Beverate: Marina Zanotti la prima ospite della rassegna “Missionari di speranza tra le genti”
È iniziata a Beverate la rassegna “Missionari di speranza tra le genti”, un ciclo di incontri dedicato al mese missionario di ottobre. L’iniziativa, promossa dalla comunità pastorale, vuole offrire uno spazio di ascolto e riflessione sulle esperienze di fede e solidarietà vissute nel mondo.
Ad aprire il calendario, nella serata, è stata Marina Zanotti, infermiera di Imbersago e volontaria missionaria che ha trascorso vent’anni in Malawi al fianco dei più fragili. L’incontro, dal titolo “Curare la speranza”, si è svolto presso l’oratorio di Beverate, dove Marina ha condiviso una testimonianza intensa e ricca di umanità.

L’ospite ha raccontato la nascita, nel 2004, del gruppo “Tiyende Pamodzi” – espressione che in lingua locale significa “camminiamo insieme”. “Tutto è iniziato quando alcune persone che erano state curate hanno espresso il desiderio di aiutare chi era più vulnerabile. Da lì è nato un percorso di solidarietà e cura reciproca che dura ancora oggi”.
Il gruppo ha iniziato a operare nei villaggi, offrendo sostegno a malati di AIDS, tumore e persone disabili. Con il tempo è emerso il problema dell’analfabetismo, che rendeva più difficile ogni forma di aiuto a lungo andare. “A un certo punto mi sono staccata un po’ dalla missione per vivere più nel villaggio. Non sapevo fare nulla. Dipendevo da loro per tutto: accendere il fuoco, prendere l’acqua… Ho imparato a dipendere dagli altri”.

Durante il suo racconto, Marina ha sottolineato il valore della comunità e dell’incontro: “In Malawi ho capito che non ci si salva da soli. Abbiamo bisogno tutti di ognuno”.
Negli ultimi anni, il gruppo “Tiyende Pamodzi” ha rivolto maggiore attenzione ai bambini disabili, spesso esclusi da ogni forma di assistenza. Grazie alla collaborazione con un fisioterapista dell’ospedale amministrativo, è stato possibile avviare un servizio di riabilitazione itinerante, che ha raggiunto le famiglie nei villaggi.
“Con la pandemia non potevamo più fare assembramenti. Così abbiamo creato dodici centri di riferimento, non fisici ma diffusi, dove incontrarci ogni mese. Non potevamo abbandonare le persone”.
Rientrata in Italia da tre anni per assistere la madre, Marina ha confessato la difficoltà di riadattarsi: “In Malawi, pur nella povertà estrema, si respira speranza. Qui, invece, la speranza spesso manca. Lì la gente sorride, canta, vive nella condivisione. Mi hanno cambiato la vita”. Ha poi aggiunto un pensiero di grande attualità: “Dobbiamo imparare a guardare gli africani con altri occhi, a dare spazio e ascolto ai loro bisogni reali. Non sono i soldi a risolvere tutto: serve un vero scambio umano”. Marina ha concluso annunciando che a breve tornerà in Malawi, seppur non a titolo definitivo.

La rassegna “Missionari di speranza tra le genti” proseguirà per tutto il mese di ottobre con nuovi incontri e testimonianze. Domenica 19 si terrà la serata “Ricordi dal Camerun” con Paola Colombo e amici, alle ore 20.45. Mercoledì 22, invece, “Accogliere e seminare futuro” con Marco Belladitta. Domenica 26 durante la messa delle 10 si celebrerà il 45° anniversario sacerdotale di padre Dario, che nel pomeriggio, alle 15, terrà un incontro di riflessione. Mercoledì 29 ci sarà la testimonianza di Letizia Beretta e Giulio Bagnoli, missionari in Brasile con l’operazione Mato Grosso.
Un mese di voci e di esperienze che aiutano a ricordare quanto la speranza – quella vera – nasca dall’incontro con l’altro e dal desiderio di camminare insieme.
CLICCA QUI per la locandina con gli eventi
Ad aprire il calendario, nella serata, è stata Marina Zanotti, infermiera di Imbersago e volontaria missionaria che ha trascorso vent’anni in Malawi al fianco dei più fragili. L’incontro, dal titolo “Curare la speranza”, si è svolto presso l’oratorio di Beverate, dove Marina ha condiviso una testimonianza intensa e ricca di umanità.

L’ospite ha raccontato la nascita, nel 2004, del gruppo “Tiyende Pamodzi” – espressione che in lingua locale significa “camminiamo insieme”. “Tutto è iniziato quando alcune persone che erano state curate hanno espresso il desiderio di aiutare chi era più vulnerabile. Da lì è nato un percorso di solidarietà e cura reciproca che dura ancora oggi”.
Il gruppo ha iniziato a operare nei villaggi, offrendo sostegno a malati di AIDS, tumore e persone disabili. Con il tempo è emerso il problema dell’analfabetismo, che rendeva più difficile ogni forma di aiuto a lungo andare. “A un certo punto mi sono staccata un po’ dalla missione per vivere più nel villaggio. Non sapevo fare nulla. Dipendevo da loro per tutto: accendere il fuoco, prendere l’acqua… Ho imparato a dipendere dagli altri”.

Durante il suo racconto, Marina ha sottolineato il valore della comunità e dell’incontro: “In Malawi ho capito che non ci si salva da soli. Abbiamo bisogno tutti di ognuno”.
Negli ultimi anni, il gruppo “Tiyende Pamodzi” ha rivolto maggiore attenzione ai bambini disabili, spesso esclusi da ogni forma di assistenza. Grazie alla collaborazione con un fisioterapista dell’ospedale amministrativo, è stato possibile avviare un servizio di riabilitazione itinerante, che ha raggiunto le famiglie nei villaggi.
“Con la pandemia non potevamo più fare assembramenti. Così abbiamo creato dodici centri di riferimento, non fisici ma diffusi, dove incontrarci ogni mese. Non potevamo abbandonare le persone”.
Rientrata in Italia da tre anni per assistere la madre, Marina ha confessato la difficoltà di riadattarsi: “In Malawi, pur nella povertà estrema, si respira speranza. Qui, invece, la speranza spesso manca. Lì la gente sorride, canta, vive nella condivisione. Mi hanno cambiato la vita”. Ha poi aggiunto un pensiero di grande attualità: “Dobbiamo imparare a guardare gli africani con altri occhi, a dare spazio e ascolto ai loro bisogni reali. Non sono i soldi a risolvere tutto: serve un vero scambio umano”. Marina ha concluso annunciando che a breve tornerà in Malawi, seppur non a titolo definitivo.

La rassegna “Missionari di speranza tra le genti” proseguirà per tutto il mese di ottobre con nuovi incontri e testimonianze. Domenica 19 si terrà la serata “Ricordi dal Camerun” con Paola Colombo e amici, alle ore 20.45. Mercoledì 22, invece, “Accogliere e seminare futuro” con Marco Belladitta. Domenica 26 durante la messa delle 10 si celebrerà il 45° anniversario sacerdotale di padre Dario, che nel pomeriggio, alle 15, terrà un incontro di riflessione. Mercoledì 29 ci sarà la testimonianza di Letizia Beretta e Giulio Bagnoli, missionari in Brasile con l’operazione Mato Grosso.
Un mese di voci e di esperienze che aiutano a ricordare quanto la speranza – quella vera – nasca dall’incontro con l’altro e dal desiderio di camminare insieme.
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E.Ma.