Cernusco, a Luca: quando una cosa piace si spiega fino in fondo
Caro Luca,
con il dono della sintesi ci si nasce, e io purtroppo non ci sono nato. Preferisco spiegare troppo che lasciare spazio ai fraintendimenti — anche perché, in Comune, le semplificazioni creano più miti che soluzioni. E poi, diciamolo: non ho il dono della sintesi perché la contabilità pubblica mi appassiona davvero. La sto studiando sia per interesse personale che in ambito accademico, e quando una cosa ti piace finisci per volerla spiegare fino in fondo.
Detto questo, nessuna inadempienza da coprire: la Prefettura non ha “richiamato” il Comune, ma chiesto chiarimenti — come accade ogni volta che un fornitore segnala un’eventuale anomalia.
Semmai, sarebbe interessante capire come una comunicazione interna, soggetta al dovere di riservatezza previsto dal Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, sia arrivata alla stampa prima ancora di essere esaminata dagli uffici competenti. Ma questa è un’altra storia, da valutare in altra sede. Anzi, l’intera vicenda è stata un’occasione per me per chiarire meglio i fatti e rassicurare i tanti cittadini che mi hanno scritto o fermato per manifestarmi la loro fiducia e tranquillità.
Quanto alla presunta “incapacità gestionale”, direi che la realtà è molto meno drammatica di come la si vuole raccontare. Non ho mai negato l’esistenza di alcune criticità — anzi, le ho sempre spiegate apertamente, anche nei Consigli comunali a cui tu stesso hai partecipato.
E concedimi di dirlo: questa è la prima volta che rispondo pubblicamente a UPAI, dopo molte loro dichiarazioni imprecise, proprio perché credo più nel confronto diretto che nei comunicati.
Ma quando si rischia di deformare i fatti, chiarire diventa un dovere.
Riconoscere i problemi non è un segno di debolezza, ma di onestà. Le cose si sistemano solo se si guardano in faccia, non se si nascondono sotto il tappeto o si mistificano.
Io continuo a pensare che sia meglio un Comune che controlla, corregge e migliora, piuttosto che uno che si racconta che va sempre tutto bene.
E su questo, se vuoi, ne parliamo davanti a un caffè — come già capitato qualche tempo fa.
Un saluto sincero
con il dono della sintesi ci si nasce, e io purtroppo non ci sono nato. Preferisco spiegare troppo che lasciare spazio ai fraintendimenti — anche perché, in Comune, le semplificazioni creano più miti che soluzioni. E poi, diciamolo: non ho il dono della sintesi perché la contabilità pubblica mi appassiona davvero. La sto studiando sia per interesse personale che in ambito accademico, e quando una cosa ti piace finisci per volerla spiegare fino in fondo.
Detto questo, nessuna inadempienza da coprire: la Prefettura non ha “richiamato” il Comune, ma chiesto chiarimenti — come accade ogni volta che un fornitore segnala un’eventuale anomalia.
Semmai, sarebbe interessante capire come una comunicazione interna, soggetta al dovere di riservatezza previsto dal Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, sia arrivata alla stampa prima ancora di essere esaminata dagli uffici competenti. Ma questa è un’altra storia, da valutare in altra sede. Anzi, l’intera vicenda è stata un’occasione per me per chiarire meglio i fatti e rassicurare i tanti cittadini che mi hanno scritto o fermato per manifestarmi la loro fiducia e tranquillità.
Quanto alla presunta “incapacità gestionale”, direi che la realtà è molto meno drammatica di come la si vuole raccontare. Non ho mai negato l’esistenza di alcune criticità — anzi, le ho sempre spiegate apertamente, anche nei Consigli comunali a cui tu stesso hai partecipato.
E concedimi di dirlo: questa è la prima volta che rispondo pubblicamente a UPAI, dopo molte loro dichiarazioni imprecise, proprio perché credo più nel confronto diretto che nei comunicati.
Ma quando si rischia di deformare i fatti, chiarire diventa un dovere.
Riconoscere i problemi non è un segno di debolezza, ma di onestà. Le cose si sistemano solo se si guardano in faccia, non se si nascondono sotto il tappeto o si mistificano.
Io continuo a pensare che sia meglio un Comune che controlla, corregge e migliora, piuttosto che uno che si racconta che va sempre tutto bene.
E su questo, se vuoi, ne parliamo davanti a un caffè — come già capitato qualche tempo fa.
Un saluto sincero
Pietro Santoro























