Merate, villa Confalonieri è la prima tessera del grande puzzle

La ristrutturazione di villa Confalonieri, con o senza il contributo della Fondazione Cariplo, si farà. Ma per quanto noto si tratterà di una ristrutturazione parziale, resa necessaria dalle precarie condizioni soprattutto del tetto. Quello che ancora non è noto è il destino dell’edificio risalente al 1913 e già sede del Municipio dal 1974 al 2008. L’investimento per ora previsto è di 1.2 milioni di euro e circa la metà dovrebbe arrivare dalla Fondazione. Al momento, oltre non sembra che la Giunta meratese abbia intenzione di andare. Eppure dovrebbe essere chiaro anche ai neofiti dell’Amministrazione cittadina che il recupero integrale di Villa Confalonieri sarà l’unica importante opera pubblica del quinquennio 2024-2029. I tempi tecnici di progettazione, gara, appalto e realizzazione rendono difficile portare a compimento un lavoro di rilievo anche partendo da oggi. Peraltro, oggi, a parte villa Confalonieri non risulta ci siano progetti nel cassetto.
A nostro parere è su questo progetto che Mattia Salvioni si gioca la propria immagine di sindaco giovane e visionario e l’intera sua prima consigliatura. Serve coraggio e visione d’insieme.
 Villa Confalonieri, a nostro parere, deve tornare a ospitare il Municipio. Una voce fuori dal coro, la nostra, dato che in nessuno dei programmi elettorali delle tre liste ci sta scritta una volontà precisa in questo senso.
Ma il convincimento resta, perché diversamente non si sa a che cosa destinare l’edificio se non a occasionali mostre e piccoli eventi culturali. L’unica sala ampia è quella che ospitava il Consiglio comunale, ma ha una capienza di sessanta persone appena. Gli altri locali sono a dimensione ufficio, utili solo per eventi di dimensioni ridotte.
Il Municipio a Villa Confalonieri è la prima tessera del puzzle che potrebbe ridisegnare l’organizzazione pubblica della città. Palazzo Tettamanti, sovradimensionato come sede municipale, tornerebbe al suo fine originale: ospitare la cultura. Un polo culturale, con biblioteca, museo, auditorium, ampi spazi per mostre, rassegne, aree per i giovani. Una sorta di centro giovanile dove far convergere gli interessi più vari: dalla musica all’arte, dalla lettura al dibattito, anche parzialmente in autogestione.
Ne beneficerebbe anche il Collegio Manzoni recuperando gli spazi oggi occupati da museo e biblioteca. E tutto il centro cittadino grazie alla vitalità che genera un polo culturale.
L’assetto finanziario del Comune, privo di debiti a medio-lungo termine, a parte il solo leasing sul centro natatorio, consente di reperire con facilità le risorse necessarie a un intervento radicale e finalizzato, senza per questo incidere sugli indici di bilancio.
Ci vuole coraggio, il coraggio di un trentenne che guarda oltre la fine della propria consigliatura. Speriamo rifletta e rinunci all’idea di un mezzo intervento, qualcosa che somiglia più a una ristrutturazione edilizia che a un investimento sul futuro.
Una chiosa a parte sul tour di “Prospettive per Merate”. Apprezzabile. E da imitare. Ci si lamenta che il cittadino è lontano dalla politica. Forse è la politica che se ne sta lontana dal cittadino. E si mostra soltanto per chiederne il consenso. Cinque o dieci o cinquanta persone, il numero dei presenti non è dirimente: importa che una forza presente in Consiglio si prenda l’impegno di girare le frazioni per ascoltare i residenti. Un esempio che dovrebbero imitare anche ViviAmo Merate e Noi Merate. Un atto politico denso di significati e propedeutico a una maggiore partecipazione. Quando c’è una buona offerta, anche la domanda cresce.
Claudio Brambilla
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