Calco: incidente mortale, in udienza due funzionari Anas

È entrato nel vivo questa mattina il processo per omicidio stradale a carico di due dipendenti di Anas, chiamati a rispondere davanti al Tribunale di Lecco della morte di Davide Zani, il ciclista 46enne di Sesto San Giovanni deceduto il 14 maggio 2023 lungo la Statale 342 a Calco.
Davanti al giudice monocratico Giulia Barazzetta si è aperta l’istruttoria dibattimentale, che dovrà chiarire se e in quale misura la condizione del manto stradale, e in particolare la presenza di una profonda buca sull’asfalto, in prossimità della linea di mezzeria, possa aver contribuito al tragico incidente costato la vita all’uomo.
Secondo la ricostruzione dei fatti, Zani stava percorrendo la provinciale (in direzione Brivio) in sella alla sua bici da corsa quando, nel tentativo di schivare l’avvallamento, avrebbe perso il controllo del mezzo, finendo a terra e venendo travolto da una Kia che sopraggiungeva alle sue spalle. Alla guida della vettura una 81enne di Dolzago, che ha già patteggiato la pena davanti al giudice per le udienze preliminari.
MorteDavideZani.jpg (65 KB)
Sotto accusa sono ora due funzionari di Anas, la società che gestisce la tratta stradale teatro della tragedia: J.A.D., 49 anni, capo cantoniere originario di Potenza e residente nel Milanese, assistito dall’avvocato Noemi Mariani del Foro di Monza, e G.S., 35 anni, dirigente, originario di Reggio Calabria, difeso dall’avvocato Francesco Giuffrè del foro di Reggio Calabria.
“Noi non siamo mai riusciti a chiarire definitivamente la dinamica del sinistro” ha dichiarato questa mattina in aula uno dei carabinieri della stazione di Cremella, che nell’immediatezza dell’incidente hanno effettuato i rilievi sulla scena “non sappiamo se il ciclista sia stato urtato dalla vettura in fase di sorpasso”. Al loro arrivo Zani era a terra, sotto massaggio cardiaco, ma poco dopo ne sarebbe stato dichiarato il decesso dai sanitari. Dopo aver effettuato gli accertamenti del caso ed aver sentito i presenti, fra cui gli agenti di polizia locale che già nei giorni precedenti avevano allertato Anas sulle condizioni del manto stradale, i carabinieri si sarebbero concentrati sull’entità della buca, constatandone dimensioni, profondità e posizione: “era delimitata a terra con delle strisce bianche in vernice, segni tipici che, chi di competenza (Anas, in questo caso), usa come segnaletica per dire “da sistemare””.
È stato poi sentito un passante, che quel giorno viaggiava nella carreggiata e direzione opposta a quella del ciclista e della Kia dell’anziana: “ho visto il ciclista, mentre la macchina era già con le due ruote sinistre oltre la doppia striscia continua, poi il ciclista è stato coperto dall’auto e infine ho visto la bici scivolare verso destra e l’uomo sbalzato a terra”.
Il testimone odierno, che quel giorno sarebbe stato il primo a prestare soccorso al 46enne, iniziando il massaggio cardiaco fino all’arrivo dell’ambulanza, ha riferito al giudice di aver percorso quel tratto di strada per tre volte nelle precedenti settimane: “due settimane prima quella buca sarà stata di un diametro di circa 10 centimetri, poi sono ripassato due giorni prima dell’incidente e si era allargata notevolmente, fino a 30 centimetri. Era profonda forse una decina”. Secondo una supposizione del teste, il ciclista si potrebbe essere spostato verso sinistra per evitare la buca proprio mentre l’anziana stava completando il sorpasso, andando così ad urtare la vettura.
Poco ha invece saputo riferire un’impiegata della sala operativa Anas di Bellano, che, su contestazione del vpo Mattia Mascaro, si è ricordata di aver sentito un suo collega ricevere una segnalazione il giorno 11 maggio 2023 in merito alla buca oggi oggetto del procedimento. Il collega avrebbe poi notiziato il sorvegliante di sala.
In ultimo è stato escusso un agente della polizia stradale di Lecco che si sarebbe occupato nei mesi successivi al sinistro delle attività di indagine, su delega del sostituto procuratore Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo: a lui il compito di acquisire tutta la documentazione di Anas relativa alla vicenda.
Risultavano dall’archivio dell’azienda le segnalazioni della polizia locale di Calco del giorno 11 maggio alle 16.07 ed una successiva, proprio la mattina dell’incidente mortale, tutte prese in carico dai responsabili, fra cui il capo cantoniere.
Stando allo scambio di alcune mail, partite dalla casella postale dell’architetto G.S., tuttavia, già il 9 di maggio sembrerebbe che l’ente si fosse messo in moto per avviare i lavori di manutenzione sulla statale 342.
“Non c’era stato modo a causa delle condizioni meteo avverse di quei giorni, proseguite fino a due giorni prima del sinistro, anche con eventi di tipo temporalesco” ha concluso il poliziotto.
La giudice Barazzetta ha rinviato a dicembre per proseguire con la lista testi.
F.F.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.