Salvini, la tua Pontida?

21 Settembre 2025. Il tradizionale raduno della Lega a Pontida. La festa è caduta nel giorno, che anticipa l’Equinozio d’Autunno, che è la stagione della decadenza; esattamente lo stato, in cui si trova la Lega. Pratone, stand regionali, casoncelli e salamelle fumanti, musica, bandiere al vento e manifesto con la scritta “LA TUA PONTIDA LIBERI E FORTI”; senza però la folla e i fasti del passato.
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La Pontida della gente del Nord non è più della Lega di Salvini. Alle ultime elezioni comunali ha perso nel suo paese simbolo, sconfitta da una lista civica; il gigante è stato abbattuto con una piccola fionda, assemblata artigianalmente; va anche detto che l’ex Ministro leghista Castelli ci ha messo del suo, presentando una propria lista.
Il sogno del federalismo riposto nel cassetto, le aspettative relative all’immigrazione disattese e il Ponte sullo stretto di Messina, che Quelli di Pontida non vogliono. La Lega, sempre più abbandonata dagli elettori originari, si regge ormai in gran parte sui voti, che le arrivano dalle posizioni di potere. Poltrone fortemente reclamate da Fratelli d’Italia; in primis, date le elezioni imminenti, quella di Governatore della Regione Veneto.
Sul palco dei leghisti l’ormai consueta passerella dei sovranisti esteri, tra i quali il francese Bardella e lo spagnolo Abascal; come a volersi continuamente accreditare nell’universo nazionalista, forse perché in esso poco o per niente credibili; come a voler anche dare ad intendere agli elettori italiani che essi sono davvero così.
Vannacci, vicesegretario e simbolo della cosiddetta svolta nazionalista della Lega, è arrivato all’adunata con i fedelissimi, ma senza il pescecane e quindi non fa paura a nessuno. Il suo Movimento Il Mondo al Contrario si è rivelato per quel, che è e che vale: una corrente, che porta un po' di ossigeno ad una Lega sul viale del tramonto. L’ex Generale più continua a reggere il moccolo a Salvini, sperando di sostituirsi a lui, più perde credibilità e consensi.
Assenti le schegge paladine ad oltranza del Nord, staccatesi dalla Lega: Grande Nord di Bernardelli, Partito Popolare del Nord di Castelli e Patto per il Nord di Grimoldi. Nell’ultimo Pinamonte da Vimercate ha cacciato dal simbolo il traditore Alberto da Giussano e ne ha preso il posto. Se in qualche modo si presentano alle elezioni nei Comuni, possono contribuire a far perdere il Centrodestra a vantaggio del Centrosinistra o dei Civici; come accaduto a Pontida.
Tempo di foliage: eletti e voti leghisti cadono in Fratelli d’Italia, Forza Italia, nelle schegge nordiste e ancor più sul terreno dell’astensionismo.
L’Italia ha bisogno di nuova linfa politica. Se si vuole di Destra, che sia vera e seria. Non il trasformismo e il populismo pro partito e se stessi; come visto a Pontida.
Patrizia Ernani Locatelli
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