Merate, Consiglio/3: Bilancio e “D.U.P.” duro scontro in Aula

Il ruolo del consigliere comunale di opposizione è indubbiamente faticoso e mortificante. Deve comunque approfondire tutte le materie, sintonizzarle sul proprio programma e ritradurre il tutto durante l’intervento. Il cui esito è già scritto: irrilevante ai fini del voto. Ancor più se il consigliere arriva dai banchi della maggioranza dove ha seduto per cinque anni a ruolo invertito. Il rischio di valutare qualsiasi iniziativa della nuova Giunta in base alla visione maturata e sviluppata nel quinquennio di governo inquina il giudizio sul tema in discussione. Massimo Augusto Panzeri, ex sindaco e ora capogruppo di “Prospettive per Merate” e Franca Maggioni, ex assessora ai servizi sociali e ora consigliere di “Noi Merate” non sfuggono a questo rischio. E mentre Alfredo Casaletto, ex assessore al bilancio, fa tesoro dell’esperienza maturata e l’attualizza, i due colleghi riprendono sempre il discorso che avevano interrotto nel giugno 2024.
Così è stato nella lunga maratona consiliare di martedì sera durante l’esame delle variazioni al bilancio 2025 e al Documento Unico di Programmazione 2026/2028 (DUP).
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Sulla variazione si è accanito in particolare Dario Perego, capogruppo di “Noi Merate”. Lo stanziamento per realizzare i nuovi spogliatoi al campo sportivo Enrico Ferrario che avrebbe dovuto trovare le risorse in un bando è stato cancellato a seguito dell’esito negativo del bando stesso. Si ripresenterà quando un nuovo bando sarà indetto. Perego è insorto sostenendo che se si è ritenuta l’opera importante e prioritaria la si finanzia con altri mezzi, non la si cancella. E una modalità schizofrenica di pianificare gli investimenti. Il Sindaco ha ribattuto che in assenza anche di un progetto esecutivo mantenere la somma congelata non avrebbe senso, meglio destinarla a altre opere. Ernesto Sellitto, capogruppo di maggioranza, ha definito la modalità strategica non schizofrenica, capace cioè di adattarsi alla realtà. Ma Perego non ha arretrato di un passo e nell’esame del DUP ha picchiato duro: non ci sono fondi per lo stagno di San Rocco, la Riserva lago di Sartirana, villa Confalonieri di cui ancora non si ha un’idea precisa circa la destinazione, per la Casa Albergo Leoni che potrebbe essere ampliata e aperta anche alle persone con difficoltà motoria, per un housing sociale. Non c’è nulla nel triennio. E nel primo quarto di mandato si sono sentite solo dichiarazioni, neppure il problema della copertura telefonica, asse portante della campagna elettorale di ViviAmo Merate, è stato risolto.
Altrettanto ferma la risposta di Salvioni che, naturalmente, ha respinto l’addebito elencando le opere fatte e ricordando quelle che si stanno approntando, dimenticate dalle passate amministrazioni, come villa Confalonieri, deserta dal 2008.
Incongruenze e qualche svarione di copia incolla (un paio di riferimenti a Varese e Tavernerio) hanno indotto il solitamente pacato Casaletto e scandire: non c’è corrispondenza tra Dup e Bilancio, siamo ai limiti di legge, per questa volta passi ma che non accada più.
Scene consuete che si ripetono a ogni cambio di Amministrazione. Documento bocciato dalle minoranze ma operativo grazie ai voti della maggioranza.
Tutti d’accordo, invece sulla convenzione per la gestione e l’utilizzo del marchio turistico “Branza Valley”, per il quale Merate ha stanziato 10mila euro. Ancora Perego ha ricordato l’esperienza, molto diversa però, di “Vera Brianza” quando un gruppo di imprenditori riuscì a aprire mercati in Russia, con l’appoggio dell’allora presidente Gorbaciov. Molto più ridotto l’obiettivo di Brianza Valley: realizzare cartellonistiche condivise e inserirsi nei circuiti turistici. Alla fine per incrementare le vendite dei prodotti delle aziende aderenti a Brianza Valley. Logo, a proposito del quale, Perego ha chiesto che cosa c’entrasse “Valley” con la Brianza, un inglesismo piuttosto provinciale. Meglio, ha detto, Brianza cassoeula. Con ironia. Ma Perego è un “boomer” mentre Mattia Salvioni è della generazione “Z”, un nativo digitale. A un inglesismo non rinuncia. Con buona pace di Alessandro Vanotti che con una mozione pretendeva di eliminare dal vocabolario consigliare la perfida Albione.

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C.B.
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