Il riarmo degli imbecilli
E’ incomprensibile ciò che sta avvenendo proprio nei paesi fondanti di questa nostra Europa nata per evitare e garantire la coesistenza, la cooperazione, la pace tra i popoli e gli Stati che tante vittime sono costate per sconfiggere il fascismo ed il nazismo che portò alla seconda guerra mondiale ed al baratro l’intera umanità.
I “padroni universali” che decidono il futuro dell’umanità sopra gli Stati e le loro istituzioni, i guerrafondai che hanno pianificato il loro dominio coloniale in tutti i Continenti, gli ispiratori dell’espansionismo militare della NATO, dalla guerra fratricida in Ucraina contro la Federazione Russa, hanno trovato negli attuali governi dell’Europa degli alleati organici ai loro scopi e finalità.
L’apparente disimpegno militare tattico paventato dalla nuova Amministrazione americana, avendo constatato, la sconfitta politica di tale strategia contro la Russia, l’Europa, in ogni modo hanno sminuito e svilito le potenzialità dell’incontro avvenuto in Alaska tra i due Presidenti Trump e Putin.
I nostri governanti in alternativa allo spazio diplomatico apertosi, hanno preferito proseguire la scelta bellicista incuranti delle volontà della grande maggioranza dei popoli europei che vorrebbero la fine della guerra e dei crimini causati, hanno programmato un riarmo generalizzato, dimostrando la loro incapacità nel riconoscere i loro errori, vogliono testardamente dimostrare che gli “allievi sanno fare meglio del loro maestro” a spese nostre però, distraendo risorse al benessere generale.
Questa legittima e documentabile ricostruzione sintetica, aiuta a comprendere i gravi episodi mediaticamente denunciati di sconfinamento che stanno avvenendo e che sicuramente ne segnaleranno ancora altri, lungo tutto il confine presidiato dalle nostre “sentinelle dell’Est”, schierate da Capo Nord al Mar Nero per fronteggiare il nostro nemico comune, Putin e la Russia.
La Storia dimostra che per scatenare le guerre sono necessari fatti eclatanti magari appositamente studiati per provocare reazioni che avvallino scelte e decisioni interventiste, il momento è grave e molto pesante per un coinvolgimento diretto dell’Europa nel conflitto e per la conclamata incapacità di una classe dirigente di rispondere all’altezza dei rischi che stiamo vivendo.
Nelle nostre piazze e città italiane sono state vissute giornate significative ed importanti per la pace in Medio Oriente ed il riconoscimento dello Stato di Palestina, contro le deportazioni a Gaza, la nostra Presidente del Consiglio ed i suoi sostenitori, hanno voluto evidenziare solo le provocazioni di alcune centinaia di facinorosi che hanno macchiato l’immagine e lo spirito democratico pacifista non violento di migliaia e migliaia di manifestanti, presi a pretesto per un’informazione ancora una volta deviata e strumentale.
Non arrendiamoci alla rassegnazione ed all’impotenza, non cadiamo nelle provocazioni della destra estrema e conservatrice che non perde occasioni per coprire la loro codardia ed incapacità a rappresentare il nostro paese, portandolo ad un isolamento ed una subalternità sempre più evidente ai “poteri forti” ai centri reazionari esteri ed interni sempre pronti a dividerci e ad imperare.
Le nostre armi sono la cultura, lo studio, la conoscenza, il confronto, la corresponsabilità ed il dialogo da promuovere anche con i nostri avversari.
I “padroni universali” che decidono il futuro dell’umanità sopra gli Stati e le loro istituzioni, i guerrafondai che hanno pianificato il loro dominio coloniale in tutti i Continenti, gli ispiratori dell’espansionismo militare della NATO, dalla guerra fratricida in Ucraina contro la Federazione Russa, hanno trovato negli attuali governi dell’Europa degli alleati organici ai loro scopi e finalità.
L’apparente disimpegno militare tattico paventato dalla nuova Amministrazione americana, avendo constatato, la sconfitta politica di tale strategia contro la Russia, l’Europa, in ogni modo hanno sminuito e svilito le potenzialità dell’incontro avvenuto in Alaska tra i due Presidenti Trump e Putin.
I nostri governanti in alternativa allo spazio diplomatico apertosi, hanno preferito proseguire la scelta bellicista incuranti delle volontà della grande maggioranza dei popoli europei che vorrebbero la fine della guerra e dei crimini causati, hanno programmato un riarmo generalizzato, dimostrando la loro incapacità nel riconoscere i loro errori, vogliono testardamente dimostrare che gli “allievi sanno fare meglio del loro maestro” a spese nostre però, distraendo risorse al benessere generale.
Questa legittima e documentabile ricostruzione sintetica, aiuta a comprendere i gravi episodi mediaticamente denunciati di sconfinamento che stanno avvenendo e che sicuramente ne segnaleranno ancora altri, lungo tutto il confine presidiato dalle nostre “sentinelle dell’Est”, schierate da Capo Nord al Mar Nero per fronteggiare il nostro nemico comune, Putin e la Russia.
La Storia dimostra che per scatenare le guerre sono necessari fatti eclatanti magari appositamente studiati per provocare reazioni che avvallino scelte e decisioni interventiste, il momento è grave e molto pesante per un coinvolgimento diretto dell’Europa nel conflitto e per la conclamata incapacità di una classe dirigente di rispondere all’altezza dei rischi che stiamo vivendo.
Nelle nostre piazze e città italiane sono state vissute giornate significative ed importanti per la pace in Medio Oriente ed il riconoscimento dello Stato di Palestina, contro le deportazioni a Gaza, la nostra Presidente del Consiglio ed i suoi sostenitori, hanno voluto evidenziare solo le provocazioni di alcune centinaia di facinorosi che hanno macchiato l’immagine e lo spirito democratico pacifista non violento di migliaia e migliaia di manifestanti, presi a pretesto per un’informazione ancora una volta deviata e strumentale.
Non arrendiamoci alla rassegnazione ed all’impotenza, non cadiamo nelle provocazioni della destra estrema e conservatrice che non perde occasioni per coprire la loro codardia ed incapacità a rappresentare il nostro paese, portandolo ad un isolamento ed una subalternità sempre più evidente ai “poteri forti” ai centri reazionari esteri ed interni sempre pronti a dividerci e ad imperare.
Le nostre armi sono la cultura, lo studio, la conoscenza, il confronto, la corresponsabilità ed il dialogo da promuovere anche con i nostri avversari.
Sergio Fenaroli























