Processo Morgan: 100mila € come "gesto riparatorio" ma la querela per diffamazione resta
100mila euro in un assegno circolare accettati ma solo come “acconto sul dovuto” e nessuna remissione di querela.
Questa mattina nell’aula del tribunale, davanti al giudice Martina Beggio, pubblico ministero Chiara Stoppioni, si è svolta l’udienza che vede sul banco degli imputati Marco Castoldi, in arte Morgan, noto personaggio televisivo, accusato di diffamazione e atti persecutori nei confronti della ex fidanzata meratese Angelica Schiatti.
I fatti oggetto del procedimento risalgono al periodo tra maggio 2020 e settembre 2021.
L'imputato e la vittima avevano una relazione amorosa, terminata per volere della donna. Scelta che l'artista monzese non aveva mai accettato, mettendo così in atto una serie di comportamenti persecutori nei confronti della ex, con messaggi, chiamante e esternazioni nei suoi confronti anche su social network, lesive della sua immagine e dignità. Da qui l'accusa di atti persecutori e di diffamazione per cui è a processo.
Una vicenda, dunque, che si trascina da tempo e che, pur approdata sino allo strumento della giustizia riparativa, non era riuscita ad arrivare a un esito positivo, con la conclusione e l’accordo tra le parti. Alla scorsa udienza il giudice, nel suo dispositivo di rigetto dell’eccezione di legittimità costituzionale sulla possibile estinzione del reato (stalking e diffamazione) aveva indicato che una condotta riparatoria con una offerta inferiore ai 100mila euro non fosse da ritenersi congrua.
L’udienza era stata così rinviata a quest’oggi per consentire ai difensori di consultarsi con l’assistito. E così è stato ma non tutto è andato come gli stessi probabilmente si aspettavano.

L’imputato, non comparso, ha comunque dato mandato ai legali di proporre un risarcimento di 100mila euro, presentato con assegno circolare, oltre alla cancellazione di tutti i post dai social, facebook e instagram, raccogliendo tutte la pagine eliminate su una chiavetta usb, attivandosi inoltre per resettare quanto rinvenuto in rete anche se non oggetto delle contestazioni odierne.
La somma accolta dalla parte civile con l’avvocato Maria Nirta, presente in aula con la parte lesa Angelica Schiatti, è stata ritenuta però "un acconto sul dovuto" e non c’è stata la remissione della querela per diffamazione.
Non senza un certo stupore gli avvocati Rossella Gallo e Leonardo Cammarata hanno così chiesto al giudice una interruzione di qualche minuto per poter conferire, vista la non disponibilità della controparte a fermarsi nel procedimento giudiziario pur a fronte dell’ingente somma.
Rientrati in aula, hanno ribadito la volontà manifestata dell’offerta risarcitoria con le azioni già messe in atto dall’assistito per riparare al danno arrecato ma, visto il permanere della querela per diffamazione, hanno sollevato nuovamente l’eccezione di legittimità costituzionale per lo stalking.
Il giudice ha così rinviato all’udienza di dicembre per approfondimenti sulla richiesta sollevata dalla difesa, confermando contestualmente l’accettazione da parte della signora Schiatti dell’assegno circolare da 100mila euro quale condotta riparatoria per la diffamazione.
Al termine dell’udienza soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Maria Nirta, del foro di Locri, per la predisposizione manifestata dall’imputato ma ha spiegato come solamente una sentenza di condanna potrà fare giustizia per le violenze subite al diritto di serenità e libertà personale, violato con la condotta di Castoldi. Da qui la volontà di non ritirare la denuncia e di accettare la somma riparatoria solo quale acconto, rispetto all’ammontare finale richiesto di 150mila euro.
Di diverso avviso gli avvocati della difesa che hanno sottolineato come la volontà di chiudere la vicenda, con un atteggiamento volto alla pace e alla riparazione, sia stato messo in atto in maniera concreta dall’imputato, che a sua volta è stato comunque danneggiato sotto il profilo personale e dell’immagine, per la risonanza mediatica avuta dalla vicenda.
