Paderno: chiuso il dibattito pubblico sul ponte. L’esito delle proposte nella relazione

Il dibattito pubblico sul nuovo ponte San Michele si è ufficialmente chiuso con la pubblicazione della relazione conclusiva di Rfi, che raccoglie e analizza il centinaio di contributi arrivati da enti, comitati e cittadini. C’è amarezza sulla sponda lecchese dell’Adda per gli esiti perché, anche se bisognerà attendere ancora 60 giorni per sapere esattamente quale sarà la soluzione scelta e che verrà realizzata, scorrendo la corposa relazione conclusiva appare nitida la propensione verso due opzioni di fatto piuttosto simili: un nuovo ponte a circa 30 metri a sud del San Michele, oppure lievemente più a nord.
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Giudicata favorevolmente la variante “1-bis”, sostenuta dal Comune di Calusco e dalla Provincia di Bergamo, che prevede uno spostamento del tracciato verso nord per ridurre consumo di suolo, espropri e interferenze con il quartiere Monastero dei Verghi, migliorando al contempo l’inserimento ambientale. Non sono invece state accolte sette osservazioni, tra cui quella presentata congiuntamente dai Comuni di Paderno, Robbiate, Verderio e Imbersago. L’ipotesi di un ponte a 1,6 km più a Sud è stata scartata poiché “ricadrebbe all’interno dell’area instabile”. 
Faticano a trattenere la delusione i sindaci Lecchesi. “Nella risposta al dibattito pubblico purtroppo vengono fondamentalmente non accolte buona parte delle proposte e delle posizioni che come quattro comuni più prossimi (Paderno, Imbersago, Verderio, Robbiate) e i dodici comuni della sponda Lecchese e Monzese avevamo presentato” commenta Gianpaolo Torchio, sindaco di Paderno d’Adda. “Questo è abbastanza significativo: non vengono prese in considerazione le posizioni di tutto un territorio su cui atterra il ponte”.
Per il primo cittadino padernese la posizione della Soprintendenza nella sua completezza è “estremamente puntuale, interessante e importante nei contenuti fino alle conclusioni, quando, smentendo buona parte delle premesse, viene poi accolta l’ipotesi del passaggio immediatamente a Nord”.  “È evidente che il passaggio a Nord ha un impatto pesantissimo sul territorio e non risolve nessuno dei problemi di traffico né di passaggio della ferrovia – prosegue Torchio. – È semplicemente lievemente meno dannosa per quanto riguarda l’impatto paesaggistico. Ma non risolve nessuna delle questioni che abbiamo posto”.  
Paesaggio compromesso, traffico di mezzi pesanti e automobili che “spaccano in due” un centro abitato e soprattutto treni merci nel cuore del paese. Queste le conseguenze che le soluzioni porterebbero e che i sindaci Lecchesi contestano rivendicando il valore della propria proposta di un ponte oltre un chilometro più a sud, supportata peraltro da studi. A questa si unisce il restauro del San Michele, che dalla relazione sembra però definitivamente bocciata. “La risposta che viene data appare diversa dalla risposta che abbiamo avuto in passato. Ora ci dicono che ci sono stati studi ulteriori e francamente vorremo capirci di più” prosegue Torchio, ricordando che intanto diversi Comuni del Lecchese stanno attendendo lo studio sul traffico che hanno richiesto e finanziato insieme alla Provincia di Lecco. I tecnici sono al lavoro in questo momento e quando sarà disponibile l’esito si avrà un elemento in più su cui poter ragionare, anche se appare evidente che dalla realizzazione di nuovo ponte a poche decine di metri dal San Michele non può che derivare un pesante incremento del traffico. 
A vederla come il collega padernese è anche Fabio Vergani, sindaco di Imbersago, che definito gli esiti della relazione “una grande delusione”. “Ci sembra ci sia stata sordità assoluta rispetto alle istanze di un territorio. Non ci sembra di aver proposto il Mondo, ma idee concrete e praticabili, senza fronzoli – commenta. –  Ci siamo concentrati sulla concretezza, abbiamo avuto confronti con tecnici a più riprese e tutto era praticabile. Abbiamo avuto anche parecchie interlocuzioni con il territorio e confronti anche con comuni dell’Isola”. 
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Per Vergani le opzioni prese in considerazioni nel documento sono una “scelta sciamannata” e non usa troppi giri di parole per descrivere lo scenario che si prospetta: “violentare un ambito paesaggistico, storico, culturale, naturalistico importantissimo e andare a calare sul nostro territorio un sistema di attraversamento che, in particolare a Paderno stravolge la vita dei padernesi”. Per il sindaco Imbersaghese non è stata posta sufficiente attenzione al tema del traffico ferroviario: “se da lì passeranno i treni merci in notturna, i cittadini subiranno conseguenze per nulla trascurabili: treni il cui passaggio in paese interesserà un tratto lungo 750 metri, sferragliando ogni mezz’ora per tutta notte”. 
Come anticipato, si attende entro due mesi la decisione definitiva, ma non si escludono ulteriori momenti di incontro nel frattempo. 
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E.Ma.
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