Merate: amministrare e una cosa guidare un'altra

Città amministrata ma non guidata? Non c’è da stupirsi.
La lettera a firma La voce sotto la torre fotografa una situazione che, purtroppo, era ampiamente prevedibile. Il sindaco attuale, per quanto animato da buone intenzioni, non è certo un esperto di amministrazione pubblica. E il gruppo che lo sostiene — composto perlopiù da persone volenterose ma prive di esperienza amministrativa e, soprattutto, manageriale — si trova oggi a gestire una macchina comunale complessa, che non si guida con lo stesso spirito con cui si organizza un torneo in oratorio. Un conto è la passione civica, un altro è la capacità di far funzionare un sistema amministrativo già di per sé in difficoltà, sotto organico e con competenze male assortite. Fa quasi sorridere leggere che la “macchina comunale” si lamenta per la mancanza di una guida forte: quando una guida forte c’era, molti chiedevano un profilo più “normale”. Forse oggi, alla luce dei risultati, qualcuno rimpiange quei tempi. E se guardiamo al futuro, non è difficile immaginare che la figura di Andrea Robbiani possa tornare centrale nelle prossime elezioni: perché, al di là delle simpatie politiche e di pregiudizi discutibili, è stato l’unico sindaco che negli ultimi vent’anni ha saputo davvero far funzionare la città. Ha affrontato vincoli durissimi con le regole di Monti e del Patto di stabilità, ha gestito cantieri storici chiudendoli e ha lasciato un segno concreto, non solo dichiarazioni o slogan. Il CDD piuttosto che il progetto del centro sportivo di via Matteotti, sono progetti veri. Senza contare che aveva a disposizione funzionari comunali tutt’altro che collaborativi. Se pensiamo che cosa avrebbe potuto fare Panzeri con i soldi che gli sono piovuti addosso post-Covid, spesi per asfaltare la via Verdi e per riempire di sampietrini la piazza degli Eroi, viene davvero da rimpiangerlo. Non dobbiamo sorprenderci se l’attuale amministrazione mostra crepe. In campagna elettorale è stata costruita una narrazione efficace: video patinati, proclami accattivanti, il look del “consulente rampante” in camicia bianca, abito nero lucido stile avvocato di Wall Sreet e sorriso da spot. Tutto molto curato, tutto molto moderno. Ma alla prova dei fatti, solo fumo. La gestione di una città non si improvvisa, e la realtà amministrativa non si conquista con i like. Forse è tempo di tornare a una leadership che conosca la macchina comunale, che sappia farla funzionare davvero e che si circondi di persone competenti, non solo bravi volontari. Ci siamo fatti abbagliare dal giovanilismo ma forse l’esperienza conta di più e l’età è un limite solo per chi vive di limiti. Merate, oggi più di ieri ha bisogno di questo, più che di slogan e inglesismi vari.
Argo
Lo spazio per i commenti è aperto; e per quanto ci riguarda l'astensione va ancora concessa. Tuttavia l'auspicio - che non esitiamo a palesare - è che nel 2029 Andrea Ambrogio Robbiani guida una lista di centrodestra moderato, rinnovata dalle fondamenta rispetto a quella presentata da Massimo Augusto Panzeri, a parte qualche elemento di esperienza con Alfredo Casaletto. Solo così si potrà affrontare a armi pari la corsa elettorale contro il centrosinistra.
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