Montevecchia: sul progetto di anfiteatro
ANFITEATRO VERDE. Temo che queste considerazioni giungano ormai fuori tempo massimo. Tuttavia, ritengo doveroso esprimere alcune perplessità. Parlare di economia circolare, di un risparmio di 120 mila euro, o di blocchi di cemento rimovibili, evidenzia una certa disattenzione verso la bellezza e l’identità del luogo. Ho già avuto modo di condividere la mia posizione con il Dott. Pendeggia, constatando che ci muoviamo su scale di valori differenti. Pur potendo sollevare numerose osservazioni di merito, quella che ritengo più rilevante è la totale assenza di coinvolgimento preventivo della cittadinanza. L’approvazione da parte della Sovrintendenza, che ha riconosciuto la coerenza paesaggistica dell’opera, rappresenta una risposta di tipo burocratico, non una legittimazione culturale o sociale. A Londra, nel celebre Hyde Park, basta una cassetta di frutta per creare uno spazio di dialogo pubblico. Se l’obiettivo è favorire il confronto e la partecipazione, è più utile una semplice panchina, dove chi lo desidera possa condividere idee e pensieri. Se invece l’approccio è diverso, si potrebbe valutare una soluzione temporanea, da installare solo quando necessario. Questo “anfiteatro verde”, questa Agorà, non rispecchia la mia visione. Ne riconosco le buone intenzioni, ma non ne condivido la proposta.
Renato Pastorini























