Europa e Russia dopo la guerra

E’ auspicabile e necessario che i gruppi e le classi dirigenti europee e nazionali, superino la loro subalternità culturale e politica atlantista, oggi antistorica sempre più inefficace agli occhi dei propri cittadini, ed operino con pragmatismo nel ricomporre un rapporto di pacificazione e coesistenza con la Federazione Russa e non solo.

Inaugurando in tal modo, una nuova fase politica ed economica, in un mondo multipolare che consenta lo sviluppo delle proprie qualità creative, imprenditoriali, tanto necessarie ad uno sviluppo equanime ed equilibrato con le popolazioni degli altri continenti, non più disponibili alla rapina delle loro risorse naturali a noi necessarie.

Ciò non significa venir meno agli accordi ed ai trattati di sicurezza e difesa costruiti con la NATO in tutti questi anni che ci distanziano dalla seconda guerra mondiale contro il nazifascismo.

La fine della guerra fratricida in Ucraina, segnerà lo spartiacque per il mondo intero, il fallimento politico, la sconfitta militare delle vecchie classi guerrafondaie e colonialiste occidentali, dovranno lasciare i loro posti di comando ai giovani che non mancano e sapranno fare tesoro di questa totale debacle, riprendendo l’insegnamento dei padri fondatori della nostra Nuova Europa Federale.

La propaganda, le menzogne, le paure, l’odio, la russofobia diffuse a piene mani che ci ha invaso in questi anni di guerra, rappresentano la prova fondata del condizionamento arbitrario subito dai popoli europei, imposto dai Governi e dai mezzi di comunicazione pubblici e privati durante tutto questo periodo che continuerà qualora non si convinceranno del loro fallimento.

E’ questo il nostro problema, i nemici della pace stanno dentro di noi, nei nostri governi d’ Europa.

L’incontro storico di ferragosto in Alaska tra i due presidenti Trump e Putin, è un indubbio riconoscimento alle ragioni esistenziali che hanno indotto alla deprecabile invasione militare dell’Ucraina da parte della Federazione Russa con tutti gli orrori, morti e distruzioni ancora in atto.

E’ tuttavia complicato esigere una pace giusta e duratura, pretesa dai governanti europei chiamati a rapporto nei giorni seguenti a Washington, le condizioni non possono essere dettate da chi è stato sconfitto nel conflitto, lo stesso governo ucraino, prestatosi al nostro disegno destabilizzante.

Il popolo Ucraino ha diritto di vivere in pace e coesistere con il popolo Russo fratello da secoli, la guerra da noi pianificata li hanno distrutti entrambi, non saranno più come prima, decimati per le morti subite e lacerati per l’odio alimentato, devastati per le distruzioni subite, difficile da perdonare.

Le nostre speculazioni devono finire, la Federazione Russa non ha bisogno di territori, come i coloni israeliani, hanno il diritto di esigere la sicurezza e di garantirla sia ai popoli limitrofi, come a noi, da oltre 80 anni.

Le popolazioni del Donbass e della Crimea, hanno l’esigenza di essere riconosciuti e rispettati nella loro integrità etnica, culturale, linguistica e religiosa, ciò non è avvenuto dal colpo di Stato di Piazza Maydan dal Febbraio 2014.

E’ una falsità affermare che il popolo Ucraino lotta e muore per la nostra libertà, chi lo afferma è un ignorante, non conosce la storia e gli eventi della guerra, in alternativa è un criminale. Questo lo ha affermato un nostro Generale che ha avuto alti incarichi nel comando della NATO.

Un altro ostacolo alla pace è che i russi, oltre ad avere paura di noi, a ragione non si fidano e questo è un problema serio, che pone in discussione l’affidabilità e la credibilità della nostra parte.

Oggi la Federazione Russa, può essere considerata a torto o ragione nostra avversaria, ma noi tutti ci auguriamo che presto possa ridivenire un nostro patner, ristabilendo presto rapporti di interscambio e relazioni normali sia con i popoli russo ed ucraino.
Sergio Fenaroli
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