Merate: la lotta quotidiana per la legalità e l’assistenza di don Massimo Mapelli
“Ho imparato a guardare il mio territorio con lo sguardo che mi hanno regalato i miei ragazzi: ogni giorno ti invitano a scegliere da che parte stare per metterti a guardare il mondo”.
A parlare è don Massimo Mapelli, che nella serata di martedì 21 ottobre è stato invitato nell'auditorium di Merate “G. Spezzaferri” per presentare il proprio libro “Insieme si può”: intervistato dal consigliere comunale di Olgiate Molgora Andrea Martena, il sacerdote originario di Pagnano ha portato la propria esperienza nell'assistenza ai soggetti fragili e, soprattutto, nella lotta alla malavita e al recupero di beni confiscati alla 'ndrangheta nella periferia sud di Milano.


L'incontro, intitolato “Riutilizzo sociale dei beni confiscati” e accolto con grande partecipazione dalla cittadinanza, rientra nella rassegna “Percorsi di legalità”, organizzata e promossa dall'assessorato alla Legalità della Città di Merate con il patrocinio e la collaborazione di Avviso Pubblico e l'Associazione BAMP (Biblioteca A. Mandelli di Pagnano).
A presentare l'ospite della serata l'assessore con delega alla Legalità Patrizia Riva: fino al 2004 coadiutore della parrocchia di Paderno Dugnano, Don Massimo Mapelli nel 2000 ha fondato "Una Casa Anche per Te Onlus", di cui tuttora è presidente, dal 2012 è responsabile della Caritas Ambrosiana per Zona VI. Per le sue opere nella diocesi di Milano è stato insignito nel 2008 della civica benemerenza a Merate, nel 2013 gli è stato riconosciuto l'Ambrogino d'Oro e lo scorso anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'ha nominato Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.


Dal 2023 don Mapelli gestisce Libera Masseria, complesso immobiliare confiscato nel 2014 alla famiglia Valle-Lampada (clan della ′ndrangheta) e uno dei più grandi beni del Nord Italia sottratti alla criminalità organizzata, attualmente destinato ad attività sociali, come l'assistenza e l'accoglienza dei ragazzi stranieri non accompagnati.
“Io celebro la Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Sant'Adele di Buccinasco e a 50 metri abita Rocco Papalia, uno dei più grandi nomi della 'ndrangheta: non puoi far finta che non ci sia” ha spiegato don Massimo, che attraverso le testimonianze di chi ha incontrato lungo il suo cammino, ha raccontato come ogni giorno lavora per togliere potere alle famiglie che controllano il territorio: lo fa con gli sportelli di ascolto antiusura e antimafia, con una rete consolidata di collaborazione con le Istituzioni, ma anche soltanto con la propria presenza, cha lancia ai comuni cittadini un messaggio di forte speranza. È la storia, per esempio, della donna che si è dovuta trovare a testimoniare in Tribunale, dopo aver denunciato crimini di stampo mafioso: “loro erano in dodici, ciascuno di loro aveva tre avvocati e lei era da sola: noi siamo entrati in aula con lei, perchè tutti dovevano vedere che non era sola”.


“Ma tu non hai paura?” ha chiesto il consigliere Martena. “Lo dico sempre anche ai ragazzi, quando vado nelle scuole: sì. Chi non ha paura è un cretino, ma “Insieme si può”: noi siamo in tanti” ha risposto il sacerdote, che oggi può fronteggiare le sfide quotidiane con l'appoggio delle amministrazioni comunali e della direzione distrettuale antimafia.
Tanti i temi toccati nel corso dell'intervista: dalle esperienze nel quotidiano a contatto con gli ambienti appannaggio della malavita, alla nascita di Libera Masseria a Cisliano. Dopo la confisca definitiva nel 2014 dell'immobile della famiglia Valle-Lampada, infatti, la villa era rimasta alla mercè di vandali e facinorosi: “qualcuno aveva fatto sparire il cancello d'ingresso e presto era diventata inagibile. Avevano voluto mandare un segnale”. In risposta a quel “Se non è più nostra non è più di nessuno”, don Massimo ha voluto rispondere con un presidio a tutela del bene. Finita la questione in consiglio comunale (la seduta si tenne in piazza, per consentire a ben 300 cittadini di partecipare), l'amministrazione ha votato in favore della manifestazione e dopo 15 giorni il Comune ha ottenuto il decreto di assegnazione provvisorio della villa, divenuto definitivo nel 2021: “Non ci siamo comportati come di prassi, ma è stata una movimentazione della società civile, che si è mossa dal basso” e ha poi espresso la sua più grande convinzione “è con la confisca, più che con il carcere, che si colpisce la malavita”.
Oggi don Mapelli, oltre alla Libera Masseria, ha “rilevato” per attività rivolte al sociale altre due ville confiscate alla criminalità organizzata: a Trezzano Sul Naviglio un immobile sequestrato a Cosa Nostra nel corso dell'operazione Hydra oggi ospita uomini soli ed è attrezzata di docce calde per i senzatetto, mentre ad Arluno trovano rifugio donne con bambini, in una villetta che un tempo era di malavitosi dediti al traffico di droga a livello internazionale.


