Tino Magni (AVS) sul DL Sicurezza
Sicurezza Lavoro – Magni (AVS): «Decreto parziale e lontano dalle vere emergenze» Il decreto sulla sicurezza sul lavoro approvato ieri dal Consiglio dei Ministri è un provvedimento parziale, lontano dalle vere emergenze del Paese. Un decreto fatto più di ombre che di luci.
Il cosiddetto decreto Calderone si basa su un concetto più assistenziale che preventivo, un approccio riparativo dovuto alla natura dell’Inail, che resta un soggetto assicurativo. Se da un lato introduce alcune novità – come l’estensione del badge di cantiere, l’aumento delle sanzioni per chi non possiede la patente a crediti e una procedura più snella dei controlli – dall’altro non affronta minimamente uno dei problemi centrali della sicurezza: gli appalti a cascata, i subappalti, la concorrenza sleale, i contratti pirata, la rappresentanza sindacale e i falsi attestati di formazione.
Ma soprattutto, non prevede nuovi fondi oltre a quelli già disponibili dell’Inail, contrariamente a quanto annunciato dalla Presidente Meloni con la consueta enfasi trionfalistica alla vigilia della Festa dei Lavoratori. Meloni ha presentato come un investimento da 1 miliardo e 200 milioni quello che, nei fatti, è un decreto con meno risorse e senza un euro in più di bilancio pubblico. Una vera e propria presa in giro per chi ogni giorno rischia la vita nei luoghi di lavoro.
Così il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni, commenta il decreto legge per la tutela della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.
Il cosiddetto decreto Calderone si basa su un concetto più assistenziale che preventivo, un approccio riparativo dovuto alla natura dell’Inail, che resta un soggetto assicurativo. Se da un lato introduce alcune novità – come l’estensione del badge di cantiere, l’aumento delle sanzioni per chi non possiede la patente a crediti e una procedura più snella dei controlli – dall’altro non affronta minimamente uno dei problemi centrali della sicurezza: gli appalti a cascata, i subappalti, la concorrenza sleale, i contratti pirata, la rappresentanza sindacale e i falsi attestati di formazione.
Ma soprattutto, non prevede nuovi fondi oltre a quelli già disponibili dell’Inail, contrariamente a quanto annunciato dalla Presidente Meloni con la consueta enfasi trionfalistica alla vigilia della Festa dei Lavoratori. Meloni ha presentato come un investimento da 1 miliardo e 200 milioni quello che, nei fatti, è un decreto con meno risorse e senza un euro in più di bilancio pubblico. Una vera e propria presa in giro per chi ogni giorno rischia la vita nei luoghi di lavoro.
Così il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni, commenta il decreto legge per la tutela della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.























