Cernusco: una Iris per non dimenticare Paola e tutte le vittime di femminicidio
“Una iris per non dimenticare”, ma di bulbi di iris ne sono stati piantumati ben 12 nell’aiuola che il comune di Cernusco Lombardone ha voluto dedicare a Paola Mostosi e a tutte le altre donne vittime di violenza.
La cerimonia, molto partecipata, ha visto domenica pomeriggio dapprima la piantumazione e subito dopo l’inaugurazione dell’aiuola con svelamento della targa in prossimità della biblioteca comunale.
A seguire, un intrattenimento nei locali della scuola primaria G. Rodari con lettura di poesie ed esecuzione di brani musicali del Suonare, suonare quartet, inframmezzati da un’intervista di Maria Rachele Villa a Cristina Mostosi, sorella di Paola.


Nel 2002, a soli 24 anni, Paola veniva uccisa sulla A4 mentre si stava recando al lavoro.
Un camionista inscenò un incidente e poi tentò di violentarla. Per frenare la sua reazione la ammanettò e dopo ore in cui continuò il suo lavoro e la sua vita famigliare la strangolò e buttò il cadavere in un canale.
A distanza di molti anni la sorella, al termine di un faticoso percorso di elaborazione del lutto condiviso con i genitori, ha trovato la forza di reagire inventando un progetto per ricordare non solo la sorella ma tutte le donne vittime di femminicidio.


Un progetto che, grazie ai social network, ha potuto portare in tutta Italia: quella di Cernusco è infatti la 73esima celebrazione. A organizzarla le associazioni cernuschesi Voce, rappresentata da Alvaro Pelà, e Sinapsi, rappresentata da Laura Scaccabarozzi, con il contributo dell’Amministrazione comunale.
“I bulbi rappresentano la vita in contrapposizione alla morte, anche perché l’iris è una pianta forte e generosa che non ha bisogno di molte cure”, ha affermato la vicesindaca Renata Valagussa. “Abbiamo scelto di realizzare l’aiuola vicino alla biblioteca perché è un luogo di cultura, che può contribuire a educare alla gentilezza e a creare relazioni positive”.


Cristina Mostosi ha quindi invitato alcune persone dal pubblico per condividere il gesto simbolico della piantumazione. Poi, insieme al sindaco, Gennaro Toto, e ai due rappresentanti delle associazioni organizzatrici, è stata scoperta la targa.
Lunga e appassionata l’intervista che è seguita nei locali della scuola.
“A Paola mi legava un amore profondo”, ha esordito l’ideatrice del progetto. “Non ho però voluto trasformare questo dolore in rabbia ma in energia positiva. La violenza sulle donne ha origine culturale, una cultura che ci tramandiamo da 4.000 anni. Ma se si conosce il nemico lo si può combattere”.
Il percorso di superamento del dolore è stato molto lungo. Infatti il progetto “Una iris per non dimenticare” ha preso il via solo qualche anno fa.
“Quando mia sorella è stata uccisa non sapevo nemmeno che cosa fosse un femminicidio”, ha confessato Cristina Mostosi. Io avevo 13 anni più di Paola e mai avrei pensato che fosse prima lei a morire. Mi è sembrato di vivere un film dell’orrore e ho dovuto farmi aiutare da uno psicoterapeuta. Avevo i figli piccoli e dovevo andare avanti anche per loro”.


