Montevecchia: alla festa di S.Bernardo fede e comunità
Come ogni anno la comunità di fedeli di Montevecchia ha rinnovato la propria devozione a San Bernardo Abate, celebrando la Santa Messa in suo onore nella suggestiva cornice della chiesetta a lui dedicata in alta collina.

Edificata sul crinale che domina il Parco del Curone e consacrata nel 1593 dall’arcivescovo Gaspare Visconti, la chiesetta dedicata a San Bernardo Abate è uno dei luoghi più amati dai montevecchini. Il piccolo edificio, arricchito nei secoli da affreschi e arredi sacri, custodisce memorie di antiche devozioni e rimane punto di riferimento per la comunità locale, che vi si ritrova ogni anno il 20 agosto.

Le sue origini risalgono al XVI secolo: sul portale compare la data 1589, mentre la consacrazione avvenne il 20 agosto 1593 per mano dell’arcivescovo Gaspare Visconti. Fu il canonico Giovanni Antonio Scaccabarozzi a volerne la costruzione, arricchendolo con reliquie di cinque martiri deposte in teche lignee dorate. Nel corso dei secoli la chiesetta visse momenti di splendore e di oblio: già nel Seicento era descritta come “adorna di sacre pitture”, mentre nel Settecento risultava in condizioni di trascuratezza.
Un importante restauro, condotto tra il 1994 e il 2000, ha restituito al piccolo edificio il suo volto originario. Sono riemersi nove affreschi cinquecenteschi raffiguranti santi e figure sacre, insieme a decorazioni simboliche, cornici in cotto e croci di consacrazione. Oggi, l’oratorio è considerato un piccolo gioiello d’arte sacra, inserito nella rete dei luoghi religiosi che caratterizzano Montevecchia.

San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), abate e riformatore cistercense, è tra le figure più luminose del monachesimo medievale. Teologo e predicatore, influenzò profondamente la spiritualità e la politica del suo tempo, promuovendo una vita fondata sulla contemplazione e sull’amore per Dio. È proprio a questo santo che la comunità montevecchina affida le sue preghiere, rinnovando un legame di fede che dura da secoli.

La sinassi, tenutasi mercoledì 20 agosto alle 20.30, è stata presieduta da don Biagio, cappellano dell’ospedale di Merate, che nell’omelia ha sottolineato l’importanza di vivere la fede come forza che dà senso alla quotidianità: "L’amore darà valore alla nostra vita" ha ricordato ai fedeli. A dare un contributo di riflessione, in un momento così solenne per i fedeli, è intervenuto anche padre Leonardo, sacerdote messicano che studia a Roma ed attualmente presta servizio nella parrocchia di Osnago: "Il fatto che l’uomo abbia smesso di amare Dio, e lo si vede nella nostra società, significa che l’uomo non ama il prossimo. Dobbiamo riflettere sulle nostre vite e scegliere con decisione di mettere al primo posto Dio e, di conseguenza, il prossimo".

La liturgia è stata arricchita dai canti, accompagnati dalla voce e dalla tastiera di Ester Piazza e Guido Burchi, che hanno contribuito a rendere intensa l’atmosfera di preghiera.
Al termine della Messa, nonostante la pioggia abbia cercato di guastare l’appuntamento, i presenti si sono ritrovati per un momento di fraternità con la tradizionale anguriata, segno di convivialità e comunità che da anni caratterizza questa ricorrenza. Lo spirito dei fedeli non è, dunque, stato fermato: la festa di San Bernardo Abate si è confermata come un appuntamento che unisce memoria, spiritualità e fraternità, mantenendo viva una tradizione tanto cara alla comunità di Montevecchia.

Edificata sul crinale che domina il Parco del Curone e consacrata nel 1593 dall’arcivescovo Gaspare Visconti, la chiesetta dedicata a San Bernardo Abate è uno dei luoghi più amati dai montevecchini. Il piccolo edificio, arricchito nei secoli da affreschi e arredi sacri, custodisce memorie di antiche devozioni e rimane punto di riferimento per la comunità locale, che vi si ritrova ogni anno il 20 agosto.

Le sue origini risalgono al XVI secolo: sul portale compare la data 1589, mentre la consacrazione avvenne il 20 agosto 1593 per mano dell’arcivescovo Gaspare Visconti. Fu il canonico Giovanni Antonio Scaccabarozzi a volerne la costruzione, arricchendolo con reliquie di cinque martiri deposte in teche lignee dorate. Nel corso dei secoli la chiesetta visse momenti di splendore e di oblio: già nel Seicento era descritta come “adorna di sacre pitture”, mentre nel Settecento risultava in condizioni di trascuratezza.

Il celebrante, don Biagio Fumagalli
San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), abate e riformatore cistercense, è tra le figure più luminose del monachesimo medievale. Teologo e predicatore, influenzò profondamente la spiritualità e la politica del suo tempo, promuovendo una vita fondata sulla contemplazione e sull’amore per Dio. È proprio a questo santo che la comunità montevecchina affida le sue preghiere, rinnovando un legame di fede che dura da secoli.

Lo storico ex sindaco di Montevecchia e presidente del parco del Curone Eugenio Mascheroni, padre Leonardo e Domenico Piazza
La sinassi, tenutasi mercoledì 20 agosto alle 20.30, è stata presieduta da don Biagio, cappellano dell’ospedale di Merate, che nell’omelia ha sottolineato l’importanza di vivere la fede come forza che dà senso alla quotidianità: "L’amore darà valore alla nostra vita" ha ricordato ai fedeli. A dare un contributo di riflessione, in un momento così solenne per i fedeli, è intervenuto anche padre Leonardo, sacerdote messicano che studia a Roma ed attualmente presta servizio nella parrocchia di Osnago: "Il fatto che l’uomo abbia smesso di amare Dio, e lo si vede nella nostra società, significa che l’uomo non ama il prossimo. Dobbiamo riflettere sulle nostre vite e scegliere con decisione di mettere al primo posto Dio e, di conseguenza, il prossimo".

Guido Burchi ed Ester Piazza
La liturgia è stata arricchita dai canti, accompagnati dalla voce e dalla tastiera di Ester Piazza e Guido Burchi, che hanno contribuito a rendere intensa l’atmosfera di preghiera.
Al termine della Messa, nonostante la pioggia abbia cercato di guastare l’appuntamento, i presenti si sono ritrovati per un momento di fraternità con la tradizionale anguriata, segno di convivialità e comunità che da anni caratterizza questa ricorrenza. Lo spirito dei fedeli non è, dunque, stato fermato: la festa di San Bernardo Abate si è confermata come un appuntamento che unisce memoria, spiritualità e fraternità, mantenendo viva una tradizione tanto cara alla comunità di Montevecchia.
M.Pen.