basti pensare a quanti studenti del nostro territorio frequentano l’Università degli Studi di Bergamo, per motivi di salute (il Mandic ha sempre rappresentato un’opportunità per gli abitanti dell’Isola bergamasca) o anche per raggiungere l’aeroporto internazionale “Caravaggio” di Orio al Serio.
L’area meratese si presenta molto edificata e con un pesante traffico locale lungo tutte le direttrici sia nord-sud che est-ovest.
Ciò premesso riteniamo fondamentale che venga progettato e costruito, a breve, un nuovo ponte di collegamento tra le due province e le due sponde dell’Adda che tenga conto dei molti fattori già emersi anche nel corso del dibattito pubblico e sollevati in particolare dai comuni prospicienti o viciniori all’area interessata.
La proposta di costruire il nuovo ponte poco distante dal San Michele al fine di mantenere l’attuale collegamento ferroviario non ci trova favorevoli, atteso che in questo caso verrebbe sacrificata la bellezza del ponte attuale – che auspichiamo possa diventare Patrimonio dell’UNESCO – ma altresì provocherebbe un notevole aumento del traffico veicolare che impatterebbe negativamente sul territorio dell’area meratese che già da troppo tempo è orfano di attenzione da parte degli Enti Superiori e presenta strade già congestionate e non adatte a sopportare un incremento del traffico pesante.
A nostro parere si dovrebbe invece dirottare il cosiddetto traffico pesante (ovvero camion, tir, pullman ecc.) e il traffico ferroviario più a sud ripensando al cosiddetto progetto della gronda nord-est in modo che
ci si allontani dal San Michele e soprattutto si dirotti il traffico pesante lontano dai centri abitati dell’area meratese.
Si potrebbe altresì consentire, chiaramente a seguito delle necessarie opere di messa in sicurezza, la possibilità di utilizzo dell’attuale ponte al traffico veicolare più leggero, come avviene anche attualmente,
mantenendo così un collegamento veloce e non così impattante tra le due sponde e permettendo ai cittadini dell’una e dell’altra di accedere ed usufruire dei servizi allocati nelle stesse e che sono stati sopra
menzionati.
Questa soluzione, seppur diversa dalle tre ipotesi attualmente al vaglio della Regione, ci sembra possa venir incontro alle esigenze del nostro territorio che, come amministratori, vogliamo tutelare sia per l’aspetto naturalistico (di tutela del paesaggio e delle abitazioni) sia soprattutto per evitare che l’incremento del traffico e ovviamente dell’inquinamento atmosferico, possano influire negativamente in una zona – ribadiamo – già pesantemente congestionata.
E’ necessario, a nostro parere, uno sforzo congiunto da parte di tutti gli attori in causa per trovare una soluzione che consenta la realizzazione dell’importante opera ma che nello stesso tempo riesca a contemperare i diversi interessi dei territori.
Cordialmente
Dario L. Perego e Franca Maggioni