Ad aiutarla è stata anche la grande passione del padre per la botanica. Dopo la sua scomparsa la donna ha deciso di ridare vita al giardino che lui amorevolmente curava e con i numerosi volumi da lui ereditati ha creato la Biblioteca della Natura. Ha fondato anche un’associazione a cui ha dato il nome “Le iris di Trebecco”.
“Durante il Covid ho cercato di tessere legami attraverso i social con persone attive in campo artistico e con diverse associazioni”, ha raccontato. “Il progetto è partito il 25 novembre del 2021 e inizialmente aveva l’obiettivo di coinvolgere soprattutto i Comuni, ma poi è stato adottato da molte scuole e anche da università come La Sapienza di Roma”.
Infine, a ridosso della nuova data in cui si ricorderà la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, l’auspicio espresso da Cristina Mostosi per combattere i femminicidi: “Bisogna creare nuove alleanze, perché gli stereotipi di genere danneggiano anche gli uomini rendendoli meno liberi”.
La cerimonia, molto partecipata, ha visto domenica pomeriggio dapprima la piantumazione e subito dopo l’inaugurazione dell’aiuola con svelamento della targa in prossimità della biblioteca comunale.
A seguire, un intrattenimento nei locali della scuola primaria G. Rodari con lettura di poesie ed esecuzione di brani musicali del Suonare, suonare quartet, inframmezzati da un’intervista di Maria Rachele Villa a Cristina Mostosi, sorella di Paola.
Nel 2002, a soli 24 anni, Paola veniva uccisa sulla A4 mentre si stava recando al lavoro.
Un camionista inscenò un incidente e poi tentò di violentarla. Per frenare la sua reazione la ammanettò e dopo ore in cui continuò il suo lavoro e la sua vita famigliare la strangolò e buttò il cadavere in un canale.
A distanza di molti anni la sorella, al termine di un faticoso percorso di elaborazione del lutto condiviso con i genitori, ha trovato la forza di reagire inventando un progetto per ricordare non solo la sorella ma tutte le donne vittime di femminicidio.
Un progetto che, grazie ai social network, ha potuto portare in tutta Italia: quella di Cernusco è infatti la 73esima celebrazione. A organizzarla le associazioni cernuschesi Voce, rappresentata da Alvaro Pelà, e Sinapsi, rappresentata da Laura Scaccabarozzi, con il contributo dell’Amministrazione comunale.
“I bulbi rappresentano la vita in contrapposizione alla morte, anche perché l’iris è una pianta forte e generosa che non ha bisogno di molte cure”, ha affermato la vicesindaca Renata Valagussa. “Abbiamo scelto di realizzare l’aiuola vicino alla biblioteca perché è un luogo di cultura, che può contribuire a educare alla gentilezza e a creare relazioni positive”.
Cristina Mostosi ha quindi invitato alcune persone dal pubblico per condividere il gesto simbolico della piantumazione. Poi, insieme al sindaco, Gennaro Toto, e ai due rappresentanti delle associazioni organizzatrici, è stata scoperta la targa.
Lunga e appassionata l’intervista che è seguita nei locali della scuola.
“A Paola mi legava un amore profondo”, ha esordito l’ideatrice del progetto. “Non ho però voluto trasformare questo dolore in rabbia ma in energia positiva. La violenza sulle donne ha origine culturale, una cultura che ci tramandiamo da 4.000 anni. Ma se si conosce il nemico lo si può combattere”.
Il percorso di superamento del dolore è stato molto lungo. Infatti il progetto “Una iris per non dimenticare” ha preso il via solo qualche anno fa.
“Quando mia sorella è stata uccisa non sapevo nemmeno che cosa fosse un femminicidio”, ha confessato Cristina Mostosi. Io avevo 13 anni più di Paola e mai avrei pensato che fosse prima lei a morire. Mi è sembrato di vivere un film dell’orrore e ho dovuto farmi aiutare da uno psicoterapeuta. Avevo i figli piccoli e dovevo andare avanti anche per loro”.
Ad aiutarla è stata anche la grande passione del padre per la botanica. Dopo la sua scomparsa la donna ha deciso di ridare vita al giardino che lui amorevolmente curava e con i numerosi volumi da lui ereditati ha creato la Biblioteca della Natura. Ha fondato anche un’associazione a cui ha dato il nome “Le iris di Trebecco”.
“Durante il Covid ho cercato di tessere legami attraverso i social con persone attive in campo artistico e con diverse associazioni”, ha raccontato. “Il progetto è partito il 25 novembre del 2021 e inizialmente aveva l’obiettivo di coinvolgere soprattutto i Comuni, ma poi è stato adottato da molte scuole e anche da università come La Sapienza di Roma”.
Infine, a ridosso della nuova data in cui si ricorderà la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, l’auspicio espresso da Cristina Mostosi per combattere i femminicidi: “Bisogna creare nuove alleanze, perché gli stereotipi di genere danneggiano anche gli uomini rendendoli meno liberi”.
A.Vi.























