Paderno: le Consulte unite per risposte sul nuovo ponte
Nella serata di martedì 11 novembre le Consulte territorio e ambiente e organismi affini dei comuni di Paderno, Robbiate, Imbersago e Verderio si sono ritrovate presso la sala Consiliare di Cascina Maria per portare riflessioni e suggerimenti sulla costruzione del nuovo ponte di collegamento sull'Adda a seguito della chiusura del dibattito pubblico con la relazione di Rfi.

Una relazione che propende verso due opzioni principali: un nuovo viadotto a 30 metri a sud del San Michele, oppure uno leggermente a nord, bocciando completamente l'ipotesi a 1,6 km a sud proposta dai quattro Comuni capofila (Paderno, Robbiate, Imbersago e Verderio) e sostenuta da tutti gli enti del meratese. Una sintesi da parte del Comitato Cittadini Ponti ha sottolineato l'assenza della Regione, ma anche della soprintendenza della Provincia, su una questione che comporterà gravi cambiamenti, viabilistici e ambientali, a prescindere dalla posizione a nord o a sud del manufatto.

Il referente all'ambiente di Verderio Andrea Pirovano ha preso la parola per un inquadramento generale della viabilità del territorio, sottolineando come il completo sconvolgimento delle previsioni ventennali sulla realizzazione della Pedemontana, con la cancellazione della “tratta d” da Usmate ad Agrate, porterà a non avere un importante snodo di sbocco per il traffico, che andrà invece a concentrarsi sul nuovo ponte, che riceverà tutti i mezzi che della sponda bergamasca si sposteranno verso Milano. In aggiunta, il consigliere di Imbersago Giovanni Ghislandi, ha rimarcato come uno dei fattori più devastanti del nuovo ponte potrebbe essere rappresentato dagli espropri e dei massicci abbattimenti edilizi per la costruzione della ferrovia a doppio binario. Pirovano ha incitato le Amministrazioni a pretendere uno studio sulla viabilità, sulle strade, le infrastrutture e le soluzioni per incanalare il traffico, ad avere il numero e la destinazione dei treni merci che transiteranno sulla tratta del viadotto e non ultima, avere una risposta sulla sorte del San Michele. "Tutti gli organi e i cittadini devono sostenere i sindaci per stendere un documento di richiesta forte per riuscire ad ottenere un'assemblea con le istituzioni basata su questi presupposti".

Le Consulte hanno osservato una mancanza di interesse e disinformazione da parte dei cittadini, forse per la rassegnazione dei molti che si spostano verso la bergamasca, sul bisogno impellente di un intervento per rimediare alla coda che ogni giorno si forma al San Michele. "Bisogna far capire che il nuovo ponte si attraverserà probabilmente in poco tempo, ma lunghissime code si formeranno nelle strade limitrofe". L'ex consigliere provinciale Chiara Bonfanti ha spiegato come negli ultimi anni il lecchese sia stato riconsiderato come un corridoio viabilistico, un territorio da attraversare a tutti i costi nel minor tempo possibile e non più un ambito di valore ambientale, paesaggistico e culturale. “In passato la Provincia si è unita in battaglie a tutela del territorio abbattendo le barriere politiche, oggi questo è venuto meno, anche perché attualmente mancano le risorse”.

In conclusione i presenti si sono dati una risposta sul perché Regione ha imposto di costruire il nuovo viadotto a Paderno: per motivi economici. Il tutto parte da una mancanza di fondi, problematica che è stata risolta affidando il progetto a Rfi, senza considerare gli scenari alternativi proposti al dibattito pubblico perché questo avrebbe comportato, presentandosi a una tavola delle trattative, alla realizzazione delle infrastrutture viabilistiche avanzate dai Comuni. L'assemblea si è chiusa nell'impegno da parte delle Consulte di supportare attivamente le Amministrazioni e trasformarsi in motore di comunicazione con la popolazione, portando idee e temi chiari per avviare una mobilitazione volta a ridurre al più possibile i danni e che venga ascoltata dalle istituzioni.

Una relazione che propende verso due opzioni principali: un nuovo viadotto a 30 metri a sud del San Michele, oppure uno leggermente a nord, bocciando completamente l'ipotesi a 1,6 km a sud proposta dai quattro Comuni capofila (Paderno, Robbiate, Imbersago e Verderio) e sostenuta da tutti gli enti del meratese. Una sintesi da parte del Comitato Cittadini Ponti ha sottolineato l'assenza della Regione, ma anche della soprintendenza della Provincia, su una questione che comporterà gravi cambiamenti, viabilistici e ambientali, a prescindere dalla posizione a nord o a sud del manufatto.

Al centro Andrea Pirovano e Chiara Bonfanti
Il referente all'ambiente di Verderio Andrea Pirovano ha preso la parola per un inquadramento generale della viabilità del territorio, sottolineando come il completo sconvolgimento delle previsioni ventennali sulla realizzazione della Pedemontana, con la cancellazione della “tratta d” da Usmate ad Agrate, porterà a non avere un importante snodo di sbocco per il traffico, che andrà invece a concentrarsi sul nuovo ponte, che riceverà tutti i mezzi che della sponda bergamasca si sposteranno verso Milano. In aggiunta, il consigliere di Imbersago Giovanni Ghislandi, ha rimarcato come uno dei fattori più devastanti del nuovo ponte potrebbe essere rappresentato dagli espropri e dei massicci abbattimenti edilizi per la costruzione della ferrovia a doppio binario. Pirovano ha incitato le Amministrazioni a pretendere uno studio sulla viabilità, sulle strade, le infrastrutture e le soluzioni per incanalare il traffico, ad avere il numero e la destinazione dei treni merci che transiteranno sulla tratta del viadotto e non ultima, avere una risposta sulla sorte del San Michele. "Tutti gli organi e i cittadini devono sostenere i sindaci per stendere un documento di richiesta forte per riuscire ad ottenere un'assemblea con le istituzioni basata su questi presupposti".

Le Consulte hanno osservato una mancanza di interesse e disinformazione da parte dei cittadini, forse per la rassegnazione dei molti che si spostano verso la bergamasca, sul bisogno impellente di un intervento per rimediare alla coda che ogni giorno si forma al San Michele. "Bisogna far capire che il nuovo ponte si attraverserà probabilmente in poco tempo, ma lunghissime code si formeranno nelle strade limitrofe". L'ex consigliere provinciale Chiara Bonfanti ha spiegato come negli ultimi anni il lecchese sia stato riconsiderato come un corridoio viabilistico, un territorio da attraversare a tutti i costi nel minor tempo possibile e non più un ambito di valore ambientale, paesaggistico e culturale. “In passato la Provincia si è unita in battaglie a tutela del territorio abbattendo le barriere politiche, oggi questo è venuto meno, anche perché attualmente mancano le risorse”.

In conclusione i presenti si sono dati una risposta sul perché Regione ha imposto di costruire il nuovo viadotto a Paderno: per motivi economici. Il tutto parte da una mancanza di fondi, problematica che è stata risolta affidando il progetto a Rfi, senza considerare gli scenari alternativi proposti al dibattito pubblico perché questo avrebbe comportato, presentandosi a una tavola delle trattative, alla realizzazione delle infrastrutture viabilistiche avanzate dai Comuni. L'assemblea si è chiusa nell'impegno da parte delle Consulte di supportare attivamente le Amministrazioni e trasformarsi in motore di comunicazione con la popolazione, portando idee e temi chiari per avviare una mobilitazione volta a ridurre al più possibile i danni e che venga ascoltata dalle istituzioni.
I.Bi.























