Church pocket/77. Santa Maria delle vacanze: un’estate della Madonna! Maria, Regina della Pace: ma quale pace?

Mentre le guerre incendiano Medio Oriente, Est Europa, Africa, e il sangue innocente continua a scorrere, Maria, invocata come Regina della Pace, si fa spazio tra la violenza e il dolore, come richiamo alla coscienza inquieta. Papa Benedetto XV, nel pieno della prima guerra mondiale, ha inserito il titolo “Regina della Pace” nelle Litanie Lauretane, quasi a ricordare che la pace non è qualcosa che nasce spontaneamente, ma un dono che va costantemente invocato, custodito, implorato. E oggi, quando la guerra sembra non conoscere confini, questo titolo sembra inutile. Ritorna nella semplicità del popolo, come nei vicoli di Napoli, dove una statua della Madonna Addolorata, vestita con i colori della bandiera palestinese, appare sotto una scritta disarmante: «I miei bambini sono uguali ai vostri». 
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È la Madonna della Palestina, un’opera forte e commovente che ci ricorda che Maria è madre di tutti. Invocare Maria come Regina della Pace, in questo tempo segnato da conflitti terribili, significa ricordare che la pace non può limitarsi a essere solo una tregua tra armi, ma dev’essere innanzitutto la riconciliazione del cuore. Non basta solo che le bombe cessino, occorre che si fermino anche le parole di odio, gli sguardi ostili, le divisioni. Quando il profeta Isaia indica il Messia come «Principe della Pace», non sta descrivendo una pace qualsiasi: la pace messianica è integrale, piena, totalizzante. È giustizia, verità, dignità restituita a ogni essere umano, a ogni popolo. È questa pace che chiediamo quando invochiamo Maria. Eppure oggi, di fronte alle guerre e ai conflitti che ci circondano, qualcuno potrebbe sentirsi impotente e chiedersi: come si invoca concretamente Maria Regina della Pace in un tempo segnato da tanto dolore? La risposta è semplice e concreta, come concreta è Maria stessa: con la preghiera, con gesti semplici di fraternità, con il digiuno, come ci ha suggerito Papa Leone nel giorno dedicato a Santa Maria Regina, 22 agosto, e l’impegno quotidiano per la giustizia. Pregare non è solo ripetere formule, è custodire uno spazio di ascolto e di silenzio, dove far entrare Dio per trasformare il cuore, prima ancora che le situazioni esterne.
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Invocare Maria Regina della Pace oggi però non può essere solo questione di sentimentalismi religiosi. È una scelta precisa di campo. Significa schierarsi contro ogni logica di violenza, oppressione e discriminazione. Significa rifiutare la guerra come sconfitta per tutti, come la definì Giovanni Paolo II, e impegnarsi concretamente per la giustizia. Chi invoca Maria Regina della Pace dice chiaramente da che parte sta: non dalla parte dei potenti, delle bombe, delle bandiere, ma dalla parte dei poveri, dei perseguitati, di quei figli affamati che non troveranno più le loro madri di quelle madri che seppelliranno i loro figli. Maria ci ricorda che non c’è pace senza giustizia e che ogni guerra è una tragedia assurda da cui non nascono vincitori, ma solo vittime. Invocarla significa promettere che saremo sempre dalla parte della vita, mai della morte.
Come nella piccola edicola napoletana dedicata alla Madonna palestinese, Maria ci insegna che la pace nasce dal riconoscere nell’altro non un nemico, ma persona, un figlio, amato da Dio. Per questo, invocarla oggi è essenziale. Invocarla per essere capaci, come Lei, di stare sotto le croci del nostro tempo senza fuggire. Perché la pace è sempre possibile, anche dove sembra impossibile: ce lo insegna Lei, Regina della Pace, madre che ci ricorda che ogni cuore, ogni casa, ogni terra può diventare luogo di riconciliazione, spazio santo di fraternità.  Verrà il giorno annunciato dal profeta Isaia, in cui «il lupo dimorerà con l'agnello, il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme, e un bambino li guiderà». Quel giorno nessuno farà più del male, nessuna lacrima sarà più nascosta o dimenticata. Quel giorno non conterà più il luogo in cui sei nato, la lingua che parli, perché saremo tutti figli della stessa Madre, destinati alla stessa pace. È questa l’orazione che oggi la Chiesa affida a Maria, Regina della Pace, madre che custodisce ogni cuore ferito, ogni vita spezzata, ogni grido silenzioso di chi ancora sogna un mondo in cui nessuno sarà più straniero.
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Rubrica a cura di Pietro Santoro
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