Merate: "La società che cura", libro di Marcello Ripamonti presidente di Volontaria-Mente

“La società che cura” è il titolo del libro di Marcello Ripamonti presentato venerdì a Merate in sala civica.
Marcello Ripamonti è presidente di Volontaria-Mente, associazione di famiglie e utenti per la salute mentale nata nel 2005, la cui sede attuale si trova a Brugarolo in via Fermi 2. 
Ripamonti lavora nell’ambito della Logistica e ha una laurea triennale in Filosofia. 
La sua formazione, unita all’attività ormai ultradecennale nel volontariato, gli ha ispirato questo libro.
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“Ho sentito il bisogno di mettere nero su bianco il mio pensiero e allo stesso tempo il mio vissuto nell’associazione”, spiega.
Il titolo è l’auspicio di poter costruire una società che possa curare i più fragili.
“Ma oggi si ha paura delle persone con patologie mentali, ci sono molti pregiudizi nei loro confronti e si cerca di evitarle. Bisogna parlarne di più senza stigmatizzare ma confrontandosi. Il confronto aiuta a crescere perché stimola a mettere in discussione le proprie convinzioni”.
Anche quando non le si evita in modo pregiudiziale, c’è comunque la tendenza a non “vedere” queste persone.
“C’è il momento della cura, quando il paziente si sottopone alla terapia. Ma poi c’è il momento della vita che è tutto il resto. Ed è qui che siamo chiamati tutti noi a fare di più.”
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Come? 
“Interagire con loro è importante, perché significa farle uscire dall’isolamento. In associazione sono arrivate persone che provenivano da un vissuto di totale solitudine. Condividendo con loro azioni di vita quotidiana, si sono rese conto che il mondo fuori non è così terribile. Ma la società deve essere pronta ad accoglierle”. 
Ripamonti non si è però limitato a riflettere sul proprio vissuto, ma ha chiesto aiuto a filosofi di grosso calibro quali Aristotele, Platone e Schopenhauer.
“Aristotele, a partire dalla teoria delle azioni volontarie, mi ha spinto a interrogarmi su che cosa spinge a fare volontariato. Il mito della caverna di Platone mi ha fatto riflettere sul fatto che chi esce dalla caverna, ovvero dalla propria zona di sicurezza, per spezzare le catene, spesso viene etichettato come folle. In generale i primi filosofi greci parlavano di ‘atarassia’ che sarebbe il raggiungimento del benessere mentale attraverso la sospensione del giudizio, abbandonando la convinzione che si debba capire subito con certezza e coltivando il dubbio. Infine Schopenhauer aveva una visione pessimistica della vita e oscillava tra momenti di benessere e momenti di sofferenza. Così è per i malati psichici e dobbiamo dare valore alle occasioni di serenità che condividiamo con loro perché possano avere un effetto più duraturo.”
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Il presidente durante uno dei banchetti vendita dei prodotti dell'orto sociale

Attualmente l’associazione è costituita da 30 utenti con età diverse, dai 20 ai 60 anni, e da una decina di volontari.

Le attività sono molteplici e vanno dai laboratori creativi, al gruppo teatrale, alla danza, al disegno e alla lettura.

Molto importante è l’orto sociale perché attraverso il lavoro manuale ci si tiene attivi e si può seguire passo passo la crescita fino alla produzione finale.

Volontaria-Mente collabora con il Centro Diurno e con il Centro Psico-sociale di Merate, con la comunità ad alta assistenza di Cernusco Lombardone e con l’Asst di Lecco. 

“La collaborazione con Asst è molto importante perché serve da filtro quando vogliamo proporre dei progetti, oltre che per avere un confronto e restare aggiornati. Le patologie mentali sono in aumento, soprattutto, dopo il Covid, tra i pre-adolescenti e gli adolescenti. Da noi però vengono persone più adulte e che hanno già superato la fase acuta della malattia e stanno facendo un processo di riabilitazione. Il nostro obiettivo principale è il loro reinserimento sociale”.
A.Vi.
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