Merate: aiuti a MO, Africa e Asia. I progetti finanziati I Cooperatori in sala civica

Medio Oriente, Asia e Africa sono i territori in cui hanno preso vita i progetti finanziati dal Comitato Lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli negli anni 2024-2025. A illustrarli i responsabili delle associazioni che li hanno realizzati, nel corso della serata organizzata giovedì presso la sala civica di viale Lombardia a Merate.
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Maria Grazia Caglio
Prima di entrare nel merito dei singoli progetti la presidente del Comitato, Maria Grazia Caglio, ha offerto un quadro generale delle attività. “Dal 2002 a oggi abbiamo finanziato 100 progetti, per un totale di 900mila euro”, ha riferito”. “E questo grazie a una rete di 28 Comuni, che con il loro contributo hanno reso possibile l’attività”.
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I Comuni contribuiscono in base al numero di abitanti, quindi le cifre devolute possono anche essere minime: per esempio per un ente pubblico come Osnago si tratta di 1.000 euro l’anno.  Ma, ha sottolineato Caglio, “proprio grazie al fatto di aver creato una rete possiamo ogni anno finanziare quattro progetti per un totale di circa 38mila euro, 10mila al massimo per ciascun progetto”.
Merate_serata_africa1.jpeg (97 KB)Serena Baldini (a destra) e Alevromageirou Agghelina
Ogni anno viene proposto un tema scelto nell’ambito dell’Agenda 2030: per il 2025 è l’ambiente, mentre per il 2024 era la riduzione delle disuguaglianze. A Gaza si è realizzato il progetto di cui capofila è l’Arci Lecco/Sondrio in collaborazione con l’associazione Vento di terra.

“Nello scorso mese di aprile siamo riusciti a distribuire pacchi alimentari a 150 famiglie della Striscia”, ha raccontato Serena Baldini, rappresentante della Onlus”. “I pacchi erano confezionati con prodotti freschi provenienti da produttori locali. Ma l’altro aspetto importante è anche quello di rompere la situazione di isolamento e abbandono in cui vivono le persone a Gaza facendo sentire la nostra solidarietà. Importante anche tenere alta l’attenzione sulla loro realtà”.
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Micol Dell'Oro
“E’ stato molto emozionante”, ha detto Alevromageirou Agghelina, “si parla sempre dei morti ma non di chi vive a Gaza”. Hanno riguardato invece il Benin i progetti realizzati da Mani Tese, associazione che sul nostro territorio, a Costamasnaga, gestisce un mercato dell’usato.

“In Benin il 40% della popolazione vive sotto la soglia di povertà”, ha riferito Micol Dell’Oro. “Nel 2024 ci siamo occupati della disoccupazione femminile, un problema molto grave anche perché le convenzioni sociali in quel Paese non favoriscono l’indipendenza economica delle donne. Noi abbiamo operato per dare loro gli strumenti per coltivare e commercializzare prodotti biologici”.

Il secondo progetto ha riguardato invece i giovani e la loro formazione in ambito agronomico, per una produzione sostenibile anche in relazione al cambiamento climatico. In Bangladesh opera invece il Coe (Centro Orientamento Educativo), che ha sede a Barzio e uffici anche nella metropoli milanese.
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Pietro Mariani
“Il Bangladesh è un Paese in cui vige ancora un’organizzazione sociale divisa in caste”, ha spiegato Pietro Mariani. “La nostra associazione si occupa di chi si trova al di sotto della casta inferiore, i cosiddetti ‘paria’. Attraverso la realizzazione di scuole nei villaggi siamo riusciti a formare molti giovani, che sono il vero motore di cambiamento della società. Alcuni di loro sono diventati maestri, medici, infermieri.”

Il secondo progetto riguarda invece il problema climatico, perché il Bangladesh è tradizionalmente soggetto a frequenti alluvioni ma ultimamente, proprio a causa del cambiamento nel clima, si verificano anche episodi di siccità. “Attraverso la realizzazione di workshop cerchiamo di analizzare queste problematiche e di capire come intervenire”.
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Andrea Massironi
Il Burkina Faso e il Marocco sono invece le realtà in cui ha operato e opera l’associazione Anolf (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere). “In Burkina Faso abbiamo realizzato un progetto scolastico per studenti con disabilità sensoriali”, ha raccontato Andrea Massironi. “In Marocco ci occupiamo del problema della desertificazione e del conseguente spopolamento, con l’obiettivo di creare zone adatte a essere abitate”.

Il prossimo bando del Comitato verrà lanciato nel gennaio 2026. 

Nel frattempo la presidente Caglio invita a partecipare ai venerdì di digiuno per Gaza, un modo per far sentire alla popolazione palestinese la propria vicinanza. 
A.Vi.
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