Osnago: il diritto alla visita medica nei tempi prescritti. In aiuto lo “Sportello salute”

I lunghi tempi di attesa per visite ed esami sanitari sono un problema di cui spesso si parla e sembra non ci sia una soluzione. La soluzione invece c’è. Ci sono leggi nazionali, in primis la nostra Costituzione, e regionali, che stabiliscono il diritto al rispetto dei tempi. Il problema è che sono poco conosciute e quasi mai rispettate.
La mission degli Sportelli salute – nella nostra zona ne sono sorti due, uno a Lecco e l’altro a Osnago – è proprio quella di aiutare i pazienti a ottenere il rispetto dei propri diritti.
Da maggio, mese in cui sono stati attivati, a oggi, sono stati 38 i ricorsi presentati dai due sportelli; di questi l’84% hanno avuto esito positivo.
A illustrare i dati dell’attività nel corso di una conferenza stampa tenutasi sabato presso l’Arci LaLo.co di Osnago sono state due delle volontarie che prestano servizio, Marta Gatti e Milva Caglio. 
“Non rispettare i tempi della prescrizione è un illecito”, ha esordito Gatti. “Se il medico indica una tempistica di 3, 10, 30, 60 o al massimo 120 giorni per sottoporsi a una visita o esame, non rispettare queste richieste è un reato”.
Ma la maggior parte dei cittadini ignora questo principio e cresce sempre più il ricorso ai privati. 
“Ipsos, tramite i suoi sondaggi, ha evidenziato che tra chi rinuncia al SSN per via dei tempi d’attesa, l’84% si è rivolto a un servizio sanitario privato almeno una volta, dato in crescita dal 2024, mentre il 13% ha rinunciato completamente alle cure. Un altro dato significativo è relativo a quanti hanno rinunciato a curarsi con il SSN perché la prestazione di cui avevano bisogno non veniva erogata nella zona in cui vivevano: è accaduto più di una volta al 53% degli italiani contro il 44% rilevato nel 2024”. 
Cresce così la spesa delle famiglie per potersi curare. In Lombardia la spesa pro-capite è la più alta: oltre 1.000 euro all’anno.
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Milva Caglio, Marta Gatti, Andrea Viani

“L’impossibilità di accedere a cure necessarie a causa delle interminabili liste di attesa determina un impatto economico sempre maggiore, specie per le fasce socio-economiche più fragili che spesso non riescono a sostenerlo e quindi limitano le spese o addirittura rinunciano alle prestazioni”.
Ma come si accede agli Sportelli salute?
Innanzitutto quello di Osnago è aperto il lunedì dalle 10 alle 12 e il martedì dalle 18 alle 20, quello di Lecco il giovedì dalle 10 alle 12. Per richiedere assistenza è necessario presentarsi durante gli orari di apertura con tessera sanitaria, impegnativa del medico di base o dello specialista e ricevuta della prenotazione effettuata. Si possono chiedere informazioni anche tramite mail, all’indirizzo sportellosalute.meratese@gmail.com.
“Noi non prendiamo gli appuntamenti”, ha chiarito Milva Caglio, “ma spieghiamo agli utenti quali sono i loro diritti e facciamo da tramite con le strutture di riferimento”.
La stessa Caglio ha poi illustrato la situazione per quanto riguarda la Asst lecchese.
“I tempi di attesa che la Asst indica sul sito internet non sempre corrispondono a quanto poi viene risposto agli utenti in fase di prenotazione. Per esempio sul sito si trovano tempi di attesa di 103-104 giorni, ma poi al telefono gli operatori dicono che le agende sono chiuse. Abbiamo avuto 5 casi di visite oculistiche per le quali come Sportello siamo riusciti a ottenere l’appuntamento mentre agli utenti era stato negato”.
Riguardo alle ecografie, la volontaria lancia poi un allarme: “Sembra che le ecografie al Manzoni di Lecco vengano eseguite solo per i pazienti interni”.
La situazione degli interventi chirurgici viene definita “un disastro”.
“Abbiamo seguito un caso di intervento chirurgico urologico che in base alla prescrizione doveva essere fatto entro 60 giorni ma ne sono passati più di 800. Abbiamo coinvolto anche il difensore civico, ma neanche questo è servito. Alla fine il paziente ha accettato di fare l’intervento in regime privatistico sborsando 10.000 euro”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati forniti dei dati molto dettagliati riguardo all’attività dei due Sportelli. Da questi dati si evince che i giorni di ritardo, quindi oltre la scadenza riportata sulla prescrizione, sono per le visite di 507 giorni al massimo e 61 al minimo, mentre per gli esami sono di 393 al massimo e 20 al minimo. 
Le aree di maggiore criticità sono l’Oculistica, le Ecografie e la Dermatologia; critiche, anche se in misura inferiore, la Risonanza magnetica e gli interventi chirurgici.
Come detto, i risultati degli Sportelli sono stati in gran maggioranza positivi.
L’ideale però, ha sottolineato Andrea Viani del Coordinamento regionale degli Sportelli che ha sede a Lodi (attualmente in Lombardia ne sono attivi 70), sarebbe quello di avviare ricorsi collettivi anziché operare su singoli casi. 
“Il non rispetto dei tempi diagnostici può configurare anche un reato penale”, ha affermato Viani. “L’accesso alla diagnosi dipende sia dai Medici di Medicina Generale che dagli specialisti, ma spesso c’è una sorta di rimpallo tra gli uni e gli altri. Per non parlare poi dei pazienti anziani, che a volte vengono ignorati perché ‘tanto sono vecchi’”.

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A.Vi.
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