Merate: con Soroptimist la vita di Anna Kuliscioff. Una donna oltre il suo tempo

Anna Kuliscioff. Una donna oltre il suo tempo”: mai titolo fu più azzeccato per raccontare vita e opere di un personaggio femminile vissuto tra la fine dell’Ottocento e il 1925 (anno della sua morte), ma che ancora oggi mostra tutta la sua attualità. 
Un’occasione, il convegno organizzato dal Club meratese di Soroptimist International sabato mattina in auditorium, preziosa per la nostra città, ma che purtroppo non è stata raccolta dalle scuole. 
“Abbiamo fatto di tutto affinché gli istituti superiori cittadini partecipassero, ma non abbiamo avuto nessuna risposta”, ha riferito con rammarico la presidente del Club di Merate, Maria Grazia Corti.
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A portare il saluto dell’Amministrazione comunale, che al convegno ha dato il patrocinio, il sindaco Mattia Salvioni e l’assessora alla Cultura, all’Istruzione e alle Pari Opportunità Patrizia Riva.
“Un evento importante per Merate, la parità di genere è importante”, ha affermato il primo cittadino. “Era una donna molto avanti, che riusciva a guardare al futuro, oltre il presente e oltre gli stereotipi”.
“Siamo qui non solo per celebrare il centenario della sua morte, ma perché la sua figura è ancora attuale”, ha ribadito Patrizia Riva. “E’ stata tradita dal suo partito riguardo al suffragio per le donne e questo ha determinato il suo allontanamento dalla politica. Ma la sua vita, coerente con il suo pensiero, ha tracciato un percorso di cui raccogliamo l’eredità”.
Molto densi ma al tempo stesso fruibili gli interventi delle tre esperte intervenute. 
“Mi sono innamorata di Anna Kuliscioff nel 1973”, ha raccontato Marina Cattaneo, vice-presidente della Fondazione a lei dedicata. “Leggendo il carteggio intercorso con Filippo Turati (noto esponente socialista e compagno della Kuliscioff, ndr.) si vede chiaramente che lei è sempre un passo avanti. Ciononostante veniva presentata come ‘la signora di Turati’, ma è rimasta nella storia la frase da lei una volta pronunciata: ‘non sono la signora di nessuno’.”
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Anna Maria Isastia, Fiorenza Taricone, Marina Cattaneo e Maria Grazia Corti

E’ toccato ad Anna Maria Isastia, docente di Storia Contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma e Past president nazionale del Soroptimist International ripercorrere la vita della rivoluzionaria di origine russa. 
Emigrata giovanissima in Svizzera a Zurigo per dedicarsi agli studi di Filosofia e dove trovò un ambiente a lei congeniale, fu costretta dallo zar a rimpatriare. 
Ma nel 1877 abbandona definitivamente la Russia e si stabilisce in Svizzera dove incontra Andrea Costa di cui si innamora e che le darà una figlia. Con lui si trasferisce in Francia, ma viene arrestata ed espulsa. Va in Italia, ma viene imprigionata con l’accusa di cospirare con gli anarchici e sconta tredici mesi di carcere preventivo. Rilasciata con un decreto di espulsione, si trasferisce di nuovo in Svizzera da cui nel 1880 rientra insieme al marito clandestinamente in Italia.
“A Imola tuttavia non si trovava bene”, ha raccontato la docente, “perché si sentiva costretta a un ruolo esclusivamente di moglie e madre che non le si confaceva. Così, da sola con la figlia è tornata in Svizzera, dove si è dedicata allo studio della Medicina”.
Piuttosto critico il giudizio di Anna Maria Isastia sul rapporto con il compagno Filippo Turati, storicamente considerato “il padre del socialismo”.
“In realtà il padre del socialismo era lei”, ha affermato la storica, “anche se era costretta a muoversi dietro le quinte. A quell’epoca alle donne non era concesso parlare in pubblico, il privilegio del sesso maschile era considerato naturale alla stregua del privilegio di classe. La Kuliscioff ebbe il coraggio di dire che, costringendo la donna al servilismo, il genere maschile danneggiava tutta la società e che solo il lavoro equamente retribuito e l’indipendenza economica potevano dare dignità e rispetto alle donne”.
Una questione delicata era quella del voto. 
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Maria Grazia Corti attuale presidente Soroptimist Merate
con  Anna Colombo che sarà il suo successore alla guida del club

Anna Kuliscioff era impegnata, con un Comitato fondato nel 1911, a ottenere il suffragio femminile. Ma il Partito Socialista, pur favorevole a estenderlo agli uomini analfabeti, non la sosteneva invece nella sua battaglia. 
Della sua grande capacità di mediazione tra le donne benestanti e le proletarie ha parlato Fiorenza Taricone, Ordinaria di Pensiero Politico e Questione Femminile presso l’Università di Cassino e Lazio meridionale.
“Oltre alla rivista Critica sociale, fondata con Filippo Turati, lei diede vita anche alla rivista La difesa delle lavoratrici. Era una finestra sul mondo, Anna era capace di stare con le contadine, con le mondine come con le operaie, che vivevano una vita misera al limite della sopravvivenza. Ma era consapevole che per portare avanti le sue rivendicazioni aveva bisogno anche delle donne di più alto rango. Si spese molto anche per una legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli, in un periodo storico in cui i bambini venivano impiegati anche diverse ore al giorno in attività lavorative come quella dell’allevamento del baco da seta”.
Pur avendo studiato Medicina, dedicandosi in particolare ai problemi legati alla scarsa igiene con cui avvenivano i parti, non poteva esercitare la professione pubblicamente in quanto alle donne era vietato.
“Forse possiamo far risalire anche a quel divieto la difficoltà che ancora oggi riscontriamo da parte delle ragazze ad accedere agli studi scientifici?”, si è domandata Taricone. 
Anna Kuliscioff, chiamata la “dottora dei poveri” aveva anche una particolare sensibilità per l’uso del linguaggio, che secondo lei doveva rispettare le declinazioni al femminile.
“Bisogna conoscere i diritti e difenderli costantemente, perché la loro conquista è sempre a rischio”, ha concluso la docente, ribadendo la mancata occasione per le scuole di partecipare al convegno.
Per chi volesse approfondire la conoscenza di Anna Kuliscioff, fino al 3 ottobre è visitabile la mostra itinerante nell’atrio del Municipio.
Si possono inoltre consultare il sito della Fondazione a lei dedicata e il sito realizzato per le celebrazioni del centenario.
A.Vi.
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