Cassina: sulle scritte sui marciapiedi

Buongiorno, vi scrivo in merito alla vicenda avvenuta a Merate nella notte del 3 settembre, dove un uomo di mezza età ha imbrattato il suolo pubblico con scritte volgari, tra l'altro commettendo un atto di violenza psicologica nei confronti della persona a cui il messaggio è indirizzato. Vorrei richiamare l'attenzione della redazione sul focus tematico della vicenda. Nel primo articolo che avete scritto in merito, infatti, avete fatto più richiami all'identificazione del destinatario/a, aprendo proprio l'articolo con queste parole: "Chi sia il destinatario, o meglio la destinataria, delle scritte comparse questa notte non è dato sapersi al momento." Penso che questo non sia assolutamente rilevante, se non nella misura di riconoscere che c'è una persona, la destinataria/o, che ha vissuto una violenza e che vada tutelata e supportata nell'ottenere giustizia di fronte a tale atto, piuttosto che essere identificata pubblicamente. I fatti avvenuti possono essere uno spunto di riflessione sulle molteplici forme che la violenza di genere può prendere, incluse forme psicologiche (insulti e umiliazioni pubbliche, per esempio), così come sul fatto che i marciapiedi siano un bene pubblico che nessuno ha il diritto di utilizzare come tela per esprimere le proprie frustrazioni e insultare altre persone. In questo senso, focalizzare un articolo sull'identificazione della vittima di un gesto così infimo è un'occasione mancata per sviluppare una riflessione costruttiva sui nodi critici che ne stanno alla base di questo fatto e su cui è necessario lavorare. Vi ringrazio per la vostra attenzione. Cordialmente,
Elena
Lo spazio è a disposizione per sviluppare riflessioni costruttive. Sicuramente utili.
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