Merate: i ladri hanno parcheggiato in via Bianchi e hanno divelto un cancelletto del cimitero, poi hanno usato un bidone della spazzatura per trasportare la refurtiva
Si respirava un clima di grande tristezza, costernazione, rabbia e sconcerto questa mattina al cimitero di Merate dopo che ignoti hanno completamente saccheggiato la parte vecchia del camposanto, rubando portavasi, statue, cimeli per poter ricavare profitto dalla vendita del rame, il cosiddetto "oro rosso".
Uno scempio, un vero sfregio al luogo sacro dove ricordi e dolore si mescolano e dove la vista di decine e decine di fiori rovesciati a terra per potersi appropriare del contenitore in metallo, è stata una pugnalata al cuore.



L'azione si è consumata ad un orario riconducibile presumibilmente tra le 2 e le 3 della notte tra domenica e lunedì.
Parcheggiato il furgone nella strada sterrata che corre tra via Emilio Bianchi e le mura del cimitero, probabilmente con una mazza hanno rotto il muro a sostegno della serratura di una porta in ferro che funge da cancello e che dà accesso al luogo e poi hanno iniziato a “lavorare”.
I ladri, che nei giorni precedenti si ritiene abbiano fatto un giro perlustrativo sia per comprendere da che parte entrare (il cancello forzato, infatti, non è ad uso del pubblico e non è nemmeno facilmente visibile, ndr) sia per individuare le tombe di interesse (quelle con le statue) o comunque la zona in cui andare a colpo sicuro.



Una volta all'interno hanno iniziato la loro devastazione.
Dai monumenti sono stati strappati i portavasi in rame e lasciati a terra i fiori con il secondo contenitore in plastica. Da altre lapidi sono stati prelevati croci, statue di santi, della Madonna e del Signore, e poi altri cimeli o porta luci votive sempre in rame.
La razzia è durata parecchio.
Uno dei grossi bidoni in plastica della spazzatura, svuotato del contenuto, è stato usato presumibilmente per trasportare più facilmente gli oggetti sino all'uscita e per caricarli poi sul mezzo.
Terminato il “giro”, i ladri sono risaliti sul mezzo e si sono dati alla fuga, certi di averla fatta franca.
Non avevano però fatto i conti con una pattuglia della Polizia Stradale di Lecco, in servizio perlustrativo sul territorio meratese.
I poliziotti poco dopo le 3.30 hanno incrociato un furgone che procedeva ad alta velocità tra Cernusco e Merate e si sono insospettiti viste l'ora e l'andatura tenuta dal conducente.
I sospetti si sono presto rivelati esatti poiché quando i ladri hanno visto i lampeggianti della Polstrada alle loro spalle hanno tentato in tutti i modi la fuga, premendo sull'acceleratore.
Per due chilometri la pattuglia ha tallonato il veicolo senza lasciargli possibilità di prendere il largo.
In un tentativo disperato di sganciarsi dei poliziotti, il conducente ha imboccato una strada secondaria finendo però in un tratto a fondo chiuso. Inchiodato il mezzo i due che erano a bordo si sono dati alla fuga precipitosa per i campi, abbandonando tutta la refurtiva sul posto, circa 15 quintali di roba che si ritiene appunto il provento del furto consumato poco prima al cimitero di Merate



Nel corso delle ore successive mentre i parenti delle tombe depredate prendevano atto dell'accaduto e si recavano in caserma a Merate per sporgere denuncia, venivano avviate le indagini per risalire al proprietario del mezzo e agli autori del furto.
Nei giorni scorsi, a Novate, una statua in bronzo di sant'Antonio era stata rubata da una tomba. Ma si era trattato di un episodio isolato.
Uno scempio, un vero sfregio al luogo sacro dove ricordi e dolore si mescolano e dove la vista di decine e decine di fiori rovesciati a terra per potersi appropriare del contenitore in metallo, è stata una pugnalata al cuore.



L'azione si è consumata ad un orario riconducibile presumibilmente tra le 2 e le 3 della notte tra domenica e lunedì.
Parcheggiato il furgone nella strada sterrata che corre tra via Emilio Bianchi e le mura del cimitero, probabilmente con una mazza hanno rotto il muro a sostegno della serratura di una porta in ferro che funge da cancello e che dà accesso al luogo e poi hanno iniziato a “lavorare”.
I ladri, che nei giorni precedenti si ritiene abbiano fatto un giro perlustrativo sia per comprendere da che parte entrare (il cancello forzato, infatti, non è ad uso del pubblico e non è nemmeno facilmente visibile, ndr) sia per individuare le tombe di interesse (quelle con le statue) o comunque la zona in cui andare a colpo sicuro.



Una volta all'interno hanno iniziato la loro devastazione.
Dai monumenti sono stati strappati i portavasi in rame e lasciati a terra i fiori con il secondo contenitore in plastica. Da altre lapidi sono stati prelevati croci, statue di santi, della Madonna e del Signore, e poi altri cimeli o porta luci votive sempre in rame.
La razzia è durata parecchio.
Uno dei grossi bidoni in plastica della spazzatura, svuotato del contenuto, è stato usato presumibilmente per trasportare più facilmente gli oggetti sino all'uscita e per caricarli poi sul mezzo.
Terminato il “giro”, i ladri sono risaliti sul mezzo e si sono dati alla fuga, certi di averla fatta franca.
Non avevano però fatto i conti con una pattuglia della Polizia Stradale di Lecco, in servizio perlustrativo sul territorio meratese.
I poliziotti poco dopo le 3.30 hanno incrociato un furgone che procedeva ad alta velocità tra Cernusco e Merate e si sono insospettiti viste l'ora e l'andatura tenuta dal conducente.
I sospetti si sono presto rivelati esatti poiché quando i ladri hanno visto i lampeggianti della Polstrada alle loro spalle hanno tentato in tutti i modi la fuga, premendo sull'acceleratore.
Per due chilometri la pattuglia ha tallonato il veicolo senza lasciargli possibilità di prendere il largo.
In un tentativo disperato di sganciarsi dei poliziotti, il conducente ha imboccato una strada secondaria finendo però in un tratto a fondo chiuso. Inchiodato il mezzo i due che erano a bordo si sono dati alla fuga precipitosa per i campi, abbandonando tutta la refurtiva sul posto, circa 15 quintali di roba che si ritiene appunto il provento del furto consumato poco prima al cimitero di Merate



Nel corso delle ore successive mentre i parenti delle tombe depredate prendevano atto dell'accaduto e si recavano in caserma a Merate per sporgere denuncia, venivano avviate le indagini per risalire al proprietario del mezzo e agli autori del furto.
Nei giorni scorsi, a Novate, una statua in bronzo di sant'Antonio era stata rubata da una tomba. Ma si era trattato di un episodio isolato.
S.V.























