Merate, IV novembre: il ricordo di chi ha speso la vita per la comunità compiendo il proprio dovere
Nella giornata di domenica 2 novembre la città di Merate ha onorato i defunti e in particolare i caduti di tutte le guerre, anticipando la ricorrenza del 4 (dove protagonisti saranno gli alunni delle scuole a partire dalle ore 10.30 in piazza Libertà, ndr), con una cerimonia che si è svolta prima in chiesa prepositurale e poi in auditorium.



Alla presenza delle istitutzioni, delle forze dell'ordine, degli alpini e di diversi gruppi di volontariato, il parroco don Mauro Malighetti ha avuto un particolare pensiero per tutti coloro che, aderendo alla loro missione, hanno dato la vita in servizio, compiendo il loro dovere.
E il pensiero è andato, non solo ai morti delle guerre ma anche ai caduti di questi giorni come i tre carabinieri uccisi nell'esplosione di una cascina durate uno sgombero o il poliziotto deceduto l'altra notte in uno schianto in auto.



“Il sacrificio non è mai vano” ha detto il sacerdote rifacendosi poi al significato cristiano della morte, che “non si ferma alla tomba” ma è un “andare avanti” come dicono gli alpini nella certezza di una vita eterna che va oltre la storia e dona speranza.
Terminata la funzione religiosa, la cerimonia si è sposata in auditorium a causa delle condizioni incerte del tempo.



Qui la scarsa partecipazione della cittadinanza si è resa ancora più palese di quanto non avvenga spesso durante il rito in piazza dove, complice il rituale passaggio di persone della domenica mattina, le fila sono un po' più numerose.
Sul palco la banda ha intonato l'Inno d'Italia, ha invitato con la tromba al silenzio e poi ha onorato i caduti con la canzone del “Piave”, prima di lasciare la parola al sindaco Mattia Salvioni che ha ricordato come “la pace non è mai un dono scontato ma una conquista quotidiana, frutto di dialogo, rispetto e solidarietà. Oggi, purtroppo, assistiamo a un mondo in cui sembra prevalere la legge del più forte, di chi urla di più, di chi impone la propria volontà con la forza. Un’escalation di aggressività che parte dal linguaggio e finisce, troppo spesso, per trasformarsi in violenza reale, sui territori e tra i popoli”.
Il primo cittadino ha poi citato tre articoli della Costituzione italiana (2, 11 e 52) per fare memoria dei diritti inviolabili dell'uomo, del ripudio della guerra e del ruolo delle forze armate.
In chiusura del suo discorso (CLICCA QUI per il testo integrale) Salvioni ha invitato la cittadinanza a ricordare le proprie radici e a vivere il 4 novembre non solo come un giorno di commemorazione ma un impegno collettivo "a promuovere la pace, la giustizia, l’unità. Un impegno a ricordare che la vera forza non sta nell’imporre, ma nel comprendere; non nel prevalere, ma nel dialogare; non nel distruggere, ma nel costruire".



Alla presenza delle istitutzioni, delle forze dell'ordine, degli alpini e di diversi gruppi di volontariato, il parroco don Mauro Malighetti ha avuto un particolare pensiero per tutti coloro che, aderendo alla loro missione, hanno dato la vita in servizio, compiendo il loro dovere.
E il pensiero è andato, non solo ai morti delle guerre ma anche ai caduti di questi giorni come i tre carabinieri uccisi nell'esplosione di una cascina durate uno sgombero o il poliziotto deceduto l'altra notte in uno schianto in auto.



“Il sacrificio non è mai vano” ha detto il sacerdote rifacendosi poi al significato cristiano della morte, che “non si ferma alla tomba” ma è un “andare avanti” come dicono gli alpini nella certezza di una vita eterna che va oltre la storia e dona speranza.
Terminata la funzione religiosa, la cerimonia si è sposata in auditorium a causa delle condizioni incerte del tempo.



Qui la scarsa partecipazione della cittadinanza si è resa ancora più palese di quanto non avvenga spesso durante il rito in piazza dove, complice il rituale passaggio di persone della domenica mattina, le fila sono un po' più numerose.
Sul palco la banda ha intonato l'Inno d'Italia, ha invitato con la tromba al silenzio e poi ha onorato i caduti con la canzone del “Piave”, prima di lasciare la parola al sindaco Mattia Salvioni che ha ricordato come “la pace non è mai un dono scontato ma una conquista quotidiana, frutto di dialogo, rispetto e solidarietà. Oggi, purtroppo, assistiamo a un mondo in cui sembra prevalere la legge del più forte, di chi urla di più, di chi impone la propria volontà con la forza. Un’escalation di aggressività che parte dal linguaggio e finisce, troppo spesso, per trasformarsi in violenza reale, sui territori e tra i popoli”.
Il primo cittadino ha poi citato tre articoli della Costituzione italiana (2, 11 e 52) per fare memoria dei diritti inviolabili dell'uomo, del ripudio della guerra e del ruolo delle forze armate.
In chiusura del suo discorso (CLICCA QUI per il testo integrale) Salvioni ha invitato la cittadinanza a ricordare le proprie radici e a vivere il 4 novembre non solo come un giorno di commemorazione ma un impegno collettivo "a promuovere la pace, la giustizia, l’unità. Un impegno a ricordare che la vera forza non sta nell’imporre, ma nel comprendere; non nel prevalere, ma nel dialogare; non nel distruggere, ma nel costruire".
S.V.























