Ucraina, volenterosi falliti

A Parigi i “volenterosi del conflitto” continuano a non voler constatare il loro fallimento politico e militare e la loro scelta originale di prolungare un conflitto che non doveva essere provocato e sostenuto, che continua a mietere vittime orrori e distruzioni, viene rilanciata con l’intento di voler inviare truppe militari europee in Ucraina.

Oltre ad essere dei falliti, continuando la loro strada bellicista nei confronti di una superpotenza come la Federazione Russa, sono dei criminali, non ascoltando una grandissima parte delle popolazioni europee contrarie a questa guerra sistemica che ormai ha distrutto l’intero popolo Ucraino.

A fronte dell’apparente disimpegno della nuova Amministrazione americana nella guerra in Ucraina, è andato via via consolidandosi nei governi Europei la decisione scellerata di sostituirsi agli USA, ora la novità è quella di inviare le proprie truppe, mascherando l’operazione a sostegno della difesa e sicurezza dell’Ucraina.

E’ un vero dramma che si stà materializzando sotto i nostri occhi impotenti e delusi da un gruppo dirigente europeo che ha perso la ragione, la necessità di salvare il salvabile, scegliendo prima il riarmo dell’Europa ed ora inviare delle truppe in Ucraina con lo scopo di continuare il conflitto.

Questa miopia bellicista, porterà presto alla capitolazione, ad una sconfitta su tutti i fronti, alla nostra marginalità certificata e con loro un governo ucraino che non ha mai seriamente considerato la necessità di una riconciliazione inclusiva e pacifista con la consistente componente russofona.

E’ necessario un fronte unico Europeo ampio democratico, contro il riarmo ed all’economia di guerra.   Le imminenti decisioni di questi falliti che ci governano vedranno la progressiva trasformazione delle nostre imprese da una economia civile e sostenibile ad un’economia di guerra.

Insieme dobbiamo batterci contro l’aumento al 5% delle spese militari, come stabilito nella Conferenza NATO del Giugno scorso.

Esiste un’alternativa all’economia di guerra dei governanti europei ed è un’economia di pace: nella riconversione dell’apparato industriale, nell’industria civile, nelle costruzioni di case, nella cultura, nell’istruzione avanzata, di servizi pubblici alle persone, alla difesa civile e non violenta.

La sicurezza non passa dalle armi, ma dal dialogo e dal confronto che va avviato con i nostri avversari, capire le loro ragioni ed anche le loro paure che specularmente sono anche le nostre.

INSIEME DOBBIAMO DIRE BASTA ALLE GUERRE SIA IN UCRAINA COME IN ISRAELE !
Sergio Fenaroli
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