Chi sono i veri terroristi

Terrorismo: L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine.

E' questa in sintesi la definizione che ognuno può trovare sui vocabolari.

Ed è questo l'abisso speculare che inchioda alle proprie responsabilità il ministro Ben Gvir e il governo israeliano quando sentenzia di voler trattare come terroristi gli attivisti della Global Sumud Flotilla.

Ogni persona di buon senso infatti non potrà che attribuire la definizione di terrorismo a ciò che lo Stato Israeliano, assai oltre una reazione agli orribili fatti del 7 ottobre, sta perpetrando a Gaza e in Cisgiordania nei confronti di inermi ed incolpevoli vittime, a partire da donne e bambini indifesi della comunità palestinese.

Ma ancor prima di connotarne la nazionalità e le loro sacrosante esigenze ad una vita dignitosa, come per tutti i Popoli, occorre riconoscere e denunciare l'enorme ferita che i fanatici israeliani al potere stanno producendo all'intera umanità.

Di contro è proprio la miglior espressione di questa umanità che sta veleggiando verso Gaza con aiuti alimentari per superare quell'illegittimo blocco sia navale che terreno che sta preordinatamente affamando i suoi abitanti.

Ed è sotto gli occhi di tutti che lo si stia facendo pacificamente e in qualche modo supplendo o perlomeno integrando i pochi tentativi d'incidenza seri dei vari governi che sinora, tranne poche eccezioni, hanno espresso la loro condanna solo a parole. 

Chi sono quindi i veri terroristi?

E non è questa l'occasione per dimostrare che al di là delle proprie appartenenze politiche quello che unisce tutti è la consapevolezza del dovere di difendere concretamente i diritti di ogni Uomo e di non lasciarne calpestare la dignità all'ombra di falsi nazionalismi e convenienze sia economiche che geopolitiche?

E il restare umani di Vittorio Arrigoni non è il vero imperativo che ci dovrebbe accomunare?

Come pure sconfiggere l'inerzia e la rassegnazione che sembra albergare nei nostri cuori e nelle nostre menti nei confronti di un mondo, spesso istituzionale, che di fatto rischia di consacrare, abbandonando la via del Diritto, l'uso delle prepotenza e delle armi.

Ecco perché ognuno di noi dovrebbe far proprio il moto di superamento dell'apparente impotenza che sta caratterizzando i coraggiosi navigatori della Flotilla di fronte all'enorme ingiustizia medio orientale, ma non solo.

Nessuno di loro è certamente mosso da facili entusiasmi o automatiche garanzie di riuscita, semmai il contrario, ma è proprio da questa irriducibile consapevolezza del non volersi limitare alla solo pur giusta emotività che dovremmo tutti trarre motivi di mobilitazione.

Ognuno che condivide queste considerazioni si sarà già certamente interrogato sui modi che ritiene più congrui per accompagnare tale esemplare quanto mai così grande praticato tentativo dal basso di ridare speranza ad un altro mondo possibile.
Germano Bosisio
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