Verderio: la comunità in festa per i "suoi" sacerdoti
Nella mattinata di domenica 5 ottobre, la comunità della Parrocchia dei Santi Giuseppe e Floriano di Verderio si è raccolta attorno ai propri sacerdoti per una celebrazione carica di riconoscenza e affetto. L’occasione è stata quella degli anniversari di ordinazione, un momento per dire grazie a chi, con il proprio ministero, ha segnato la storia e la vita spirituale del paese. Sono stati ricordati e festeggiati i sessant’anni di ordinazione di don Giancarlo Cereda e don Giuseppe Pozzi, i cinquantacinque di don Renato Aldeghi e don Antonio Caldirola, i cinquanta di don Paolo Bizzarri e don Luigi Sala, i dieci di don Marco Albertoni e i cinque di don Riccardo Cagliani.

La Messa, celebrata nella chiesa parrocchiale gremita di fedeli, ha avuto un tono di profonda partecipazione e di sincera gratitudine. In apertura, don Renato ha espresso il desiderio comune di rendere grazie per gli anni trascorsi, anni di servizio, di cammino e di testimonianza nella fede. Dopo la proclamazione del Vangelo, l’omelia è stata affidata proprio al più giovane tra i sacerdoti festeggiati, don Riccardo Cagliani, che con un sorriso ha scherzato sul fatto che la “predica” toccasse a lui proprio in ragione della sua giovinezza.

Nel suo intervento, don Riccardo ha proposto una riflessione profonda sul senso della chiamata e dell’accoglienza, partendo dalle parole di Gesù ai discepoli: “Chi dite che io sia?”. Da quella domanda, sempre attuale, è nato un invito a interrogarsi sul proprio cammino di fede e sul modo in cui ciascuno accoglie Cristo nella propria vita. Ha sottolineato come la pagina evangelica letta poco prima, pur breve, racchiuda un messaggio essenziale: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”.

Don Riccardo ha ricordato che l’accoglienza, così come la intende Gesù, non è mai scontata né semplice, ma è la via attraverso cui riscoprire la bellezza dell’essere chiamati per nome, di sentirsi parte di una comunità che, pur nella fragilità, vive nella fiducia ecclesiale. Ha parlato della missione dei discepoli, chiamati a confrontarsi con la propria debolezza e con le difficoltà del mondo, ma anche a testimoniare la volontà del Padre e del Figlio. Solo nel sacrificio di Cristo, ha detto, si compie davvero l’accoglienza, e da lì nasce il nostro essere Chiesa: “Siamo qui – ha concluso – per ringraziare, per offrire le nostre gioie e le nostre speranze, desiderosi di essere profumo buono di un gregge condotto al pascolo del Signore.”
Al termine della celebrazione, don Gianni De Micheli ha richiamato l’attenzione dei presenti sulla coincidenza con la festa di Maria Santissima Regina del Rosario, indicando la splendida statua settecentesca custodita nella chiesa. Ha poi ricordato con commozione che quest’anno ricorrono anche vent’anni dalla morte di don Giampiero Brazzelli, figura molto amata a Verderio. In sua memoria è stato pubblicato un volume che raccoglie i suoi scritti e i suoi diari, disponibile per chi volesse averne una copia, a fronte di un’offerta libera per sostenere la stampa.

Don Gianni ha inoltre invitato la comunità a unirsi alla preghiera per la pace prevista per il prossimo giovedì mattina alle 6:30, in contemporanea con quella che l’arcivescovo Mario Delpini guiderà a Lecco. La celebrazione si è conclusa con la Preghiera per i sacerdoti, un momento intenso e corale che ha suggellato la giornata.
Prima del congedo, ha preso la parola il sindaco di Verderio, Danilo Villa, che ha voluto esprimere un sentito ringraziamento ai sacerdoti presenti e a quelli che, pur non potendo esserci, restano legati al paese da un profondo affetto. Con parole di stima e riconoscenza, ha ricordato don Giampiero, “sotto la cui custodia – ha detto – ho trascorso la mia infanzia”, e ha ringraziato don Gianni per la bella idea di riunire tanti sacerdoti legati alla parrocchia. Il sindaco non ha nascosto una nota di preoccupazione per il futuro, sottolineando quanto la figura del parroco sia ancora oggi indispensabile per la vita di una comunità, come guida spirituale e punto di riferimento umano.

