I docenti del liceo Agnesi: Impegniamoci per la Pace

Un impegno per la pace arriva anche dal liceo Agnesi di Merate dove docenti e personale scolastico hanno deciso di unirsi a chi chiede con urgenza di porre fine al massacro della popolazione civile, con uno sguardo di orrore e dolore per i bambini uccisi.
Per questo oltre a chiedere alle istituzioni di riconoscere lo stato di Palestina e porre fine ai conflitti, l'istituto meratese si dice pronto a sostenere iniziative di sensibilizzazione del territorio oltre a momenti di approfondimento e dibattito sulla vicenda.
“IMPEGNIAMOCI PER LA PACE!”
Di fronte alle persistenti azioni di sopraffazione nei riguardi della popolazione palestinese, diventata vittima di un progetto di eliminazione pianificata nella Striscia di Gaza e della progressiva occupazione violenta della Cisgiordania, condotti dall’attuale governo israeliano, il collegio docenti e il personale del Liceo Statale M.G. Agnesi di Merate sentono di doversi unire alle tante voci che anche dalle nostre scuole chiedono con urgenza di porre freno a questo massacro, le cui vittime sono costituite per la maggior parte dalla popolazione civile, tra le quali 20.000 bambini.
Esprimono la loro preoccupazione per la generale, progressiva crescita di conflitti armati, in cui l’attacco di Israele alla striscia di Gaza e la strage quotidiana di civili inermi  appresenta la dimensione più prossima e drammatica di totale disprezzo per i diritti umani e di delegittimazione delle istituzioni internazionali, che si aggiunge a quanto sta accadendo in altri Paesi, vicini e lontani: in Ucraina e Russia, in Sudan, Siria, Yemen, Repubblica democratica del Congo, Myanmar e in molti altri Paesi del mondo.
I recenti sconfinamenti dei droni russi sul territorio polacco e rumeno sembrano giustificare il timore di un stendersi della guerra dentro i confini dell’Unione Europea e spingono i nostri governi a confermare una scelta di progressivo riarmo, trasmettendo la convinzione che la guerra sia inevitabile, che la forza sia l’unico strumento per tutelare la pace, che tutto (l’istruzione, la sanità, l’ambiente..) sia sacrificabile per la crescita dei nostri arsenali.
Come affermato nella nostra Costituzione, siamo convinti che la convivenza tra cittadini e  ra Stati debba costruirsi sulla difesa dei diritti di tutti, sul riconoscimento reciproco della comune umanità, sul principio di inviolabilità dei confini degli Stati, sul rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie e sul rispetto delle istituzioni sovranazionali, che attraverso il proprio operato hanno il compito, difficile ma essenziale, di offrire soluzioni percorribili ai conflitti, alternative all’uso della violenza.
La sicurezza non si fonda sulla moltiplicazione degli armamenti, che al contrario aumenta il rischio del loro utilizzo, in una accresciuta dimensione tecnologica che moltiplica distruzione e disumanizzazione delle vittime come dei carnefici. È quindi necessario rilanciare il ruolo degli organismi sovranazionali e dare voce all’appello delle generazioni che attraversarono le guerre mondiali: “Mai più la guerra!”.
Come docenti impegnati nella formazione di ragazzi e ragazze, destinati alla futura vita sulla nostra terra, e più in generale come adulti al servizio della comunità, sentiamo il dovere di prendere parola per proteggere il presente e il futuro delle nuove generazioni, affermando che la guerra non rappresenta una scelta obbligata della storia.
Non vogliamo vederle rassegnate o indifferenti a ciò che avviene intorno a loro, paralizzate dalla paura della fine o sfiduciate rispetto alla possibilità di un mondo  migliore.
La scuola non è solo un luogo attraverso cui favorire l’acquisizione di conoscenze e competenze da parte dei giovani, ma prima di tutto un luogo di crescita umana. Attraverso l’insegnamento delle nostre discipline, desideriamo accompagnare la formazione di cittadine e cittadini preparati, curiosi e capaci di apprezzare i frutti della cultura in tutte le sue forme e in grado di sviluppare le proprie capacità al servizio di tutti.
Ma vogliamo soprattutto formare persone capaci di riconoscere l’umanità dell’altro, di  ispettare la dignità di ciascuno, di difendere attivamente la giustizia e costruire la pace.
Quanto desideriamo per i nostri studenti è ciò che vorremmo fosse garantito a ogni ragazzo e ragazza del pianeta e soprattutto, in questo momento, ai bambini e ragazzi di Gaza.
Per questo riteniamo doveroso non rimanere in silenzio, e assumere pubblicamente i seguenti impegni:
- come richiesto anche dalle associazioni della Tavola meratese per la pace, ci impegniamo a sostenere i progetti di educazione alla pace, intensificando il nostro impegno nell’educare i nostri studenti al rifiuto della violenza in tutte le sue forme, promuovendo percorsi che li aiutino a sviluppare capacità di ascolto, dialogo e mediazione;
- ci impegniamo a collaborare con le istituzioni e le associazioni del territorio nel realizzare iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, per chiedere ai nostri rappresentanti nel Parlamento Italiano e europeo di fermare il genocidio e l’occupazione di Gaza e rilanciare soluzioni politiche, attraverso il rispetto del diritto internazionale e il riconoscimento del diritto all’esistenza di tutti i popoli;
-ci impegniamo ad ascoltare le richieste degli studenti relative all’approfondimento e al dibattito dell’attualità, e favorire, in questo particolare momento, la conoscenza della complessità della questione israelo-palestinese.
Per questo condanniamo fermamente e senza giustificazioni le azioni terroristiche di Hamas, in particolare il terribile attacco del 7 ottobre 2023, il rapimento e il rifiuto della liberazione degli ostaggi. Sottolineiamo la differenza tra antisemitismo, antisionismo e dissenso verso l’attuale politica del governo israeliano e l’importanza di non sovrapporre quanto sta accadendo oggi con l’Ebraismo e le comunità ebraiche presenti in ogni paese, continuando a mantenere viva, attraverso il nostro insegnamento, la doverosa memoria e
comprensione della Shoah.
Ci rivolgiamo inoltre ai rappresentanti delle nostre istituzioni italiane ed europee, chiedendo:
- di esercitare ogni pressione politica e diplomatica per fermare immediatamente le azioni militari in corso e porre fine all’occupazione e alla distruzione della Striscia di Gaza;
- di esigere l’apertura dei valichi che garantiscano l’invio di aiuti alla popolazione attraverso le agenzie dell’ONU e delle ONG;
- l’immediata cessazione dell’invio di armi verso Israele e di ogni forma di collaborazione militare con il governo israeliano in ottemperanza alla legge 185/1990 che vieta il commercio di armi con Paesi che violano il diritto internazionale;
- l’adozione di misure concrete per vietare gli scambi commerciali con gli insediamenti  dei coloni israeliani nel territorio della Cisgiordania occupata;
- il sostegno del nostro governo all’operato delle istituzioni internazionali deputate a garantire il rispetto del diritto internazionale, anche considerando che l’occupazione dei Territori Palestinesi rappresenta una palese violazione di tale diritto;
- l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina;
(come già hanno fatto da 151 Stati su 193 che costituiscono l’Assemblea delle Nazioni Unite, tra i quali, recentemente, Francia, Portogallo, Canada, Regno Unito e Australia) per affermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese;
- la collaborazione con gli altri Paesi in sede europea e internazionale per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente.

Merate, 22 settembre 2025
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