Infine il Sindaco di Merate Mattia Salvioni, presente fra il pubblico, ha voluto esprimere alcune riflessioni e ha voluto concludere con una domanda: “come facciamo a riconoscere i segnali?”.
La cittadinanza potrebbe correttamente insospettirsi, secondo il sacerdote, quando in pochi metri quadrati, iniziano ad aprirsi diversi esercizi commerciali (pizzerie e bar, spesso utilizzate per “pulire” denaro sporco); poi la responsabilità più grande ricade sui professionisti (avvocati, notai, commercialisti e direttori di banca), che troppo spesso si prestano senza batter ciglio ad attività sospette: “questo ci obbliga tutti, anche delle categorie professionali, a tenere gli occhi aperti”.
Al termine della serata, i partecipanti hanno potuto acquistare non solo il volume di don Massimo, ma anche i prodotti agricoli preparati e confezionati dai ragazzi di Libera Masseria.
Il prossimo appuntamento con la rassegna “Percorsi di Legalità” è per il 12 novembre con il sostituto procuratore Alessandra Cerresi (Direzione Distrettuale Antimafia di Milano) per parlare dell'operazione Hydra.
A parlare è don Massimo Mapelli, che nella serata di martedì 21 ottobre è stato invitato nell'auditorium di Merate “G. Spezzaferri” per presentare il proprio libro “Insieme si può”: intervistato dal consigliere comunale di Olgiate Molgora Andrea Martena, il sacerdote originario di Pagnano ha portato la propria esperienza nell'assistenza ai soggetti fragili e, soprattutto, nella lotta alla malavita e al recupero di beni confiscati alla 'ndrangheta nella periferia sud di Milano.

Don Massimo e Andrea Martena

L'incontro, intitolato “Riutilizzo sociale dei beni confiscati” e accolto con grande partecipazione dalla cittadinanza, rientra nella rassegna “Percorsi di legalità”, organizzata e promossa dall'assessorato alla Legalità della Città di Merate con il patrocinio e la collaborazione di Avviso Pubblico e l'Associazione BAMP (Biblioteca A. Mandelli di Pagnano).
A presentare l'ospite della serata l'assessore con delega alla Legalità Patrizia Riva: fino al 2004 coadiutore della parrocchia di Paderno Dugnano, Don Massimo Mapelli nel 2000 ha fondato "Una Casa Anche per Te Onlus", di cui tuttora è presidente, dal 2012 è responsabile della Caritas Ambrosiana per Zona VI. Per le sue opere nella diocesi di Milano è stato insignito nel 2008 della civica benemerenza a Merate, nel 2013 gli è stato riconosciuto l'Ambrogino d'Oro e lo scorso anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'ha nominato Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.


