La storia non è un dogma

Didascalia
Sig. Pelle,
nessun nervosismo, un periodo complesso e delicato della mia vita, da poco concluso, mi ha insegnato e ha definito altre priorità per cui innervosirsi e non solo una divergenza di opinioni.
Ultima parola su Fenestrelle: se legge il libro di Barbero, che ho letto anche io tempo fa, mi pare che i deportati a Fenestrelle fossero non meno di 1.100 e mi pare sia possibile consultarle anche sul sito dello stesso Forte. Inoltre, invocare soltanto Barbero come se fosse il giudice supremo della storia rischia di trasformare un confronto storiografico in un dogma, un catechismo. La storia, invece, non è mai monolitica: esistono altri storici, altri dati, altre ricerche che meritano la stessa considerazione. Se si sceglie di ignorarli, non si fa ricerca, si fa tifoseria. Alla fine della mia risposta io chiedevo solo di fare pace con questa storia perché può essere, a mio avviso, il modo migliore per chiudere due “tifoserie”.
Delle scuse iniziali però me ne faccio poco se il tono resta sempre quello del finale della sua risposta. Nell’ordine: ridicolizza titolo di studi e linguaggio e usa un’ironia per svilire la mia attività sia su questo giornale sia a Cernusco L.. Come spesso capita a chi fa certa politica, il tono è ostile, derisorio e volutamente provocatorio, i soliti meccanismi della macchina del fango a cui siamo abituati a Cernusco. Teologia Tascabile è al suo 75° numero, ho scritto circa ottanta pezzi di teologia e di mons. Viganò ho parlato solo due volte, una in un articolo critico su papa Bergoglio e un’altra in un pezzo a lui dedicato. Non mi pare sufficiente per ridurre un intero percorso a “copia-incolla”. Forse non ha letto con attenzione, oppure ha preferito ricorrere a una tecnica retorica antica: l’ad hominem circostanziale, quella per cui non si discute più solo l’idea, ma si prova a ridicolizzare chi la espone, legando le sue opinioni anche ad altri aspetti. Non è un buon servizio al confronto civile.
Sul P.S.: non ha bisogno di nessun santo. Ci toccherà subirci la sua retorica fino al 2027, anno delle elezioni a Cernusco. Non mi riferivo ad altro.
nessun nervosismo, un periodo complesso e delicato della mia vita, da poco concluso, mi ha insegnato e ha definito altre priorità per cui innervosirsi e non solo una divergenza di opinioni.
Ultima parola su Fenestrelle: se legge il libro di Barbero, che ho letto anche io tempo fa, mi pare che i deportati a Fenestrelle fossero non meno di 1.100 e mi pare sia possibile consultarle anche sul sito dello stesso Forte. Inoltre, invocare soltanto Barbero come se fosse il giudice supremo della storia rischia di trasformare un confronto storiografico in un dogma, un catechismo. La storia, invece, non è mai monolitica: esistono altri storici, altri dati, altre ricerche che meritano la stessa considerazione. Se si sceglie di ignorarli, non si fa ricerca, si fa tifoseria. Alla fine della mia risposta io chiedevo solo di fare pace con questa storia perché può essere, a mio avviso, il modo migliore per chiudere due “tifoserie”.
Delle scuse iniziali però me ne faccio poco se il tono resta sempre quello del finale della sua risposta. Nell’ordine: ridicolizza titolo di studi e linguaggio e usa un’ironia per svilire la mia attività sia su questo giornale sia a Cernusco L.. Come spesso capita a chi fa certa politica, il tono è ostile, derisorio e volutamente provocatorio, i soliti meccanismi della macchina del fango a cui siamo abituati a Cernusco. Teologia Tascabile è al suo 75° numero, ho scritto circa ottanta pezzi di teologia e di mons. Viganò ho parlato solo due volte, una in un articolo critico su papa Bergoglio e un’altra in un pezzo a lui dedicato. Non mi pare sufficiente per ridurre un intero percorso a “copia-incolla”. Forse non ha letto con attenzione, oppure ha preferito ricorrere a una tecnica retorica antica: l’ad hominem circostanziale, quella per cui non si discute più solo l’idea, ma si prova a ridicolizzare chi la espone, legando le sue opinioni anche ad altri aspetti. Non è un buon servizio al confronto civile.
Sul P.S.: non ha bisogno di nessun santo. Ci toccherà subirci la sua retorica fino al 2027, anno delle elezioni a Cernusco. Non mi riferivo ad altro.
Pietro Santoro