Prove di Brianza Valley dal 4 al 26. Merate incontra la fotografia

Prove di Brianza Valley con “Merate incontra la fotografia”, il festival che dal 4 al 26 ottobre animerà Merate e il suo circondario con mostre fotografiche, proiezioni video, lectio magistralis, visite guidate, laboratori e molto altro.
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Arianna Mancini, Giusy Li Vecchi, Dario Acciaretti

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Il sindaco Mattia Salvioni

A evocare il brand di recente lanciato per far conoscere le eccellenze del territorio non solo lo striscione appeso fuori da villa Confalonieri, ma anche l’intervento del sindaco presente all’inaugurazione di sabato pomeriggio. 
“Questo evento è un must per il nostro territorio”, ha esordito Mattia Salvioni. “Il brand che stiamo creando vuole andare oltre la città di Merate. E’ anche grazie a eventi come questo che possiamo far scoprire le bellezze del Meratese”. 
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Luciano Ravasio

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Angelo Salmi

E in effetti guardando il programma, ascoltando gli interventi che si sono susseguiti nel corso del pomeriggio e ammirando le opere esposte l’evento, realizzato da Fotolibera e Passione Fotografia Galbiate, si può dire che non manchi di attrattività.
Ad aprire le danze dell’undicesima edizione è stata Arianna Mancini, socia e curatrice artistica Mif.
“L’arte è chiamata a interrogarci e a far riflettere”, ha affermato. “Difficile credere che salverà il mondo, ma almeno cerchiamo di salvare noi stessi. C’è bisogno di riempirsi gli occhi di speranza”.
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Roberto Mutti

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La curatrice ha poi illustrato l’edizione 2025, spiegando che non si è voluto caratterizzarla con un tema fisso ma si è preferito scegliere un ventaglio ampio sulle arti visive. 
“Sempre però puntando sulla qualità, anche magari a discapito dei numeri”, ha sottolineato. 
Anche le sedi in cui la manifestazione si articola sono numerose e diverse tra loro: villa Confalonieri, Biblioteca comunale, atrio del Municipio, Auditorium Giusi Spezzaferri, Centro sociale Teodolinda e sede di Fotolibera, tutte a Merate; gelateria Spini, a Robbiate.
“Ci sono voluti mesi di preparazione”, ha detto Letizia Ronconi della Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), “questa è l’undicesima edizione e l’11 in Numerologia è numero maestro, simbolo di trasformazione, visione di insieme. Abbiamo voluto creare un dialogo tra linguaggi diversi lasciando spazio alla sperimentazione.”
E’ poi toccato a Roberto Mutti, professore presso l’Istituto Italiano di Fotografia, presentare i lavori dello scomparso Paolo Novelli Persone e cose e della Fondazione 3M Diventeranno famosi.
“Le opere di Novelli rappresentano lo sguardo di una persona che sa soffermarsi sui particolari. Usa solo il bianco e nero e solo l’analogico. Poche le persone, molte le cose. Far parlare le cose è possibile solamente se il fotografo è bravo”.
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Giacomo Fusaro

Diventeranno famosi sono foto d’archivio della rivista Ferrania.
“Era una rivista nata nel 1947 e rimasta in vita fino al 1967. Nel dopoguerra lasciava spazio alle fotografie che i fotografi inviavano, poi le sceglieva e le acquistava. Erano fotografi amatori ma che si avviavano al professionismo: un nome su tutti, Gianni Berengo Gardin.”
Ad affiancare Mutti nella presentazione di Cambio di rotta. Cose che gli umani non possono immaginare è stato il direttore dell’Istituto Italiano di Fotografia, Maurizio Cavalli. Insieme hanno spiegato come le foto siano state eseguite dagli studenti del secondo e ultimo anno, a cui è stato chiesto di interpretare il libro di Philip Dick Il cacciatore di androidi, su cui è basato il film Blade runner.
Una sala dell’esposizione in villa Confalonieri è interamente dedicata all’opera Mi piace il tempo fermo di Silvia Foti, che così l’ha presentata: “E’ un lavoro nato in maniera spontanea, con foto tratte da vecchi rullini. Sono quindi foto imperfette, ma rappresentano quello che sono io. L’importanza dell’immagine fotografica è che ti fa vedere con gli occhi di un altro. L’empatia è importante nel mondo arido che ci circonda, occorre allenarla per costruire un futuro più giusto”.
Letizia Ronconi ha poi presentato Erba e vaniglia, basato sul Don Giovanni di Mozart, mentre Giacomo Fusaro ha illustrato il lavoro Atlante del terzo Eden, dove il terzo Eden rappresenta il futuro.
“Ho cercato piccole cose che ci fanno capire le contraddizioni nel nostro rapporto con il mondo della natura, da cui ci siamo posti al di fuori come se non ne facessimo parte”, ha spiegato.
Aldo Mapelli ha presentato Alchimie di luce e pigmento: “La fotografia non è solo scatto, ma alchimia, trasformazione”.
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Silvia Foti

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Aldo Mapelli

Dopo di lui Luciano Ravasio ha illustrato Il paesaggio delle cose perdute, che riproduce oggetti raccolti per strada, lasciati a decantare e poi messi in connessione tra di loro. 
L’associazione Fotolibera ha invitato a visitare la mostra Il giro del parco in 80 scatti presso il Centro sociale Teodolinda e Roberto Mutti a vedere quella di Flavia Fusilli Scatti d’autore presso la gelateria Spini di Robbiate. 
Angelo Salmi dell’Accademia di Brera ha proposto la visione di una performance che si è svolta in villa Confalonieri con la realizzazione in diretta di opere di pittura, mentre Dario Acciaretti, presidente di Passione Fotografia Galbiate. ha invitato a vedere la videoinstallazione della figlia Viola su villa Adriana a Tivoli.
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A.Vi.

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