Troppe prescrizioni?

"Troppe prescrizioni?”. Una riflessione personale In questi giorni si parla molto di “troppe prescrizioni” come causa delle liste d’attesa. Ma dietro ogni esame ci sono persone, non numeri: pazienti che chiedono risposte e medici che si assumono la responsabilità di non trascurare nulla. Parlare di eccessi senza chiarire chi valuta l’appropriatezza o in base a quali criteri , è una semplificazione. E si dimentica un fatto evidente: la popolazione sta invecchiando, con un inevitabile aumento di malattie croniche e bisogni di cura. Da anni non vengono analizzati i reali bisogni sanitari, né a livello territoriale, né regionale, né nazionale.
Prima di puntare il dito sui medici, sarebbe giusto chiedere conto a chi ha il compito di programmare e governare la sanità. Piuttosto, mi piacerebbe che l’attenzione si spostasse su una vera politica di prevenzione e di educazione alla salute. Come molti esperti ricordano, ad esempio pensiamo al diabete: una malattia che apre la strada a tante altre patologie e che pesa enormemente sul sistema sanitario.
Promuovere stili di vita sani fin dall’età scolare, investire in informazione e prevenzione significherebbe non solo migliorare la salute delle persone, ma anche ridurre i costi per la collettività. E ricordiamolo: la compatibilità economica non può mai prevalere sul diritto alla tutela della salute, sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione. La salute non si difende con le polemiche, ma con visione, responsabilità e rispetto per chi cura e per chi è curato.
Milva Caglio
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