La festa si è poi spostata in un clima di amicizia e fraternità, con un pranzo comunitario che ha permesso a tutti di continuare a condividere ricordi, emozioni e gratitudine.

La Messa, celebrata nella chiesa parrocchiale gremita di fedeli, ha avuto un tono di profonda partecipazione e di sincera gratitudine. In apertura, don Renato ha espresso il desiderio comune di rendere grazie per gli anni trascorsi, anni di servizio, di cammino e di testimonianza nella fede. Dopo la proclamazione del Vangelo, l’omelia è stata affidata proprio al più giovane tra i sacerdoti festeggiati, don Riccardo Cagliani, che con un sorriso ha scherzato sul fatto che la “predica” toccasse a lui proprio in ragione della sua giovinezza.

Nel suo intervento, don Riccardo ha proposto una riflessione profonda sul senso della chiamata e dell’accoglienza, partendo dalle parole di Gesù ai discepoli: “Chi dite che io sia?”. Da quella domanda, sempre attuale, è nato un invito a interrogarsi sul proprio cammino di fede e sul modo in cui ciascuno accoglie Cristo nella propria vita. Ha sottolineato come la pagina evangelica letta poco prima, pur breve, racchiuda un messaggio essenziale: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”.

Don Riccardo
Don Riccardo ha ricordato che l’accoglienza, così come la intende Gesù, non è mai scontata né semplice, ma è la via attraverso cui riscoprire la bellezza dell’essere chiamati per nome, di sentirsi parte di una comunità che, pur nella fragilità, vive nella fiducia ecclesiale. Ha parlato della missione dei discepoli, chiamati a confrontarsi con la propria debolezza e con le difficoltà del mondo, ma anche a testimoniare la volontà del Padre e del Figlio. Solo nel sacrificio di Cristo, ha detto, si compie davvero l’accoglienza, e da lì nasce il nostro essere Chiesa: “Siamo qui – ha concluso – per ringraziare, per offrire le nostre gioie e le nostre speranze, desiderosi di essere profumo buono di un gregge condotto al pascolo del Signore.”
Al termine della celebrazione, don Gianni De Micheli ha richiamato l’attenzione dei presenti sulla coincidenza con la festa di Maria Santissima Regina del Rosario, indicando la splendida statua settecentesca custodita nella chiesa. Ha poi ricordato con commozione che quest’anno ricorrono anche vent’anni dalla morte di don Giampiero Brazzelli, figura molto amata a Verderio. In sua memoria è stato pubblicato un volume che raccoglie i suoi scritti e i suoi diari, disponibile per chi volesse averne una copia, a fronte di un’offerta libera per sostenere la stampa.

Don Gianni ha inoltre invitato la comunità a unirsi alla preghiera per la pace prevista per il prossimo giovedì mattina alle 6:30, in contemporanea con quella che l’arcivescovo Mario Delpini guiderà a Lecco. La celebrazione si è conclusa con la Preghiera per i sacerdoti, un momento intenso e corale che ha suggellato la giornata.
Prima del congedo, ha preso la parola il sindaco di Verderio, Danilo Villa, che ha voluto esprimere un sentito ringraziamento ai sacerdoti presenti e a quelli che, pur non potendo esserci, restano legati al paese da un profondo affetto. Con parole di stima e riconoscenza, ha ricordato don Giampiero, “sotto la cui custodia – ha detto – ho trascorso la mia infanzia”, e ha ringraziato don Gianni per la bella idea di riunire tanti sacerdoti legati alla parrocchia. Il sindaco non ha nascosto una nota di preoccupazione per il futuro, sottolineando quanto la figura del parroco sia ancora oggi indispensabile per la vita di una comunità, come guida spirituale e punto di riferimento umano.

Da sinistra, don Gianni De Micheli, don Luigi Sala, don Renato Aldeghi, don Riccardo Cagliani, don Giuseppe Brivio e don Riccardo Cagliani.
La festa si è poi spostata in un clima di amicizia e fraternità, con un pranzo comunitario che ha permesso a tutti di continuare a condividere ricordi, emozioni e gratitudine.
E.Ma.