Church pocket/80 Santa Maria oltre l’estate: una fede con la Madonna! Il Nome di Maria
Ebbene sì, ci siamo: questo percorso mariano è arrivata alla fine. Se fosse una serie TV, diremmo che siamo all’ultimo episodio della stagione. Ma niente paura: Maria non va mai davvero “in pausa”, e con lei nemmeno noi. Anzi, ci lasciamo con un episodio speciale, tutto dedicato al suo nome, nel giorno in cui il calendario gregoriano ce ne propone la memoria. Perché il nome, si sa, è già una promessa, un destino scritto in poche lettere. E quello di Maria, che significa “stella del mare” ma anche “amarezza”, è un nome che racconta tutta la vita, con le sue gioie e i suoi dolori.
Perché invocare il nome di Maria non è solo una preghiera privata, intima, da sussurrare nel segreto. Come insegna chi da secoli ha celebrato le sue glorie, pronunciare il nome di Maria significa ricevere una forza speciale, un coraggio particolare per testimoniare la fede apertamente, in mezzo al mondo. Tra le tante cose che si possono dire su Maria, ce n’è una che a molti può sembrare strana, eppure è attestata da secoli di vita cristiana: il suo nome fa paura al demonio. Non per magia. Non per potere in sé.
Ma perché quel nome porta con sé una presenza, una storia, una vittoria che il male non riesce a sopportare. Nel cristianesimo, i nomi non sono mai semplici etichette. Sono memoria viva.
Ogni nome custodisce una relazione, un’identità, una chiamata. Quel nome, da allora, è rimasto legato per sempre alla storia dell’incarnazione. Non si può parlare di Cristo senza passare, almeno una volta, da Maria. Non si può raccontare la salvezza senza ricordare che tutto è iniziato con una donna che ha detto sì. E questo, il demonio lo sa bene. Il male non è una favola. Non è una forza che esiste e tenta di attrarre a sé. E in questo, Maria è Porta del Cielo, perché ci attira alla presenza di Dio, allontanando dal Nemico. Perché Maria è tutto ciò che il male non riesce a imitare: non ha bisogno di imporsi, non cerca attenzione, non alza la voce. Eppure, proprio in questa debolezza apparente, ha fatto entrare Dio nel mondo. È stata la sua porta. Molti santi hanno sperimentato tutto questo in modo diretto. Sant’Anselmo, ad esempio, affermava che «il nome di Maria è l’unico che, dopo quello di Gesù, salva». San Bernardo, in un’omelia che ha attraversato i secoli, scriveva: «Nel pericolo, nell’angoscia, nel dubbio: pensa a Maria, invoca Maria. Non si allontani mai il suo nome dal tuo cuore, e neppure dalla tua bocca». Non erano formule poetiche. Erano parole maturate in una vita di fede, in lotta, in consolazione. Anche don Bosco lo insegnava ai suoi ragazzi: “Se siete in pericolo, dite ‘Maria aiutami’.
Personalmente non riuscirei mai a lasciare la Chiesa cattolica, soprattutto per due motivi: l’Eucaristia e Maria. Maria è quella dolce consolazione che Cristo ha lasciato “in questa valle di lacrime”. Nei momenti più bui della mia vita mi sono sempre aggrappato a lei come a una mano che ti salva dal burrone, a un abbraccio che placa la disperazione, a un sorriso amico che spegne la tristezza. L’Eucaristia e Maria: ecco i due pilastri che non crollano mai. Il Pane vivo che nutre e rialza, e la Madre che accompagna a riceverlo con cuore semplice. Senza l’Eucaristia la fede diventerebbe un’idea astratta, un bel sentimento che però non ti sostiene davvero nei giorni in cui tutto sembra franare. Senza Maria, invece, la fede rischierebbe di diventare troppo dura, troppo razionale, senza quella tenerezza che ricorda che Dio non è solo giudizio, ma anche carezza. In fondo è sempre così: quando non so più cosa dire a Dio, basta un’Ave Maria. Quando non so più come affrontare il silenzio di Dio che ogni tanto entra nella vita, basta inginocchiarmi davanti al tabernacolo, come fosse un silente guardarsi negli occhi. Per me, la Chiesa è questa certezza concreta: una Madre che sorregge e un Pane che sostiene. Tutto il resto – discussioni, lotte interne, perfino scandali – passa in secondo piano davanti a questi due doni che nessun’altra realtà potrà mai offrirmi. E allora capisco perché tanti santi hanno detto che «Maria conduce sempre a Gesù»: perché senza di lei forse non avrei avuto la forza di arrivare fin lì, all’altare, al Pane vivo. E senza l’Eucaristia non avrei compreso fino in fondo il senso del “sì” di Maria, che ha portato Dio tra noi per restare con noi.
Questa parentesi della Madonna finisce qui, sì, ma Maria non ci lascia certo soli. Anzi, ci ricorda sorridendo che il suo nome è sempre con noi: nella preghiera quotidiana, nelle sfide di ogni giorno, e perfino quando saremo un po' stanchi e diremo: «Maria, aiutaci tu!». Lei, tranquilli, ci sarà sempre.
Perché invocare il nome di Maria non è solo una preghiera privata, intima, da sussurrare nel segreto. Come insegna chi da secoli ha celebrato le sue glorie, pronunciare il nome di Maria significa ricevere una forza speciale, un coraggio particolare per testimoniare la fede apertamente, in mezzo al mondo. Tra le tante cose che si possono dire su Maria, ce n’è una che a molti può sembrare strana, eppure è attestata da secoli di vita cristiana: il suo nome fa paura al demonio. Non per magia. Non per potere in sé.
Ma perché quel nome porta con sé una presenza, una storia, una vittoria che il male non riesce a sopportare. Nel cristianesimo, i nomi non sono mai semplici etichette. Sono memoria viva.


Questa parentesi della Madonna finisce qui, sì, ma Maria non ci lascia certo soli. Anzi, ci ricorda sorridendo che il suo nome è sempre con noi: nella preghiera quotidiana, nelle sfide di ogni giorno, e perfino quando saremo un po' stanchi e diremo: «Maria, aiutaci tu!». Lei, tranquilli, ci sarà sempre.
Pietro Santoro