Paderno: veglia di preghiera per Giorgia e Milena con tre segni. Spine, rosa e un bulbo

La chiesa di Paderno non è stata in grado di contenere le centinaia di persone che, in un clima di mestizia e incredulità, si sono ritrovate per un momento di preghiera in memoria di Giorgia Cagliani e Milena Marangon, le due 21enni morte sabato sera dopo essere state travolte da un carroattrezzi che percorreva via per Airuno a Brivio.
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Un'occasione di raccoglimento che non allevia il dolore lacerante della perdita per le due famiglie e per gli amici, ma rappresenta una condivisione di intere comunità, sconvolte da una tragedia che ha segnato un punto fermo per tanti.
A condurre la veglia è stato don Gianni De Micheli, parroco della comunità pastorale dell'Addolorata. Nelle prime file i nonni di Giorgia, a metà navata i genitori di Milena.
Nella chiesa sono risuonati i canti della corale che hanno reso ancora più toccante l'atmosfera e poi i ricordi degli amici letti con la voce triste e spenta di chi, in giovane età, si è trovato a fare i conti con la morte. Una morte che non porta spiegazioni.
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Sull'altare sono stati portati dei segni.
Una pianta grassa con tante spine, segno di rabbia per quello che è successo. Una ribellione che sorge dal profondo del cuore, che punge, fa sanguinare, fa male. E pone tanti perchè.
Poi una rosellina, in un piccolo vaso, che pur nella sua bellezza è fatta anche di spine. E di malinconia. Segno di un dolore profondo, che diventa ancora più lancinante ricordando la bellezza di Giorgia e Milena, le relazioni instaurate con loro, la vitalità delle loro esistenze.
E infine un bulbo in un vaso simbolo di speranza.

“La comunità è il luogo dove si ascolta con le orecchie, il cuore, il corpo, lo sguardo” ha detto il sacerdote “se avessi il coraggio di ascoltarci un po' di più faremmo dei passi assieme. In questi giorni abbiamo raccolto 40 testi lasciati nella cappellina del nostro oratorio che è diventata un polmone di ascolto. Da questi pensieri emerge la bellezza delle relazioni. La memoria non è qualcosa di esteriore perchè c'è qualcosa che resta e che si scrive per sempre dentro di noi”.

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Al termine della funzione i famigliari delle due vittime hanno raccolto gli abbracci e le parole di tanti, conosciuti e non, che hanno voluto portare loro l'affetto di intere comunità.
S.V.
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