Dal 2023 don Mapelli gestisce Libera Masseria, complesso immobiliare confiscato nel 2014 alla famiglia Valle-Lampada (clan della ′ndrangheta) e uno dei più grandi beni del Nord Italia sottratti alla criminalità organizzata, attualmente destinato ad attività sociali, come l'assistenza e l'accoglienza dei ragazzi stranieri non accompagnati.
“Io celebro la Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Sant'Adele di Buccinasco e a 50 metri abita Rocco Papalia, uno dei più grandi nomi della 'ndrangheta: non puoi far finta che non ci sia” ha spiegato don Massimo, che attraverso le testimonianze di chi ha incontrato lungo il suo cammino, ha raccontato come ogni giorno lavora per togliere potere alle famiglie che controllano il territorio: lo fa con gli sportelli di ascolto antiusura e antimafia, con una rete consolidata di collaborazione con le Istituzioni, ma anche soltanto con la propria presenza, cha lancia ai comuni cittadini un messaggio di forte speranza. È la storia, per esempio, della donna che si è dovuta trovare a testimoniare in Tribunale, dopo aver denunciato crimini di stampo mafioso: “loro erano in dodici, ciascuno di loro aveva tre avvocati e lei era da sola: noi siamo entrati in aula con lei, perchè tutti dovevano vedere che non era sola”.


“Ma tu non hai paura?” ha chiesto il consigliere Martena. “Lo dico sempre anche ai ragazzi, quando vado nelle scuole: sì. Chi non ha paura è un cretino, ma “Insieme si può”: noi siamo in tanti” ha risposto il sacerdote, che oggi può fronteggiare le sfide quotidiane con l'appoggio delle amministrazioni comunali e della direzione distrettuale antimafia.
Tanti i temi toccati nel corso dell'intervista: dalle esperienze nel quotidiano a contatto con gli ambienti appannaggio della malavita, alla nascita di Libera Masseria a Cisliano. Dopo la confisca definitiva nel 2014 dell'immobile della famiglia Valle-Lampada, infatti, la villa era rimasta alla mercè di vandali e facinorosi: “qualcuno aveva fatto sparire il cancello d'ingresso e presto era diventata inagibile. Avevano voluto mandare un segnale”. In risposta a quel “Se non è più nostra non è più di nessuno”, don Massimo ha voluto rispondere con un presidio a tutela del bene. Finita la questione in consiglio comunale (la seduta si tenne in piazza, per consentire a ben 300 cittadini di partecipare), l'amministrazione ha votato in favore della manifestazione e dopo 15 giorni il Comune ha ottenuto il decreto di assegnazione provvisorio della villa, divenuto definitivo nel 2021: “Non ci siamo comportati come di prassi, ma è stata una movimentazione della società civile, che si è mossa dal basso” e ha poi espresso la sua più grande convinzione “è con la confisca, più che con il carcere, che si colpisce la malavita”.
Oggi don Mapelli, oltre alla Libera Masseria, ha “rilevato” per attività rivolte al sociale altre due ville confiscate alla criminalità organizzata: a Trezzano Sul Naviglio un immobile sequestrato a Cosa Nostra nel corso dell'operazione Hydra oggi ospita uomini soli ed è attrezzata di docce calde per i senzatetto, mentre ad Arluno trovano rifugio donne con bambini, in una villetta che un tempo era di malavitosi dediti al traffico di droga a livello internazionale.


Infine il Sindaco di Merate Mattia Salvioni, presente fra il pubblico, ha voluto esprimere alcune riflessioni e ha voluto concludere con una domanda: “come facciamo a riconoscere i segnali?”.
La cittadinanza potrebbe correttamente insospettirsi, secondo il sacerdote, quando in pochi metri quadrati, iniziano ad aprirsi diversi esercizi commerciali (pizzerie e bar, spesso utilizzate per “pulire” denaro sporco); poi la responsabilità più grande ricade sui professionisti (avvocati, notai, commercialisti e direttori di banca), che troppo spesso si prestano senza batter ciglio ad attività sospette: “questo ci obbliga tutti, anche delle categorie professionali, a tenere gli occhi aperti”.
Al termine della serata, i partecipanti hanno potuto acquistare non solo il volume di don Massimo, ma anche i prodotti agricoli preparati e confezionati dai ragazzi di Libera Masseria.
Il prossimo appuntamento con la rassegna “Percorsi di Legalità” è per il 12 novembre con il sostituto procuratore Alessandra Cerresi (Direzione Distrettuale Antimafia di Milano) per parlare dell'operazione Hydra.
F.F.























