Cernusco: una riflessione sul funzionamento delle Consulte
Spett.le Redazione,
prendendo spunto dall’ultima riunione della consulta Lavori Pubblici, vorrei condividere una riflessione più ampia e generale in merito alle consulte di Cernusco Lombardone. Da quando sono stata eletta consigliera comunale, cerco di partecipare il più possibile alle sedute delle consulte permanenti. Lo faccio perché credo fermamente in uno strumento di partecipazione che permetta ai cittadini di confrontarsi, recepire i programmi dell’Amministrazione e trasmettere a quest’ultima suggerimenti, proposte e valutazioni sulle varie attività che incidono sulla qualità della vita di chi abita un paese. L’amministrazione Toto non sembra amare particolarmente l’istituto delle consulte: gli appelli a riaprire i bandi sono, per ora, caduti nel vuoto così come l’invito a indire una riunione annuale di tutti i presidenti delle consulte; questa mia riflessione non vuole però suonare come una critica alla maggioranza ma piuttosto uno stimolo a fare qualcosa! Il regolamento delle consulte non è più idoneo e non risponde alle esigenze attuali? Cambiamolo! Istituiamo un tavolo di lavoro tra maggioranza e minoranza per ridare vita alle consulte. Molti anni fa si fece un intervento molto importante sulla loro composizione: con una modifica del regolamento s’impedì ai consiglieri comunali di esserne membri. Una scelta che condivisi e che tuttora ritengo lungimirante: con la presenza dei consiglieri comunali, le consulte diventavano inevitabilmente dei piccoli consigli comunali e pertanto teatro di scontro tra maggioranza e opposizione. Non era e non deve essere questa la natura delle consulte. Queste devono essere, a mio parere, incontri di cittadini interessati alla vita del proprio paese; e, poiché, la vita non è divisa in compartimenti stagni, trovo assurda la discussione su cosa si possa dibattere o meno in una consulta. Forse che una consulta istruzione che si occupa di scuola non possa rilevare un problema sociale di competenza della consulta politiche sociali? O che una consulta Giovani non possa esprimere la propria opinione sulla mobilità dolce, sull’utilizzo di fonti rinnovabili, sui contenuti delle manifestazioni culturali o sportive? E che le consulte lavori pubblici o ambiente ed ecologia non possano proporre soluzioni che mirino ad un miglioramento della qualità della vita, dal momento che è lampante ed analizzato in numerosi studi che degrado ambientale e urbano siano legati a doppio filo al degrado sociale? La situazione nel nostro comune attualmente è la seguente: la consulta Giovani non è mai stata costituita, le consulte Istruzione e Cultura, Sport e Tempo libero sono decadute a causa delle dimissioni o della decadenza dei loro componenti. Rimangono le consulte Lavori Pubblici, Ambiente ed Ecologia e Politiche sociali. Il quadro è a dir poco sconfortante perché viene a mancare il confronto che ritengo essere l’unico strumento per far nascere nuove idee e progredire tutti insieme. Il mio non è solo un appello alla maggioranza per unire le forze e cercare di dare un nuovo impulso alle consulte, è soprattutto un appello ai cittadini ad occuparsi della vita del paese. Non credo possibile che a nessuno interessi della Comunità Energetica, del futuro di Piazza della Vittoria o che nessuno abbia voglia di musica, cinema o teatro a Cernusco!
prendendo spunto dall’ultima riunione della consulta Lavori Pubblici, vorrei condividere una riflessione più ampia e generale in merito alle consulte di Cernusco Lombardone. Da quando sono stata eletta consigliera comunale, cerco di partecipare il più possibile alle sedute delle consulte permanenti. Lo faccio perché credo fermamente in uno strumento di partecipazione che permetta ai cittadini di confrontarsi, recepire i programmi dell’Amministrazione e trasmettere a quest’ultima suggerimenti, proposte e valutazioni sulle varie attività che incidono sulla qualità della vita di chi abita un paese. L’amministrazione Toto non sembra amare particolarmente l’istituto delle consulte: gli appelli a riaprire i bandi sono, per ora, caduti nel vuoto così come l’invito a indire una riunione annuale di tutti i presidenti delle consulte; questa mia riflessione non vuole però suonare come una critica alla maggioranza ma piuttosto uno stimolo a fare qualcosa! Il regolamento delle consulte non è più idoneo e non risponde alle esigenze attuali? Cambiamolo! Istituiamo un tavolo di lavoro tra maggioranza e minoranza per ridare vita alle consulte. Molti anni fa si fece un intervento molto importante sulla loro composizione: con una modifica del regolamento s’impedì ai consiglieri comunali di esserne membri. Una scelta che condivisi e che tuttora ritengo lungimirante: con la presenza dei consiglieri comunali, le consulte diventavano inevitabilmente dei piccoli consigli comunali e pertanto teatro di scontro tra maggioranza e opposizione. Non era e non deve essere questa la natura delle consulte. Queste devono essere, a mio parere, incontri di cittadini interessati alla vita del proprio paese; e, poiché, la vita non è divisa in compartimenti stagni, trovo assurda la discussione su cosa si possa dibattere o meno in una consulta. Forse che una consulta istruzione che si occupa di scuola non possa rilevare un problema sociale di competenza della consulta politiche sociali? O che una consulta Giovani non possa esprimere la propria opinione sulla mobilità dolce, sull’utilizzo di fonti rinnovabili, sui contenuti delle manifestazioni culturali o sportive? E che le consulte lavori pubblici o ambiente ed ecologia non possano proporre soluzioni che mirino ad un miglioramento della qualità della vita, dal momento che è lampante ed analizzato in numerosi studi che degrado ambientale e urbano siano legati a doppio filo al degrado sociale? La situazione nel nostro comune attualmente è la seguente: la consulta Giovani non è mai stata costituita, le consulte Istruzione e Cultura, Sport e Tempo libero sono decadute a causa delle dimissioni o della decadenza dei loro componenti. Rimangono le consulte Lavori Pubblici, Ambiente ed Ecologia e Politiche sociali. Il quadro è a dir poco sconfortante perché viene a mancare il confronto che ritengo essere l’unico strumento per far nascere nuove idee e progredire tutti insieme. Il mio non è solo un appello alla maggioranza per unire le forze e cercare di dare un nuovo impulso alle consulte, è soprattutto un appello ai cittadini ad occuparsi della vita del paese. Non credo possibile che a nessuno interessi della Comunità Energetica, del futuro di Piazza della Vittoria o che nessuno abbia voglia di musica, cinema o teatro a Cernusco!
Samantha Brusadelli, Capogruppo UPAI