Si torna in aula dunque a dicembre.
Questa mattina nell’aula del tribunale, davanti al giudice Martina Beggio, pubblico ministero Chiara Stoppioni, si è svolta l’udienza che vede sul banco degli imputati Marco Castoldi, in arte Morgan, noto personaggio televisivo, accusato di diffamazione e atti persecutori nei confronti della ex fidanzata meratese Angelica Schiatti.
I fatti oggetto del procedimento risalgono al periodo tra maggio 2020 e settembre 2021.
L'imputato e la vittima avevano una relazione amorosa, terminata per volere della donna. Scelta che l'artista monzese non aveva mai accettato, mettendo così in atto una serie di comportamenti persecutori nei confronti della ex, con messaggi, chiamante e esternazioni nei suoi confronti anche su social network, lesive della sua immagine e dignità. Da qui l'accusa di atti persecutori e di diffamazione per cui è a processo.
Una vicenda, dunque, che si trascina da tempo e che, pur approdata sino allo strumento della giustizia riparativa, non era riuscita ad arrivare a un esito positivo, con la conclusione e l’accordo tra le parti. Alla scorsa udienza il giudice, nel suo dispositivo di rigetto dell’eccezione di legittimità costituzionale sulla possibile estinzione del reato (stalking e diffamazione) aveva indicato che una condotta riparatoria con una offerta inferiore ai 100mila euro non fosse da ritenersi congrua.
L’udienza era stata così rinviata a quest’oggi per consentire ai difensori di consultarsi con l’assistito. E così è stato ma non tutto è andato come gli stessi probabilmente si aspettavano.

L’imputato, non comparso, ha comunque dato mandato ai legali di proporre un risarcimento di 100mila euro, presentato con assegno circolare, oltre alla cancellazione di tutti i post dai social, facebook e instagram, raccogliendo tutte la pagine eliminate su una chiavetta usb, attivandosi inoltre per resettare quanto rinvenuto in rete anche se non oggetto delle contestazioni odierne.
La somma accolta dalla parte civile con l’avvocato Maria Nirta, presente in aula con la parte lesa Angelica Schiatti, è stata ritenuta però "un acconto sul dovuto" e non c’è stata la remissione della querela per diffamazione.
Non senza un certo stupore gli avvocati Rossella Gallo e Leonardo Cammarata hanno così chiesto al giudice una interruzione di qualche minuto per poter conferire, vista la non disponibilità della controparte a fermarsi nel procedimento giudiziario pur a fronte dell’ingente somma.
Rientrati in aula, hanno ribadito la volontà manifestata dell’offerta risarcitoria con le azioni già messe in atto dall’assistito per riparare al danno arrecato ma, visto il permanere della querela per diffamazione, hanno sollevato nuovamente l’eccezione di legittimità costituzionale per lo stalking.
Il giudice ha così rinviato all’udienza di dicembre per approfondimenti sulla richiesta sollevata dalla difesa, confermando contestualmente l’accettazione da parte della signora Schiatti dell’assegno circolare da 100mila euro quale condotta riparatoria per la diffamazione.
Al termine dell’udienza soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Maria Nirta, del foro di Locri, per la predisposizione manifestata dall’imputato ma ha spiegato come solamente una sentenza di condanna potrà fare giustizia per le violenze subite al diritto di serenità e libertà personale, violato con la condotta di Castoldi. Da qui la volontà di non ritirare la denuncia e di accettare la somma riparatoria solo quale acconto, rispetto all’ammontare finale richiesto di 150mila euro.
Di diverso avviso gli avvocati della difesa che hanno sottolineato come la volontà di chiudere la vicenda, con un atteggiamento volto alla pace e alla riparazione, sia stato messo in atto in maniera concreta dall’imputato, che a sua volta è stato comunque danneggiato sotto il profilo personale e dell’immagine, per la risonanza mediatica avuta dalla vicenda.
Si torna in aula dunque a dicembre.
S.V.























